Parrocchia san Giovanni Battista - Borno

Archivio 2023

anno: 2023 2022 2021 2020 2019 2018 2017 2016 2015 2014 2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007


2023cnt1Pasqua
Pasqua 23cn
2023cnt2Estate
Estate 23cn

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dall'1 all'8 gennaio 2023

Martedì 3 gennaio ore 21,00 in chiesa parrocchiale a Borno Concerto del coro "Borno d'Incanto"

Giovedì 5 gennaio gita dei chierichetti a Ponte di Legno

Domenica 8 gennaio ore 18,16 in chiesa parrocchiale a Borno Concerto del Liceo musicale "Golgi" di Darfo

S. Madre di Dio – domenica 1° gennaio - Maria, serva e madre, vergine, cielo, ponte unico fra Dio e gli uomini, telaio dell’incarnazione sul quale la tunica dell’unione delle nature è stata mirabilmente tessuta: lo Spirito Santo ne è stato il tessitore. Per amore nostro, colui che per natura è incapace di soffrire, si è esposto a tante sofferenze. Cristo non è affatto divenuto Dio a poco a poco; assolutamente! Invece essendo Dio, la sua misericordia l’ha spinto a diventare uomo, come impariamo dalla fede. Non predichiamo un uomo divenuto Dio, bensì proclamiamo Dio fatto carne che ha scelto come madre la sua serva.

1 gen 2023: def maddalena franzoni
4-7 gen 2023: visita chiesetta S. Antonio
4 gen 2023: s. messa di suffragio per papa benedetto
5 gen 2023: def natalina ferrari
6 gen 2023: presepio vivente lozio
6 gen 2023: concerto gospel

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dall'8 al 15 gennaio 2023

Domenica 8 gennaio ore 18,16 in chiesa parrocchiale a Borno Concerto del Liceo musicale "Golgi" di Darfo

Battesimo del Signore – domenica 8 gennaio La festa del Battesimo di Gesù conclude il tempo liturgico del Natale. Dopo aver ricevuto il battesimo, Egli prega: e mentre prega, con noi e per noi, si apre il Cielo, discende lo Spirito, risuona la Parola del Padre che lo definisce Figlio amato e benedetto. Tace la voce di Giovanni e parla il Padre, sul Figlio, nello Spirito: la Trinità, unico Dio, si manifesta nell’atto battesimale, primizia del Battesimo di ogni figlio, in Cristo.
Preghiera O Padre, che nel battesimo del Giordano con l'autorità della tua voce e la discesa dello Spirito ci hai presentato solennemente il Signore Gesù come l'Unigenito che tu ami, dona a chi, rigenerato dall'acqua e dallo Spirito, è diventato tuo figlio di vivere senza smarrimenti secondo il tuo disegno di amore. Amen.

8 gen 2023: def bortolina calzoni

Benedetto XVI: un grande protagonista nell’ambito del pensiero e della coscienza

Funerali papa Benedetto XVI
Sull'Osservatore Romano (5-1-2023) il card. Giovanni Battista Re ricorda Papa Benedetto XVI.

Ss. Messe per i defunti - Nel catechismo della Chiesa Cattolica, si legge: “Fin dai tempi antichi la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico”. Anche la liturgia ci invita a pregare e a compiere gesti di solidarietà verso i cari defunti. Nelle celebrazioni eucaristiche, il sacerdote ripete: “Ricordati dei nostri fratelli che sono morti nella pace del tuo Cristo, e di tutti i defunti dei quali tu solo hai conosciuto la fede; ammettili a godere la luce del tuo volto e la pienezza di vita nella risurrezione”. Non c’è modo più bello di fare memoria dei propri defunti che celebrare l’Eucarestia in loro suffragio.
È possibile richiedere Messe per i propri cari rivolgendosi ai sacerdoti o presso la canonica di Borno (tel. 036441012). L’offerta che si corrisponde deve essere intesa come: contributo per le spese di culto, per il sostentamento del clero, per promuovere l’opera di fede e di carità

Chi desidera ricevere la benedizione alla propria casa contatti i sacerdoti! (SEGRETERIA orari 10-12 da lunedì a venerdì a Borno, tel. 036441012.

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 15 al 22 gennaio 2023

Martedì 17 gennaio S. ANTONIO ABATE È protettore degli animali. Chi desidera la benedizione della stalla o degli animali può contattare i sacerdoti (tel. 036441012

Domenica 22 gennaio Ossimo Superiore Dopo la s. Messa delle ore 18 BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI e del SALE sul sagrato

da mercoledì 18 a mercoledì 25 gennaio – Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani tema: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Isaia 1, 17)

II del tempo ordinario – domenica 15 gennaio Il Dio che viene ad incontrarci nella Bibbia non regna, indifferente alla sofferenza umana, in una lontananza beata. È un Dio che, al contrario, si prende a cuore tutta questa sofferenza. Lui la conosce. La notizia di Dio che si fa uomo in Gesù non ci lascia di sasso: Dio viene nel cuore della nostra vita, si lascia toccare dalla nostra sofferenza umana, si pone con noi le nostre domande, si compenetra della nostra disperazione: “Mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. Giovanni Battista dice di Gesù: “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo”. Ecco questo Dio che si lascia ferire dalla cattiveria dell’uomo, che si lascia commuovere dalla sofferenza di questa terra. Egli ha voluto avvicinarsi il più possibile a noi, è nel seno della nostra vita, con i suoi dolori e le sue contraddizioni, le sue falle e i suoi abissi. È in questo che la nostra fede cristiana si distingue da qualsiasi altra religione. Gesù sulla croce – Dio nel mezzo della sofferenza umana: questa notizia è per noi un’incredibile consolazione. È vicino al mio dolore, egli mi capisce, sa come mi sento. Questa notizia implica allo stesso tempo un’esistenza scomoda: impegnati per coloro che, nel nostro mondo, stanno affondando, che naufragano nell’anonimato, che sono torturati, che vengono assassinati, che muoiono di fame o deperiscono... Sono tutti tuoi fratelli e tue sorelle

17 gen 2023: def pietro piccinelli

A Borno i volontari raccolgono materiale per la Pesca di Beneficenza a favore dell’Oratorio. È possibile depositarlo nella veranda della canonica. Grazie!

21 gen 2023: def silvio zerla

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 22 al 29 gennaio 2023

Domenica 22 gennaio Ossimo Superiore Dopo la s. Messa delle ore 18 BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI e del SALE sul sagrato

da mercoledì 18 a mercoledì 25 gennaio – Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani tema: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Isaia 1, 17)

III del tempo ordinario – domenica 22 gennaio Oggi è la Domenica della Parola di Dio, la cui celebrazione quest’anno è illuminata da un passaggio della Prima lettera di Giovanni: “Vi annunciamo ciò che abbiamo veduto”. Un testo che lega, inequivocabilmente, l’annuncio della Parola a un’esperienza di fede vissuta e incarnata. L’ascolto della Parola porta anche noi a rivivere l’esperienza di chi è stato diretto testimone degli eventi della nostra salvezza: ci conduce a vedere, a toccare con mano, pieni di stupore, a contemplare il Verbo di Dio, il Rivelatore del volto del Padre.

gen-feb 2023: settimana dell'oratorio e giornata per la vita
27 gen 2023: def marco odelli 27 gen 2023: def fermo antonio zendra

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 29 gennaio al 5 febbraio 2023

Domenica 29 gennaio ore 10.30 Santa Messa solenne in onore di San Giovanni Bosco patrono degli oratori. Segue aperitivo in oratorio a Borno

IV del tempo ordinario– domenica 29 gennaio Le beatitudini sono il programma di vita che ci propone Gesù! Tanto semplice, ma tanto difficile. Siamo capaci di abbandonarci totalmente in Dio, di ricercare sinceramente la sua volontà, di rimetterci al suo giudizio? Solo Dio conosce e scruta i pensieri del cuore. Le beatitudini sono anzitutto una rappresentazione della persona e della vita stessa di Dio, come si è compiutamente manifestata in Gesù Cristo; sono da lui proposte ai discepoli, e quindi anche a noi, perché possiamo rassomigliare sempre più a lui, così da essere davvero corrispondenti a quell’immagine e somiglianza con cui siamo usciti dalle mani creative di Dio.

GIORNATA PER LA VITA Domenica 5 febbraio – ore 10.30 S. Messa solenne con le famiglie dei bambini nati nell’anno 2022 a seguire marcia per la vita verso la Dassa e lancio dei palloncini con i messaggi per la Vita.

30 gen 2023: def pietro isonni
3 feb 2023: def giovanni tedeschi 1 fed 2023: def bortolo arici
7 e 21 feb 7 e 21 marzo 2023: Corso per lettori

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 5 al 12 febbraio 2023

GIORNATA PER LA VITA Domenica 5 febbraio – ore 10.30 S. Messa solenne con le famiglie dei bambini nati nell’anno 2022 a seguire marcia per la vita verso la Dassa e lancio dei palloncini con i messaggi per la Vita.

V del tempo ordinario – domenica 5 febbraio Dopo il Vangelo delle Beatitudini, quello del sale e della luce. Chi vive le beatitudini ne ha il sapore e lo splendore. Il sale, da sempre prezioso al punto da essere usato come moneta di scambio, preserva dalla corruzione, conserva gli alimenti e dà loro sapore. Ma è anche segno di un'amicizia per la quale si è disposti a pagare, anche un conto salato. La luce è ancora di più. Con essa inizia la creazione, la chiamata all'essere, l'uscita dal nulla. Gesù è la luce che illumina quelli che abitano nelle tenebre della morte ed è il sale che ha saldato ogni debito. La parabola trasporta le qualità del sale e della luce nei discepoli che vivono le beatitudini. In esse i cristiani trovano il senso (il "sapore") della loro esistenza e per questo sono il sale della terra. Senza il sapore di Cristo, non serviamo a nulla. Gesù ci dice il segreto della vita che ci ha donato e che fa di noi il sale della terra e la luce del mondo, nonostante tutto il limite del nostro cuore.

6 feb 2023: def giovanni re
10 feb 2023: def giacomo fiora

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 12 al 19 febbraio 2023

Domenica 12 febbraio partenza sfilata di Carnevale dalle ore 14.30 dal piazzale della Dassa (in caso di maltempo rinviato a domenica 19).

Domenica 19 febbraio ore 14,00 ritrovo in Oratorio ad Ossimo Inf. e partenza sfilata di Carnevale.

TRIDUO DEI DEFUNTI
BORNO - 19 - 20 - 21 febbraio S. Ecc. Mons. Carlo Mazza sarà presente nei giorni del triduo, detterà le meditazioni, sarà disponibile per le confessioni o incontri personali.
OSSIMO INFERIORE: 3 – 4 – 5 marzo. Le meditazioni saranno proposte da Padre Cesario frate cappuccino dell’Annunciata.
OSSIMO SUPERIORE: 10 – 11 – 12 marzo. Le meditazioni saranno proposte da Padre Roberto frate cappuccino dell’Annunciata.

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 19 al 26 febbraio 2023

Domenica 19 febbraio ore 14,00 ritrovo in Oratorio ad Ossimo Inf. e partenza sfilata di Carnevale.

TRIDUO DEI DEFUNTI a BORNO con S. Ecc. Mons. Carlo Mazza
Domenica 19 marzo ore 19 S. Messa e solenne apertura
lunedì 20 febbraio
- ore 8.30 s. Messa e riflessioni confessioni fino alle 10.30;
- ore 14.30 s. Rosario meditato; - ore 15 s. Messa, Esposizione Eucaristica;
- ore 16 momento di preghiera per tutti i ragazzi delle elementari, a seguire confessioni per IV e V anno ICFR;
- ore 17.30 Reposizione.
- ore 20.00 Funzione del Triduo.
martedì 21 febbraio
- ore 8.30 s. Messa e riflessioni confessioni fino alle 10.30; - ore 14.30 s. Rosario meditato;
- ore 15 s. Messa, Esposizione Eucaristica;
- ore 16 momento di preghiera per tutti i ragazzi delle medie e superiori e confessioni;
- ore 17.30 Reposizione;
- ore 20.00 Funzione del Triduo.

Quaresima

PREGHIERA DEL MATTINO PER I RAGAZZI
Martedì e giovedì ore 7.40 in chiesa a Borno.
Mercoledì ore 7.50 a Ossimo Inferiore davanti alla scuola elementare.

CENTRI DI ASCOLTO
Lunedì ore 20 a Borno presso
- casa Rigali Franca via Gorizia,
- casa Rivadossi Michela via Calagno,
- casa Avanzini Fausto via Trieste,
- chiesa Sant’Anna a Paline.
Mercoledì ore 20.30 presso il centro anziani di Laveno.

Proposte dalla Diocesi
Proposte dalla Diocesi

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 26 febbraio al 5 marzo 2023

TRIDUO DEI DEFUNTI ad Ossimo Inferiore 3-4-5 marzo
Le meditazioni saranno proposte da Padre Cesario frate cappuccino dell’”Annunciata”.
Nei prossimi giorni alcune incaricate distribuiranno gli opuscoli del programma del Triduo e le buste per l’offerta.

PREGHIERA DALLA FAMIGLIA
Giovedì 2 marzo ore 20 in diretta Facebook, Instagram e radio parrocchiale

Per tutta l’Unità Pastorale
dal 28 agosto al 1° settembre

TOUR DEL MOLISE

tour del molise
vedi programma

Quota di partecipazione: € 800. Supplemento camera singola € 160. La quota comprende: Viaggio in pullman, sistemazione in hotel 4*, pensione completa con bevande, visite guidate.
Iscrizioni entro il 15 aprile (caparra € 200) presso la canonica di Borno o telefonare al 036441012

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 5 all'11 marzo 2023

TRIDUO DEI DEFUNTI ad Ossimo Superiore 10-11-12 marzo
Le meditazioni saranno proposte da Padre Roberto frate cappuccino dell’”Annunciata”.
Nei prossimi giorni alcune incaricate distribuiranno gli opuscoli del programma del Triduo e le buste per l’offerta.

PREGHIERA DALLA FAMIGLIA
Venerdì 10 marzo ore 20 in diretta Facebook, Instagram e radio parrocchiale

Sabato 11 marzo dalle ore 8 Si chiede collaborazione per smontare la MACHINA DEL TRIDUO. Grazie a tutti i volontari per il dono del vostro tempo!

Anche nella disperazione siamo tutti fratelli

patrizia zerla

A Pasqua Patrizia Zerla tornerà a Borno e incontrerà volentieri chi volesse salutarla e avere sue notizie. In questi giorni ci ha mandato un articolo che pubblicheremo su Cuntomela e che possiamo leggere qui.
La situazione in Burkina Faso è abbastanza drammatica. Patrizia ci chiede soprattutto la preghiera, ma chi desidera inviarle anche un sostegno economico, a questo link potete trovare gli estremi per un’offerta.

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 12 all'19 marzo 2023

Lunedì 20 marzo FESTA DEL PAPA ore 20 - S. Messa a Borno con i ragazzi che accompagnano i loro papà. A seguire rinfresco in oratorio.

PREGHIERA DALLA FAMIGLIA
Giovedì 16 marzo ore 20 in diretta Facebook, Instagram e radio parrocchiale

La zona pastorale II ha organizzato degli importanti incontri di formazione per tutti i volontari/operatori dei nostri Gruppi Caritas e San Vincenzo di tutte le nostre parrocchie, in collaborazione con la Caritas Diocesana di Brescia. Il ciclo di tre incontri si svolgeranno presso l’Eremo di Bienno alle ore 20.30 nelle seguenti date: 20 marzo, 17 aprile, 8 maggio.
Siete caldamente invitati a partecipare e diffondere questo messaggio, grazie

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 19 al 26 marzo 2023

Lunedì 20 marzo FESTA DEL PAPA ore 20 - S. Messa a Borno con i ragazzi che accompagnano i loro papà. A seguire rinfresco in oratorio.

PREGHIERA DALLA FAMIGLIA
Giovedì 23 marzo ore 20 in diretta Facebook, Instagram e radio parrocchiale

Domenica 26 marzo in tutte le chiese COLLETTA NAZIONALE PROMOSSA DALLA CARITAS ITALIANA A FAVORE DELLE POPOLAZIONI DI TURCHIA E SIRIA COLPITE DAL TERREMOTO.
È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, attraverso i canali dedicati della Caritas Diocesana (causale: “Terremoto Turchia e Siria”): c/c bancario intestato a Diocesi di Brescia – Ufficio Caritas presso BPER BANCA, IBAN: IT 65 L 05387 11205 000042708650.

23 marzo 2023: def bortolo fiora

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 26 marzo al 2 aprile 2023

Domenica 26 marzo in tutte le chiese COLLETTA NAZIONALE PROMOSSA DALLA CARITAS ITALIANA A FAVORE DELLE POPOLAZIONI DI TURCHIA E SIRIA COLPITE DAL TERREMOTO.
È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, attraverso i canali dedicati della Caritas Diocesana (causale: “Terremoto Turchia e Siria”): c/c bancario intestato a Diocesi di Brescia – Ufficio Caritas presso BPER BANCA, IBAN: IT 65 L 05387 11205 000042708650.

PREGHIERA DALLA FAMIGLIA - Giovedì 30 marzo ore 20 in diretta Facebook, Instagram e radio parrocchiale

Venerdì 31 marzo ore 20.30 presso la chiesa parrocchiale di Borno - “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” PARALITURGIA DELLA PASSIONE animata dai ragazzi del catechismo

Benedetto XVI: un grande protagonista nell’ambito del pensiero e della coscienza

Sull'Osservatore Romano (5-1-2023) il card. Giovanni Battista Re ricorda Papa Benedetto XVI.

Nell’arco dell’intera sua vita – da sacerdote, teologo, Arcivescovo e poi Papa – Josef Ratzinger si è distinto nell’annunciare con chiarezza e con vigore la Parola di Dio al mondo del nostro tempo, in dialogo con le culture e dicendo cose profonde in modo comprensibile a tutti.

Il suo pontificato è caratterizzato soprattutto dalla ricchezza del suo magistero, che mirava a rendere Dio presente nel mondo di oggi, mettendo Cristo al centro delle sue riflessioni e prodigandosi per far comprendere che il cristianesimo è una buona notizia anche per l’uomo e la donna di oggi.

Funerali papa Benedetto XVI

Ho ancora viva nella mente la convinzione con cui Papa Giovanni Paolo II volle il Card. Ratzinger qui a Roma come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ricordo quando, invitato a cena alla tavola del Papa insieme con Mons. Eduardo Martinez, Sostituto della Segreteria di Stato, il Papa ci comunicò che come successore del Card. Seper – che, a motivo dell’età, aveva presentato la rinuncia all’incarico di Prefetto della Dottrina della Fede – aveva pensato al Card. Josef Ratzinger, allora Arcivescovo di Monaco in Baviera. Ci illustrò che lo riteneva la persona più idonea per i seguenti tre motivi: è un grande teologo, che ha prestigio e autorevolezza nel mondo per le sue pubblicazioni; è sicuro per quanto riguarda la dottrina, per cui si impegnerà contro ogni forma di deviazione dottrinale; ha partecipato come perito al Concilio Vaticano II e pertanto conosce in profondità gli insegnamenti del Concilio Vaticano II.

Di fronte alla proposta di questo trasferimento a Roma, il Card. Ratzinger fece presente che era Arcivescovo di Monaco da breve tempo e che da poco aveva messo in cantiere alcune iniziative.

Di fronte ai dubbi del Card. Ratzinger, Papa Giovanni Paolo II non ebbe esitazioni: decise che il Card. Seper continuasse ancora per un anno il suo servizio e fece sapere al Card. Ratzinger che gli concedeva un anno di tempo nel suo ministero pastorale in Baviera.

La collaborazione fra Papa Giovanni Paolo II e il Card. Ratzinger fu intensa, sia per quanto riguarda le questioni di diretta competenza del Dicastero per la Dottrina della fede, sia per altri casi in cui il Papa gli chiese pareri e collaborazione. Fra il Papa e il Prefetto della Dottrina della fede vi fu sempre profonda reciproca stima, piena sintonia e vera amicizia. Direi anche che vi era una vicendevole ammirazione.

Eletto Papa nel 2005, prese il nome di Benedetto XVI e si presentò al balcone della Basilica Vaticana definendosi “un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore”. Col suo stile mite, lo sguardo buono e la profondità del suo pensiero si conquistò subito consenso e simpatia.

Fra le sue note distintive, vorrei rilevare che è stato un Papa dalla fede profondamente amica della ragione, la fede infatti aiuta la ragione a superare i confini dell’intelligenza umana.

Tutto il suo pontificato è stato orientato a ravvivare e irrobustire nei cristiani la fede in Dio. Ha cercato di avvicinare Dio agli uomini e gli uomini a Dio. In diverse occasioni ci ha ricordato che il nostro mondo non potrà essere veramente umano senza il sole di Dio nel suo orizzonte, perché solo in Dio l’uomo trova la spiegazione del suo mistero e solo in Dio trova adeguata risposta al suo desiderio di felicità. Dimenticando Dio, l’uomo diventa per se stesso un enigma senza risposta. Senza Dio l’uomo non realizza se stesso e non migliora la società. Senza Dio l’uomo non ha futuro.

In pari tempo, Papa Benedetto XVI ha cercato di valorizzare la ragione e di ampliarne l’orizzonte, nella profonda convinzione che “il mondo della ragione e il mondo della fede hanno bisogno l’uno dell’altro”. Sono molti i contributi teologici che egli ha offerto per chiarire sempre meglio l’intimo legame tra la ragione e la fede.

Gli 8 anni di pontificato di Benedetto XVI resteranno nella storia per l’alto insegnamento delle sue tre Encicliche, dei suoi numerosi scritti, documenti e discorsi.

Egli si è rivelato un protagonista sul piano del pensiero e della coscienza, nello sforzo di aiutare tutti a dare spazio alla luce che viene da Dio e che dà senso all’umana esistenza.

È poi nota la sua ferma opposizione alla “dittatura del relativismo”, e la continua riaffermazione dei valori morali, facendo leva sulla legge naturale, iscritta nel cuore di ogni uomo e di ogni donna.

È intervenuto con le sue riflessioni su tutti i principali temi culturali, morali ed esistenziali che agitano il nostro tempo, ed è stato letto ed ascoltato anche da persone lontane dalla Chiesa cattolica, perché oltre che un grande teologo era un grande pensatore. Egli ha cercato di capire il nostro mondo moderno, nel quale la globalizzazione – come egli afferma nella “Charitas in veritate” – ha reso gli uomini più vicini, ma non più fraterni.

La decisione di deporre “le somme chiavi” (Dante) sorprese tutti. È un gesto però che va apprezzato e ammirato per l’alto senso di responsabilità che l’ha ispirato.

Dopo aver riflettuto e pregato a lungo, Papa Benedetto giunse alla convinzione che la Chiesa aveva bisogno di un Papa che avesse buone energie, mentre egli non le aveva più. Pertanto, per il bene della Chiesa e per amore alla Chiesa fece questo difficile passo.

Si è così ritirato per dedicarsi - come Mosé sul monte – al ministero della preghiera e dell’intercessione presso Dio a favore della Chiesa e dell’umanità.

Tra i suoi meriti vi è anche quello di averci fatto capire l’importanza della fede e di apprezzare la gioia di essere cristiani. Parlando della sua morte ormai vicina, in una lettera del febbraio scorso, scrisse: “L’essere cristiano mi dona la conoscenza, anzi l’amicizia col giudice della mia vita; l’essere cristiano mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte”.

Non possiamo non essergli grati per il dono della sua testimonianza e dei suoi alti insegnamenti, che continueranno ad illuminare il cammino della Chiesa e dell’umanità.

Card. Giovanni Battista Re

31 marzo 2023: def liliana ceselin

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 2 al 9 aprile 2023

PREGHIERA DEL MATTINO PER I RAGAZZI
- Lunedì, martedì, mercoledì ore 7.50 a Borno davanti alla scuola
- Mercoledì ore 7.50 a Ossimo Inf davanti alla scuola

Confessioni a Borno in chiesa parrocchiale
- Lunedì 3 aprile: ore 14.30 per la IV e la V elementare - ore 15.00 per i ragazzi delle Medie.
- Venerdì 7 aprile: dalle ore 10 alle 11.30 e dalle ore 15 alle 17 per tutti!
- Sabato 8 aprile: dalle ore 9.30 alle 11.30 e dalle ore 15 alle 18.30 per tutti!

Confessioni a Ossimo Inf. in chiesa parrocchiale
- Martedì 4 aprile: ore 16.15 per i ragazzi e a seguire per tutti!
- Venerdì 7 aprile: dalle ore 16.30 alle 17.30 per tutti!

Confessioni a Ossimo Sup. in chiesa parrocchiale
- Venerdì 7 aprile: dalle ore 15 durante la celebrazione per tutti!

2 aprile 2023: sacra rappresentazione
2 aprile 2023: def luigi franzoni
6 - 10 aprile 2023: orari celebrazioni Triduo Pasquale
6 aprile 2023: def alcide baisotti

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 9 al 16 aprile 2023

Don Paolo, don Raffaele,
don Stefano, mons. Angelo, don Cesare
e i frati dell’Annunciata
con i collaboratori delle parrocchie
augurano a tutti

Buona Pasqua!

12 aprile 2023: def domenica franzoni ossimo inf

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 16 al 23 aprile 2023

Domenica 16 Aprile ore 15.00 Ossimo Sup.: Prime Confessioni

23, 24, 25 aprile Pellegrinaggio ad Assisi dei ragazzi di 1^ media.

16 aprile 2023: def giovanni isonni ossimo inf

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 23 al 30 aprile 2023

23, 24, 25 aprile Pellegrinaggio ad Assisi dei ragazzi di 1^ media.

Riunioni dei Consigli Pastorali Parrocchiali
Ossimo Superiore - mercoledì 26 aprile, ore 20.30 presso l’oratorio.
Ss. Nazaro e Celso - giovedì 27 aprile, ore 20.30 presso il Centro Anziani di Laveno.

23 aprile 2023: def pina siciliano
24 aprile 2023: def elia rivadossi
28 aprile 2023: def fiorino avanzini
29 aprile 2023: def anna zerla
29 aprile 2023: def mauro tore

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 30 aprile al 7 maggio 2023

Venerdì 5 maggio ore 20.30: Presentazione delle attività estive dei ragazzi presso l’oratorio di Borno per tutte le parrocchie.

Sabato 6 maggio FESTA PER DON LINO ZANI
ore 9.30 - accoglienza presso la sala consigliare a Ossimo Superiore e cerimonia di benvenuto. Introduzione a cura di Gianmaria Italia e consegna premio, intervento di don Lino con visione di un filmato.
ore 11 – S. Messa nella chiesa parrocchiale di Ossimo Inferiore. A seguire rinfresco presso la struttura in piazza S. Damiano.

Riunioni dei Consigli Pastorali Parrocchiali
Ss. Pietro e Paolo - venerdì 5 maggio, ore 20.45 (dopo il rosario e la s. messa) presso la canonica di Villa.
Ossimo inferiore – giovedì 11 maggio, ore 20.30 (dopo il rosario) presso la canonica.

maggio 2023: preghiera serale dedicata alla B.V. Maria
6 maggio 2023: def franca fiora

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 7 al 14 maggio 2023

Domenica 7 maggio a Borno, durante la s. Messa delle 10.30, rinnovo Promesse Battesimali per i ragazzi del 2° anno I.C.

Riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale
Ossimo inferiore – giovedì 11 maggio, ore 20.30 (dopo il rosario) presso la canonica.

Domenica 14 maggio a Borno, durante la s. Messa delle 10.30, consegna delle crocette per i ragazzi del 1° anno I.C.

10 maggio 2023: def beniamino maggiori

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 14 al 21 maggio 2023

Domenica 14 maggio a Borno, durante la s. Messa delle 10.30, consegna delle crocette per i ragazzi del 1° anno I.C.

Domenica 21 maggio ore 10.30 a Borno Sante Cresime e Prime Comunioni officiate da S. E. Card. Giovanni Battista Re,


Sono ancora disponibili alcuni posti per il tour del molise
Tour del Molise

Quota di partecipazione: € 800. Supplemento camera singola € 160.

- - - Viaggio della parola - - -

19-20 maggio 2023: viaggio della parola
18 maggio 2023: def  bianca maggiori

logo estate ORATORI DELL’ALTOPIANO DEL SOLE Borno – Ossimo - Lozio

Moduli d'iscrizione

  • Campo Estivo dal 27 giugno al 1 luglio a Colere per i ragazzi di 3^ - 4^ - 5^ elementare
  • GREST dal 3 al 21 luglio per i bambini dell'ultimo anno di scuola materna fino ai ragazzi di 3^ media
  • Campo Estivo al mare dal 30 luglio al 6 agosto a Misano Adriatico per i ragazzi delle medie

Sempre per un'Estate insieme...
FOLLEST dal 24 al 28 luglio dalle ore 20.30 alle 23.30 per i ragazzi dalla 5^ elementare alla 3^ media, iscrizioni entro il 7 luglio.
ADO IN TOUR dal 28 al 31 agosto per i ragazzi adolescenti dalla 3^ media alla 5^ superiore: percorso di un tratto della via Valeriana verso il lago di Iseo e la Franciacorta, costo € 40 a persona, iscrizioni entro il 30 luglio.

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 21 al 28 maggio 2023

Domenica 21 maggio ore 10.30 a Borno Sante Cresime e Prime Comunioni officiate da S. E. Card. Giovanni Battista Re,


Sono ancora disponibili alcuni posti per il tour del molise
Tour del Molise

Quota di partecipazione: € 800. Supplemento camera singola € 160.

22-26 maggio 2023: ore 20.00 - S. Messa e ROGAZIONI
28 maggio 2023: pellegrinaggio Borno-Ardesio

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 28 maggio al 4 giugno 2023

Per tutte le parrocchie dell’Unità Pastorale
Mercoledì 31 maggio “Visitazione della B.V.M.” Pellegrinaggio all’Annunciata a conclusione del mese di maggio dedicato alla Beata Vergine Maria
ore 20.00 - Ritrovo presso la Santella al ponte della Rocca, cammino verso l’Annunciata recitando il s. Rosario.
ore 20.30 - S. Messa all’Annunciata per concludere il mese di maggio.


Sono ancora disponibili alcuni posti per il tour del molise
Tour del Molise

Quota di partecipazione: € 800. Supplemento camera singola € 160.

2 giugno 2023: def alfonso canossi 1 giugno 2023: def giovanni rivadossi
2-4 giugno 2023: Festa dell'Oratorio

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 28 4 all'11 giugno 2023

CONFESSIONI PER I RAGAZZI Lunedì 5 giugno in chiesa
BORNO: ore 14.30 elementari - ore 15 medie
OSSIMO INF.: ore 16,15

PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI - Domenica 11 giugno a Borno ore 17 S. Messa e processione con il Santissimo.
Si prega di addobbare il percorso di colore bianco o rosso: partenza dal Sagrato, via Vittorio Veneto, via Trento, via Trieste, via Meschino, piazzetta Roma, via Sotto Piazza, via Gorizia, piazza Giovanni Paolo II, Sagrato.

Sono ancora disponibili alcuni posti per il
Tour del Molise

Quota di partecipazione: € 800. Supplemento camera singola € 160.

5 giugno 2023: def fausto franzoni

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 11 4 al 18 giugno 2023

PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI - Domenica 11 giugno a Borno ore 17 S. Messa e processione con il Santissimo.
Si prega di addobbare il percorso di colore bianco o rosso: partenza dal Sagrato, via Vittorio Veneto, via Trento, via Trieste, via Meschino, piazzetta Roma, via Sotto Piazza, via Gorizia, piazza Giovanni Paolo II, Sagrato.

Sono ancora disponibili alcuni posti per il
Tour del Molise

Quota di partecipazione: € 800. Supplemento camera singola € 160.

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 18 4 al 25 giugno 2023

FESTA PATRONALE Natività di San Giovanni Battista BORNO SABATO 24 GIUGNO<br>Ore 17 – Santa Messa solenne presieduta da don Angelo Corti, parroco di Molinetto di Mazzano, a seguire benedizione della popolazione sul Sagrato. Anima il canto la corale parrocchiale s. Martino. Segue rinfresco in oratorio.<br>DOMENICA 25 GIUGNO<br>Ore 10.30 - S. Messa solenne e mandato agli animatori delle attività educative estive dell'oratorio<br>Ore 15 - in piazza concerto delle bande di Borno e di Molinetto di Mazzano. In caso di Pioggia si svolgerà al Pattinaggio.<br>Ore 17 - S. Messa al cimitero presieduta da don Francesco Rezzola, parroco di Adro e di Torbiato. <br>Siete tutti attesi! Grazie ai volontari che hanno preparato e addobbato con fiori le vie del paese in occasione del Corpus Domini e della festa patronale.
Festa di San Giovanni Battista a SOMMAPRADA DI LOZIO<br>DOMENICA 25 GIUGNO ore 9.45 – Santa Messa animata dal coro “I Musicanti di Lozio”, a seguire processione per le vie del paese. Al termine momento conviviale sul sagrato della chiesa.
18 giugno 2023: Festa patronale Ossimo sup.

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 25 giugno al 2 luglio 2023

FESTA PATRONALE IN ONORE DEI SANTI PIETRO E PAOLO “SAN PIRO” - VILLA DI LOZIO
DOMENICA 2 LUGLIO
ore 11.00 – SANTA MESSA SOLENNE. Seguirà la processione per le vie di Villa con la statua di S. Pietro.
ore 12.30 – PRANZO COMUNITARIO. Presso l’ex asilo di Villa con i casoncelli di San Piro. Per prenotare chiamare il numero 347/7646682 Marinella entro il 30 giugno. La giornata sarà allietata dalla fisarmonica di Ivan.
Sarà aperto anche il Mercatino pro-parrocchia.
Onoriamo i Santi Patroni con il momento di preghiera e il pranzo.

sab 1 luglio: Pellegrinaggio alla Madonnina di Colere

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 2 al 9 luglio 2023

Domenica 9 luglio, ore 20.45 in chiesa parrocchiale a Ossimo Inf. concerto d'organo “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi violino Lina Uinskyte - organo “G. Callido” Marco Ruggeri - oboe Noemi Moraschetti
con la partecipazione degli allievi del Conservatorio “L. Marenzio” di Darfo. Ingresso libero

Sono ancora disponibili alcuni posti per il
Tour del Molise

Quota di partecipazione: € 800. Supplemento camera singola € 160.

sab 8 luglio: def francesca zerla

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 9 al 16 luglio 2023

Domenica 9 luglio, ore 20.45 in chiesa parrocchiale a Ossimo Inf. concerto d'organo “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi violino Lina Uinskyte - organo “G. Callido” Marco Ruggeri - oboe Noemi Moraschetti
con la partecipazione degli allievi del Conservatorio “L. Marenzio” di Darfo. Ingresso libero

11 luglio 2023: def carmelina ballarini 10 luglio 2023: def gugliemina franzoni

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 16 al 23 luglio 2023

FESTA DI SANT’ANNA – PALINE DI BORNO

Venerdì 21, ore 20 - S. Messa in suffragio di tutti i defunti di Paline presiede don Mattia Magoni, con la partecipazione del coro Parrocchiale di Colere.
Sabato 22, ore 20 - S. Messa presiede S.E. Cardinale Giovanni Battista Re, con la partecipazione del coro parrocchiale “San Martino”. A seguire processione con la statua di Sant’Anna accompagnata dalla Banda “Santa Cecilia” di Borno.
Domenica 23, ore 9 - S. Messa presiede Mons. Tino Clementi, anima la liturgia Annalisa Baisotti.
Mercoledì 26, ore 20 - S. Messa presiede Mons. Carlo Mazza, vescovo emerito di Fidenza, con la partecipazione del coro “I Musicanti” di Lozio.

Sabato 22 luglio, sera – stand gastronomico con canti e balli.
Domenica 23 luglio, ore 12.30 - stand gastronomico e pranzo su prenotazione al 3392589570, costo € 20.
Dalle ore 14.30 - intrattenimento per i più piccoli, musica con la fisarmonica di Giacomo e Germano. Ore 17.30 - Estrazione sottoscrizione a premi.
Ore 21 - Spettacolo della compagnia teatrale “Bopal

16 luglio 2023: def caterina fedrighi 16 luglio 2023: def angelo venturelli
lun 10 luglio: ricordo Papa a Borno

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 23 al 30 luglio 2023

FESTA DI SANT’ANNA – PALINE DI BORNO

Domenica 23, ore 9 - S. Messa presiede Mons. Tino Clementi, anima la liturgia Annalisa Baisotti.
Mercoledì 26, ore 20 - S. Messa presiede Mons. Carlo Mazza, vescovo emerito di Fidenza, con la partecipazione del coro “I Musicanti” di Lozio.

Domenica 23 luglio, ore 12.30 - stand gastronomico e pranzo su prenotazione al 3392589570, costo € 20.
Dalle ore 14.30 - intrattenimento per i più piccoli, musica con la fisarmonica di Giacomo e Germano. Ore 17.30 - Estrazione sottoscrizione a premi.
Ore 21 - Spettacolo della compagnia teatrale “Bopal


Domenica 30 luglio Festa patronale e Festa dell'anziano a Lozio
ore 11.00 s. Messa nella chiesa deiSS. Nazaro e Celso
ore 12.30 pranzo presso il Centro Diurno Anziani. Costo € 20 per non residenti, amici e simpatizzanti che volessero partecipare.Prenotazioni entro domenica 23 luglio a Marina 0364494137.

27 luglio 2023: def attilio richini
29 luglio 2023: def pina livio maurizio

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 30 luglio al 6 agosto 2023

Santuario della SS. Annunciata
PERDON D’ASSISI E FESTA DEL BEATO INNOCENZO

Tutti i giorni dall’1 al 6 agosto Messe alle ore 7.30, 16.00 e 20.30

Lunedì 31 luglio, ore 20.30 S. Messa presieduta dal parroco don Paolo Gregorini. (Sono invitate le Parrocchie dell’Unità Pastorale dell’Altopiano del Sole)
Mercoledì 2 agosto, ore 16.00 S. Messa presieduta da S.E. Cardinale Giovanni Battista Re.

Dal mezzogiorno del 1° a tutto il 2 agosto è possibile ottenere l’indulgenza plenaria del “Perdono d’Assisi”

1 agosto 2023: def francesca bottichio

logo estate ORATORI DELL’ALTOPIANO DEL SOLE Borno – Ossimo - Lozio

ADO IN TOUR
Dal 28 al 31 agosto per i ragazzi adolescenti dalla 3^ media alla 5^ superiore: percorso di un tratto della via Valeriana verso il lago di Iseo e la Franciacorta, costo € 40 a persona, iscrizioni entro il 30 luglio.

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 6 al 13 agosto 2023

Serate di musica in chiesa parrocchiale
Lunedì 7 agosto, ore 20.30 Borno: Coro “Amici del Canto”
Giovedì 10 agosto, ore 20 Ossimo Superiore: Coro “Borno d’incanto”

Lunedì 14 agosto, ore 20.45 Chiesetta San Fiorino, Borno: “Dies Natali Mariae” serata di musica sacra

6 agosto 2023: festa di S. Antonio patrono di Sucinva di Lozio
Giovedì 17 agosto 2023: Concerto d'organo in chiesa a Borno
Lunedì 14 agosto 2023: Concerto di musica sacra in chiesa di S. Fiorino a Borno
dal 11 al 16 agosto 2023: Giornate eucaristiche a Borno - Ossimo - Lozio
8 e 15 agosto 2023: due proposte presso la chiesa di san Fiorino
9 agosto 2023 ore 11.00: s. Messa presso la chiesetta di san Fermo
12 agosto 2023: def battista gheza

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 13 al 20 agosto 2023

14 - 15 agosto 2023: Festa di Maria Assunta a Lozio
15 agosto 2023: def felice andreoli

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 20 al 27 agosto 2023

20 agosto 2023: def Giacomina Zerla - Ossimo
20 agosto 2023: def Pietro Andreoli - Ossimo
23 agosto 2023: def Francesco Rivadossi - Borno

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 27 agosto al 3 settembre 2023

1° settembre - Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato e Giornata nazionale per la custodia del creato

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 3 al 10 settembre 2023

Ringraziamo i reverendi frati, Padre Roberto e Padre Piero per il loro servizio svolto al convento dell’Annunciata in questi anni e accogliamo i nuovi religiosi Fra Giorgio Stancheris (vicario, collaboratore vice postulazione del Beato), Fra Maurizio Golino e Fra Piergiacomo Boffelli.
Ai nuovi Padri tanti auguri di un santo ministero sull’Altopiano seguendo le orme del Beato Innocenzo.

10 settembre 2023 ore 15: S. Messa a Lova

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 10 al 17 settembre 2023

Mercoledì 13 settembre - S. Messa per l'inizio dell'anno scolastico per ragazzi, famiglie e insegnanti
ore 8.00 a Borno
ore 12.00 a Ossimo Inferiore

11 settembre 2023: def Emilia Rivadossi - Borno
10 settembre 2023: def Loretta Zendra - Ossimo inf.
10 settembre 2023: def Francesco Rivadossi - Borno
11 settembre 2023: def Giacommo Baisini - Borno
14 settembre 2023: def Luciano Corbelli - Borno
15 settembre 2023: def Maddalena Sarna - Borno

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 17 al 24 settembre 2023

Domenica 17 settembre Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero

Confessioni per i ragazzi
- Lunedì 18 settembre: Ossimo Inferiore ore 16.15
- Martedì 19 settembre: Borno ore 14.30 (elementari) ore 15.00 (medie)

Domenica 24 settembre 109a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

Domenica 24 settembre a Borno ore 9.30: Benedizione degli animali e del sale in occasione della Festa della Transumanza.

Domenica 1° ottobre nel piazzale del sagrato di Borno sarà allestita la bancarella per la raccolta di frutta e verdura a favore dei nostri missionari dell’altopiano del sole. Grazie per la vostra generosità!
Per informazioni: Tilde 335 1225864 – Nazzarena 347421473

18 settembre 2023: def Maria Marzola

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 24 settembre all'1 ottobre 2023

Domenica 1 ottobre a Borno 10.30: INIZIO ANNO CATECHISTICO ore 10.30 – S. Messa con mandato ai catechisti. A seguire aperitivo per tutti sotto il portico dell’oratorio

Domenica 1 ottobre nel piazzale del sagrato di Borno sarà allestita la bancarella per la raccolta di frutta e verdura a favore dei nostri missionari dell’altopiano del sole. Grazie per la vostra generosità!
Per informazioni: Tilde 335 1225864 – Nazzarena 347421473

INCONTRI PER I GENITORI - Borno ore 20.30 in chiesa
Lunedì 2 ottobre: 1° e 2° anno;
Martedì 3 ottobre: 3° e 4° anno;
Mercoledì 4 ottobre: 5° anno;
Giovedì 5 ottobre: medie.

24 settembre 2023: def Franca Avanzini - Borno
24 settembre 2023: Festa patroni ss. Cosma e Damiano a Ossimo Inf.
dal 2 al 7 ottobre 2023: Settimana Mariana - inizio anno pastorale
domenica 1 ottobre 2023 ore 10.30: S. Messa e mandato ai catechisti a Borno

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dall'1 all'8 ottobre 2023

Domenica 1 ottobre nel piazzale del sagrato di Borno sarà allestita la bancarella per la raccolta di frutta e verdura a favore dei nostri missionari dell’altopiano del sole. Grazie per la vostra generosità!
Per informazioni: Tilde 335 1225864 – Nazzarena 347421473

INCONTRI PER I GENITORI - Borno ore 20.30 in chiesa
Lunedì 2 ottobre: 1° e 2° anno;
Martedì 3 ottobre: 3° e 4° anno;
Mercoledì 4 ottobre: 5° anno;
Giovedì 5 ottobre: medie.

mercoledì 4 ottobre 2023 ore 15.00: S. Messa a Sedulzo
5 ottobre 2023: def Mario Tacchinardi Borno
14 ottobre 2023: Pellegrinaggio al santuario S. Maria della croce - Crema

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dall'8 al 15 ottobre 2023

Riunione di tutta l’unità pastorale con il vicario episcopale don PIETRO CHIAPPA

Carissimi,
alla ripresa del nuovo Anno Pastorale ci tengo ad invitarvi al primo incontro con tutti i CCP, i catechisti e i collaboratori delle nostre cinque parrocchie. Animerà l’appuntamento don Pietro Chiappa, sarà un importante momento di formazione sulla scelta pastorale del nostro Vescovo Pierantonio. É fondamentale che viviamo, oltre ad un’esperienza spirituale, personale e comunitaria, anche qualche momento di formazione sulla vita della Chiesa.
Vi aspetto venerdì 13 ottobre alle ore 20.30 presso l’oratorio di Borno.

Don Paolo

8 ottobre 2023: def Antonio Beniamino Maggiori Ossimo Inf.
11 ottobre 2023: def Pietro Fedriga Borno
13 ottobre 2023: def Geltrude Giovanna Franzoni Ossimo Inf.

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 15 al 22 ottobre 2023

Martedì 17 ottobre il Patriarca di Gerusalemme dei Latini Card. Pierbattista Pizzaballa invita per a una giornata di digiuno, astinenza e preghiera per la pace e la riconciliazione in Terra Santa.

Domenica 22 ottobre 97a Giornata Missionaria mondiale.

MONDOLATA in oratorio a Borno - Domenica 22 ottobre dalle ore 14.30 patatine fritte, pa e strinù, mondole. torte e dolcetti alle ore 15.15 TOMBOLA per tutti!!!

17 ottobre 2023: Giornata di preghiera e digiuno per la pace

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 22 al 29 ottobre 2023

Domenica 22 ottobre 97a Giornata Missionaria mondiale.

Sabato 28 e domenica 29 ottobre CASTAGNATA E LOTTERIA Pro-Asilo a Ossimo Sup.

Domenica 29 ottobre si celebra l’anniversario della dedicazione delle nostre chiese parrocchiali. In tale circostanza vorremmo ricordare e celebrare gli Anniversari di Matrimonio più significativi (5 - 10 - 15... 25... 50...), lo faremo nella santa messa delle 10.30 a Borno e proponiamo di pranzare insieme festeggiati e invitati. Chi nel 2023 ha ricordato o ricorderà un particolare anniversario di matrimonio può rivolgersi ai sacerdoti o alla segreteria parrocchiale per maggiori informazioni e iscrizioni.
Pranzo presso il ristorante “Belvedere” di Borno, costo a persona € 25,00. Prenotare entro domenica 22 ottobre da Don Paolo o telefonare in canonica al nr. 036441012.

ISCRIZIONI AL CATECHISMO 2023/2024

Fino al 30 ottobre è possibile iscriversi al nuovo anno di Iniziazione Cristiana. Per iscriversi bisogna registrare il proprio figlio/a utilizzando il QR Code qui sotto.

qrcode

In seguito per confermare l’iscrizione bisogna recarsi la mattina presso la segreteria della canonica di Borno e versare € 20. Chi avesse bisogno di supporto informatico può prendere appuntamento telefonando al nr. 0364 41012 o contattando don Stefano.

28 ottobre 2023: def Antonio Mora Ossimo Inf.
28 ottobre 2023: def Caterina Franzoni Borno

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 29 ottobre al 5 novembre 2023

Sabato 28 e domenica 29 ottobre CASTAGNATA E LOTTERIA Pro-Asilo a Ossimo Sup.

Domenica 29 ottobre si celebra l’anniversario della dedicazione delle nostre chiese parrocchiali. In tale circostanza vorremmo ricordare e celebrare gli Anniversari di Matrimonio più significativi (5 - 10 - 15... 25... 50...), lo faremo nella santa messa delle 10.30 a Borno e proponiamo di pranzare insieme festeggiati e invitati. Chi nel 2023 ha ricordato o ricorderà un particolare anniversario di matrimonio può rivolgersi ai sacerdoti o alla segreteria parrocchiale per maggiori informazioni e iscrizioni.
Pranzo presso il ristorante “Belvedere” di Borno, costo a persona € 25,00. Prenotare entro domenica 22 ottobre da Don Paolo o telefonare in canonica al nr. 036441012.

1-5 novembre 2023: Orari delle SS. Messe

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 5 al 12 novembre 2023

Torna la tradizionale Raccolta di San Martino legata al riuso degli indumenti, delle scarpe e delle borse SOLO IN BUONO STATO.
I sacchi e i volantini informativi saranno disponibili presso le chiese parrocchiali.
Quest’anno la raccolta intende sostenere i “Custodi del Bello Brescia”, progetto che si prende cura del territorio e dei beni comuni attraverso il coinvolgimento di persone fragili.
I sacchi vanno portati sotto il portico dell’oratorio di Borno entro venerdì 10 novembre 2023 (unico punto di raccolta per tutta l’Unità Pastorale.

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 12 al 19 novembre 2023

Consigli Pastorali
- Lunedì 13 novembre, ore 20.30 riunione a Borno, nel salone “San Giovanni Bosco” dell’Oratorio.
- Mercoledì 15 novembre, ore 20.30 riunione in Oratorio a Ossimo Sup.
- Sabato 18 novembre, ore 15 riunione a Ossimo Inferiore, nella Sala “don Giacomelli” della canonica.
- Lunedì 20 novembre, ore 20.30 riunione del Consiglio Pastorale Affari Economici di Borno, presso la canonica.

13 novembre 2023: def Renato Zerla Ossimo sup.

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 19 al 23 novembre 2023

Consigli Pastorali
- Lunedì 20 novembre, ore 20.30 riunione del Consiglio Pastorale Affari Economici di Borno, presso la canonica.

Domenica 26 novembre XXXVIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ «Lieti nella speranza» (Rm 12,12) - vedi messaggio del Papa

Calendario SS. Messe e avvisi settimanali
dal 23 novembre al 3 dicembre 2023

Domenica 26 novembre a Borno, nella S. Messa delle ore 10.30, consegna del Padre Nostro al 3° anno “Cafarnao”. A seguire pranzo insieme in oratorio

Domenica 26 novembre XXXVIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ «Lieti nella speranza» (Rm 12,12) - vedi messaggio del Papa

sabato 2 dicembre ore 17.00 a Ossimo Inf S. Messa in onore di S. Barbara

Buona Pasqua

“Perché fiorire si può e si deve,
anche in mezzo al deserto”

Così scriveva Giacomo Leopardi. Con i girasoli di Van Gogh proposti in copertina pensiamo siano questi i migliori auguri che possiamo scambiarci per Pasqua.
Guerre, violenze, naufragi di umanità sono i deserti che ogni giorno ci annunciano giornali, televisioni, internet.
Anche nelle nostre famiglie forse viviamo i deserti della fatica di volersi bene, i deserti del dolore, della malattia, del sentirsi soli e con la porta di casa che non si apre mai.
Per non parlare del nostro ritrovarci come comunità cristiana: le celebrazioni e le iniziative proposte, appaiono sempre più... un deserto.
Proprio per questo Cristo è morto e risorto, per farci rifiorire, per donarci nuova vita.

Don Paolo, don Stefano
don Raffaele, don Cesare
don Angelo

La nostra fede

La BIBBIA: i Vangeli sinottici

Luca
Dalla Palma

Dopo la presentazione, se pur molto sintetica, dei Libri dell’Antico Testamento, cominciamo a addentrarci nella seconda parte della Bibbia.

Il Nuovo Testamento è la raccolta di 27 libri canonici: comincia con il racconto, contenuto nei vangeli, della venuta di Gesù, della sua opera, della sua morte e resurrezione per poi continuare con gli Atti degli Apostoli, le lettere indirizzate a diverse Chiese e singoli cristiani, e si conclude infine con l'Apocalisse, ovvero la rivelazione delle cose future.

Fra la fine dell'Antico Testamento e il Nuovo intercorrono circa quattrocento anni, periodo durante il quale politicamente si susseguirono l'egemonia persiana, quella macedone ed infine quella romana.

vangeli sinottici

Prima di entrare nel merito di ciascun Libro, in questo articolo vorrei soffermarmi su una caratteristica particolare dei primi tre vangeli.

I vangeli di Matteo, Marco e Luca sono detti sinottici in quanto, per le analogie dei loro contenuti, permetterebbero, se allineati su colonne parallele, una “visione d'insieme” (in greco syn, "insieme", e opsis, “li vedo con un occhio”): dei 661 versetti di cui è composto il testo di Marco, 600 ritornano in Matteo e 350 in Luca.

Dagli studi sulle possibili fasi della redazione e sulle reciproche interrelazioni dei Sinottici, è emerso che il vangelo più antico è quello di Marco, da cui sembrano discendere Matteo e Luca, anche se questi ultimi presentano molti passi in comune tra loro e che non si riscontrano in Marco.

Se ne desume che essi presuppongano (per tali parti) un'altra fonte, una più antica redazione di Matteo o un altro documento che avrebbe raccolto le parole di Gesù. Resta comunque assodato che la composizione di tutti i vangeli dovette appoggiarsi anche a una tradizione orale, fortemente radicata nella prima comunità cristiana.

Un problema essenziale, per altro di difficilissima soluzione, è la datazione dei Sinottici. Gli studiosi cattolici ritengono di poterli collocare attorno all'anno 70, mentre quelli protestanti posticipano la datazione di qualche decennio.

Altri studiosi hanno postulato, sulla base del ritrovamento in una grotta di Qumram di un frammento di papiro, identificato con due versetti del vangelo di Marco, la possibilità di retrodatare questo vangelo a un periodo precedente la caduta di Gerusalemme, forse addirittura attorno al 50 d.C.

I vangeli riflettono in modo rilevante la personalità differente dei loro autori, oltre che le diverse finalità per cui furono composti, in relazione agli ambienti culturali cui si rivolgono.

Evidenti, però, sono pure le analogie, a partire dal fatto che tutti gli evangelisti non sono letterati né uomini di cultura e sono addirittura estranei al mondo greco: tuttavia la loro lingua è semplice ed efficace, una lingua nuova si direbbe – come nuovo è il contenuto della predicazione di Gesù – intessuta di ebraismi e di espressioni vive del parlato.

Se nei vangeli sinottici si notano, da una parte, ampie convergenze tra i racconti, spesso formati da identiche parole e frasi, si colgono, dall’altra, notevoli divergenze e a volte contraddizioni. Già sant'Agostino († 430), parlava di una «concordantia discors» fra i vangeli sinottici.

Vocazione di San Matteo di Caravaggio
Vocazione di San Matteo di Caravaggio (dipinto olio su tela, realizzato intorno al 1599)

Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. - Matteo 9,9

Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. - Marco 2,13-14

Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. - Luca 5,27-28

Qui sopra vi propongo un esempio di sinossi (visione d’insieme) su tre brani in cui possiamo notare molte somiglianze.

Dal numero estivo (a Dio piacendo), vedremo più nel dettaglio caratteristiche e contenuti di ciascun Libro, cominciando dal vangelo di Matteo, ma credo che questo articolo introduttivo, possa essere utile per affrontare con più chiarezza il proseguo del nostro percorso.

La nostra fede

CREA IN ME, O DIO, UN CUORE PURO
La pagina del Salmo

Nella traduzione di p. D. M. Turoldo questo, come ricorda il card. Ravasi, è uno dei salmi più conosciuti. Lo troviamo ogni venerdì nelle Lodi e anche quest’anno ci ha accompagnato durante la Quaresima. Ai commenti tratti dal volume “I canti nuovi” aggiungiamo uno spunto di Papa Benedetto che sembra essere un eco a quanto affermato dallo stesso Ravasi.

Salmo 51 (50)

3 Pietà di me, o Dio, pietà
secondo la tua infinita tenerezza,
per quanto le viscere hai ricolme d’amore
cancella le mie infedeltà,
4 lavami e raschia via la mia colpa,
fammi mondo dal mio peccato.

5 Le mie trasgressioni io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre davanti.
6 Contro te, contro te solo ho peccato,
quanto è male ai tuoi occhi ho commesso:
tu, sempre giusto nelle tue sentenze,
lascia parlare la tua pietà.

7 Ecco, nella colpa sono stato generato,
peccatore mi concepì mia madre;
8 ecco, è la sincerità del cuore che tu ami,
per cui fino all’intimo
sono da te ammaestrato.

9 Purificami con l’issopo e sarò mondato,
lavami e sarò più bianco della neve.
10 Ridammi ancora gioia e letizia,
esultino le ossa che hai frantumate.

11 Distogli il tuo volto dal mio delitto,
dalle radici estirpa ogni colpa.
12 Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito forte.

13 Non cacciarmi dalla tua presenza,
non privarmi del tuo santo spirito.
14 Ridammi la gioia di essere salvo,
mi regga ancora uno spirito grande.

15 Insegnerò le tue vie ai ribelli
e i peccatori a te torneranno.
16 Liberami dalla sentenza di morte,
Dio, o Dio mio salvatore,
e griderà la mia lingua
alla tua giustizia.

17 Signore, apri tu le mie labbra,
la mia bocca acclamerà la tua lode.
18 Poiché le vittime tu non gradisci,
né vuoi in dono alcun sacrificio:
19 uno spirito pentito
è il sacrificio perfetto,
un cuore contrito e umiliato, o Dio,
questa l'offerta che tu non rifiuti.

20 Nel tuo amore fa’ grazia per Sion,
le mura rialza di Gerusalemme.
21 Le giuste offerte allor gradirai,
olocausto e la totale oblazione
allora sante saranno le vittime
sacrificate sul tuo altare.

Miserere di Georges Rouault
Miserere di Georges Rouault
(Parigi 1871-1958)

«Grazie, o Dio, per averci dato questa divina preghiera del Miserere, questo Miserere che è la nostra preghiera quotidiana... compendio di ogni nostra preghiera» (C. de Foucould)

«Il Miserere... silenzioso compagno di lacrime di tanti peccatori pentiti... la segreta biografia di anime sensibili, lo specchio della coscienza vivissima e lacerata di uomini come Dostoevskij... atto d’accusa contro ogni forma di fariseismo ipocrita» (G. Revasi)

«Infatti... più la colpa si aggrava, più essa si cela agli occhi del peccatore; ma più cresce l'umiltà, più si diventa sensibili alla minima mancanza» (Max Scheber)

Il Miserere è, forse, il Salmo più celebre, meditato interpretato, musicato, persino dipinto (dall’artista francese Georges Rouault) da una schiera immensa di uomini pentiti e convertiti. La cellula poetica e spirituale di questa supplica è, infatti, tutta in quell’appassionato «Contro te, contro te solo ho peccato!» (v. 6).

La tradizione giudaica, proprio sulla base di questa confessione, ha attribuito il Salmo a Davide adultero con Bersabea e assassino del marito della donna, Urìa (vedi 2Samuele 10-12). In realtà lo stile, il tema profetico dello «spirito» e del «cuore» come sacrificio perfetto (v. 19), l’implorazione per la ricostruzione delle mura di Gerusalemme dopo l'esilio babilonese del VI sec. (vv. 20-21), fanno pensare a un'epoca posteriore.

Resta comunque intatta la potenza interiore di questa preghiera che è simile a un terreno ricoperto per metà dalla tenebra (la regione oscura del peccato nei vv. 3-11) e per l’altra metà dalla luce (la regione luminosa della grazia nei vv. 12-19). Se il senso della colpa è vivissimo, più intensa è, però, l’esperienza del perdono, della novità dello spirito, della gioia che il Misericordioso, Dio, effonde sul peccatore pentito. Perciò più che un canto penitenziale, il Salmo 51 è la celebrazione della risurrezione alla vita nello spirito della parabola del figlio prodigo di Luca 15. (G. Revasi)

Lo stesso Spirito che ha risuscitato Gesù dai morti può trasformare i nostri cuori da cuori di pietra in cuori di carne (cfr Ez 36,26). Lo abbiamo invocato poco fa con il Salmo Miserere:
«Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito»
Quel Dio che scacciò i progenitori dall’Eden, ha mandato il proprio Figlio nella nostra terra devastata dal peccato, non lo ha risparmiato, affinché noi, figli prodighi, possiamo ritornare, pentiti e redenti dalla sua misericordia, nella nostra vera patria. (Papa Benedetto XVI, omelia del Mercoledì delle Ceneri 2012)

Preghiera
Signore, donaci sempre la grazia del rimorso;
Signore, non abbandonarci mai<
qualunque sia il nostro peccato;
Signore, tu sei più grande
di tutti i peccati del mondo;
Signore fa’ di ognuno di noi e di tutti insieme
una società di peccatori coscienti:
allora saremo salvi, Signore,
perché tu non vedi l’ora di poterci perdonare!

Giorni della comunità

Abbiamo vissuto e celebrato

Venerdì 23 dicembre
PRESEPE VIVENTE a Borno

Sabato 24 dicembre
PRESEPE VIVENTE itinerante a Ossimo Inferiore

presepio ossimo inf. presepio ossimo inf.

Giovedì 6 gennaio
“Epifania del Signore” - Preghiera e bacio a Gesù Bambino, premiazione del concorso presepi. Presepio vivente a Sucinva di Lozio.

Domenica 8 gennaio
“Battesimo del Signore” - Giornata Mondiale dell’infanzia missionaria.

Martedì 17 gennaio
Giornata Nazionale per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo fra Cattolici ed Ebrei.

dal 18 al 25 gennaio
Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani

Domenica 22 gennaio
FESTA DI SANT’ANTONIO a Ossimo Superiore - S. Messa, benedizione degli animali e del sale sul sagrato.

Domenica 29 gennaio
“San Giovanni Bosco” - S. Messa solenne a Borno.

Giovedì 2 febbraio
“Presentazione del Signore” Candelora - Giornata mondiale della vita consacrata

Domenica 5 febbraio
Giornata nazionale per la vita - Santa Messa solenne per le famiglie dei bambini nati nel 2022 a Borno, a Ossimo Inferiore e a Ossimo Superiore.

giornata per la vita

Quest'anno il lancio dei palloncini con i messaggi per la vita, è avvenuto alla Dassa.

giornata per la vita giornata per la vita

Mercoledì 8 febbraio
Incontro per tutti con il “Pro Familia” di Breno e il “Progetto Cicogna”.

Sabato 11 febbraio
“Beata Vergine Maria di Lourdes” - Giornata mondiale del malato.

Domenica 12 febbraio
S. Messa solenne presso l'altare di “Nostra Signora di Lourdes” a Sommaprada di Lozio.

19 – 20 – 21 febbraio
TRIDUO DEI DEFUNTI a Borno - Ha celebrato e dettato le meditazioni il vescovo Mons. Carlo Mazza.

machina triduo borno

Sabato 25 febbraio
Fiaccolata e S. Messa per il BEATO INNOCENZO Ss. Annunciata - Berzo inferiore.

3 – 4 – 5 marzo
TRIDUO DEI DEFUNTI a Ossimo Inferiore - Ha celebrato e dettato le meditazioni Padre Cesario frate cappuccino dell’Annunciata.

4 – 5 – 6 marzo
TRIDUO DEI DEFUNTI a Ossimo Superiore - Ha celebrato e dettato le meditazioni Padre Roberto frate cappuccino dell’Annunciata.

INCONTRI QUARESIMALI
PER GLI ADULTI Centro di Ascolto presso le case in Borno e nel centro anziani di Laveno.
PER I RAGAZZI Buongiorno Gesù la mattina in chiesa a Borno e davanti alla scuola elementare a Ossimo Inferiore.
PER LE FAMIGLIE Preghiera in famiglia in diretta Facebook (parrocchiaborno) e Instagram (“oratorio_altopiano_del_sole”).

preghiera famiglia

Lunedì 20 marzo
FESTA DEL PAPÀ - S. Messa a Borno con i ragazzi che accompagnano i propri papà

festa papà

Venerdì 24 marzo
Liturgia della VIA CRUCIS per le strade del paese di Ossimo Inferiore animata dai ragazzi del catechismo.

via crucis ossimo

Oratori dell'Altopiano

L’ORATORIO CHE VORREI… quali prospettive per i nostri oratori

oratorio

L’oratorio che vorrei… è come quello di stasera.

Nel salone ci sono molti genitori, volontari della parrocchia, qualche ragazzo e i nostri Don.

A condividere la propria esperienza sul tema dell’oratorio ci sono tre giovani curati della nostra diocesi: Don Federico, originario di un piccolo paese di montagna come il nostro e che ora gestisce una realtà grande e complessa come quella di Ospitaletto; Don Claudio, valligiano, dal 2017 curato delle parrocchie di Breno, Astrio e Pescarzo; e don Federico che dopo l’ordinazione è stato accolto nella comunità di Flero.

Guidati dalle domande mirate di Michele e Nicolò, i tre don hanno condiviso con noi molti aneddoti, spesso arricchiti da dettagli buffi e divertenti, che raccontano la quotidianità dei loro oratori: il rapporto con bambini, ragazzi e giovani e i loro diversi bisogni, il confronto con le famiglie, la collaborazione con i volontari ma anche gli aspetti pratici che si affrontano nella gestione di una struttura articolata come quella dell’oratorio.

Vengono da realtà diverse per zona, dimensioni e problematiche ma i loro racconti ci conducono verso la stessa riflessione: l’oratorio è la casa di tutta la comunità e per poter essere una casa accogliente, viva e funzionante ha bisogno della partecipazione e del contributo di tutti i suoi membri.

Una serata piacevole e, grazie alla simpatia dei tre relatori, anche molto allegra ma che ci lascia con un messaggio forte, che è al contempo un invito: l’oratorio esiste solo se viene vissuto da tutti noi.

Un genitore

oratorio sera

Sabato sera… serata delle medie

Meeting dei chierichetti

5 gennaio 2023 - Meeting dei chierichetti a Ponte di legno.

Carnevale a Borno

12 febbraio 2023 Carnevale a Borno

Carnevale a Borno

Oratori dell'Altopiano

Viaggio a Monaco

Viaggio a Monaco

Marta Arici
Chiara Maggiori

Il 27-28-29 dicembre noi adolescenti delle parrocchie dell’Altopiano del Sole siamo partiti, con altre parrocchie della Valle Camonica, per il viaggio con destinazione Innsbruck, Monaco e Bolzano.

Nonostante le parecchie ore di viaggio e la sveglia molto presto, sono stati tre giorni pieni di emozioni.

Il primo giorno ci siamo diretti a Innsbruck, abbiamo visitato la città liberamente, camminando per le vie del centro, costeggiando anche il fiume, e ammirato il famoso tettuccio d’oro. Dopo pranzo siamo partiti per arrivare al nostro ostello a Monaco di Baviera.

Il giorno seguente, dopo una sveglia faticosa data la stanchezza, ci siamo diretti con il pullman al campo di concentramento di Dachau, dove, durante la seconda guerra mondiale, sono morte migliaia di persone vittime dell’odio nazista. Questa esperienza ci ha davvero segnati perché vedere con i nostri occhi realtà cosi dure è stato toccante. Il pomeriggio, dopo aver visitato il centro storico della città di Monaco, tutte le parrocchie si sono riunite nella chiesa di san Michele per partecipare alla santa messa.

Per concludere al meglio questa esperienza l’ultimo giorno abbiamo visitato le vie di Bolzano dove si svolgono i famosi mercatini di Natale.

Questi tre giorni, pieni di emozioni, ci hanno permesso di visitare luoghi nuovi e di passare del tempo insieme, cosa che senza questo viaggio non avremmo potuto fare.

Oratori dell'Altopiano

Chiara Corbella

Chiara Corbella

Chiara Corbella riceve in famiglia un'educazione cattolica e con la madre inizia a frequentare una comunità del Rinnovamento nello Spirito. Nell'estate del 2002, mentre si trova a Mediugorie con la sorella maggiore Elisa, incontra Enrico Petrillo, che si trova in pellegrinaggio con la comunità del Rinnovamento Carismatico.
Chiara ed Enrico iniziano a frequentarsi e si fidanzano; dopo sei anni, il 21 settembre 2008 si sposano ad Assisi nella chiesa di San Pietro. Al ritorno dal viaggio di nozze Chiara scopre di essere incinta, ma l'ecografia della bambina rivela un'anencefalia. I coniugi decidono che la gravidanza debba proseguire: il 10 giugno 2009 nasce Maria Grazia Letizia, che sopravvive al parto solo mezz'ora.
Dopo pochi mesi, Chiara ha una nuova gravidanza ma il bambino, cui viene dato il nome di Davide Giovanni, presenta gravi malformazioni ed è privo degli arti inferiori. La gravidanza viene comunque portata a termine; il piccolo muore il 24 giugno 2010, poco dopo la nascita.
Dopo essersi sottoposta insieme al marito a esami genetici, che escludono un collegamento fra le patologie di Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, Chiara ha una nuova gravidanza, ma al quinto mese le viene diagnosticato un carcinoma alla lingua, e viene sottoposta a un primo intervento il 16 marzo 2011. Per la seconda parte dell'intervento è necessario attendere la nascita del bambino, ma nel frattempo Chiara non si sottopone ad alcuna terapia per non danneggiare il feto.
Il 30 maggio 2011 nasce Francesco, completamente sano, e il 3 giugno successivo la madre affronta la seconda parte dell'intervento e inizia chemioterapia e radioterapia, ma ormai il tumore si è diffuso nell'organismo: Chiara muore il 13 giugno 2012 a Pian della Carlotta, località tra Cerveteri e Manziana, dove la coppia si era trasferita.
La giovane lascia una preziosa testimonianza di fede, come il cardinale Agostino Vallini sottolinea al funerale, celebrato a Roma il 16 giugno 2012 nella parrocchia di Santa Francesca Romana. Chiara è sepolta nel cimitero del Verano a Roma, nella stessa tomba dove riposano i suoi altri due bambini.

Secondo noi Chiara ha fatto una grande scelta e del tutto rispettabile perché dare la tua vita per salvare quella di tuo figlio è una decisione difficile e faticosa da accettare qualsiasi sia la tua scelta.

Sono convinto ogni madre darebbe la propria vita per suo figlio ma se tuo figlio non è ancora nato la decisione è difficile.

Pensieri elaborato da
Riccardo Conca e Nicola Zerla

Dalle comunità - OSSIMO

La consacrazione di Ossimo al CUORE IMMACOLATO DI MARIA

ossimo voto maria

Sara
Saviori

Era il mese di aprile del 1957 e in quell’anno il Comune di Ossimo era composto da tre frazioni: Ossimo Superiore, Ossimo Inferiore e Cogno. L’Amministrazione Comunale inviava a tutte le famiglie residenti nel comune una cartolina speciale: sul davanti riporta l’immagine della Madonna dedicata e sul retro reca un invito rivolto a tutta la popolazione.

L’Amministrazione invitava tutti i cittadini a riunirsi per compiere la Consacrazione Solenne al Cuore Immacolato di Maria, in ricordo del Voto espresso alla Madona anni prima, durante gli eventi bellici del secondo conflitto mondiale. L’appuntamento era per il giorno 22 aprile 1957 nella piazza della frazione di Ossimo Superiore dove era sita la casa comunale.

Nello specifico l’invito riportava il seguente testo “Cittadini di Ossimo, durante l’ultima guerra, nei tragici giorni in cui anche il nostro Comune era in pericolo nelle sue famiglie e nei suoi beni, Autorità Civili e Religiose, insieme con tutta la popolazione, invocarono la Madonna SS. e fecero voto, in caso di suo visibile intervento, di festeggiarla annualmente con una solennità esterna. Constatata la sua materna protezione, questa Comunità ha deliberato di perpetuare il ricordo di quel Voto con una solenne Consacrazione. Pertanto il giorno 22 Aprile 1957 le tre Famiglie Parrocchiali del Comune si uniranno fraternamente per compiere questa Consacrazione. La nostra Mamma Celeste ci aspetta tutti ai suoi piedi.”

ossimo voto maria

Fu durante questa solennità che venne redatta la prima pergamena dell’Atto Pubblico di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria Santissima.

ossimo voto maria ossimo voto maria

Durante la celebrazione venne anche affissa al Municipio di Ossimo una targa facente riferimento al Voto e un’immagine della Madonna, tutt’oggi presenti sulla parete che si affaccia su Piazza Roma.

Una seconda pergamena risale invece al 2003, emessa in occasione del rinnovo del Voto. Tale pergamena fu donata dall’Amministrazione Comunale a tutti i combattenti e reduci residenti nel comune a completamento delle celebrazioni del 25 Aprile del medesimo anno.

Questi i fatti storici che durante gli anni hanno segnato la tradizione della Festa del Voto, appuntamento ormai fisso per la comunità di Ossimo nel giorno di Pasquetta. Per l’occasione, nella frazione di Ossimo Superiore, viene celebrata la S. Messa nella Chiesa Parrocchiale e in seguito la popolazione porta in processione per le vie del paese la statua della Madonna, accompagnata da preghiere, canti e dal suono della Banda. Il corteo fa sosta in Piazza Roma davanti al Municipio dove sono affisse la targa e l’immagine della Madonna e qui viene rinnovata la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria con la presenza del Sindaco e delle Autorità Civili e Religiose.

Questa festa è molto sentita dalla comunità di Ossimo e per l’occasione la frazione di Ossimo Superiore si abbellisce con fiori, drappi, effigi della Madonna e piccoli altari costruiti sugli ingressi delle abitazioni a ricordarci che “La nostra Mamma Celeste ci aspetta tutti ai suoi piedi.”

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Dalle comunità - LOZIO

Sentirsi comunità a Natale

natale Lozio

L’Associazione culturale “I Musicanti di Lozio” durante il periodo invernale ha cercato di tener vivo il paese con alcune iniziative. Il 10 dicembre si è organizzata la quinta Rassegna corale “Stella Appar” nella Parrocchiale di Villa. La nostra magnifica Chiesa è stata accuratamente addobbata per ospitare, oltre al nostro, tre cori: il coro “Lé orége dè hoi” di Bienno, il coro “Valgrigna” di Esine ed il coro “Amici del Canto” di Borno. La serata è stata molto apprezzata e tutti i cori hanno allietato il pubblico con brani in spirito natalizio. La rassegna ha fatto così da porta d’ingresso per avvicinarci al Santo Natale.

Quest’anno la nostra associazione ha deciso di modificare la data, rispetto al passato, scegliendo così il pomeriggio del 6 gennaio per rappresentare il presepe vivente e col finire delle feste natalizie ha coinvolto tutte le associazioni del territorio nella sua organizzazione. Un presepe diverso dal tradizionale, visto con gli occhi dei Re Magi. Qui la partecipazione è stata ben oltre ogni più rosea aspettativa tanto da mettere in grossa difficoltà gli organizzatori nella gestione del pubblico accorso dal fondo valle per l’occasione. La piccola ma incantevole frazione di Sucinva si è letteralmente riempita di visitatori. L’intera comunità si è attivata e resa protagonista nei preparativi, ognuno ha voluto aggiungere un qualcosa, ognuno ha voluto metter a disposizione del “suo”: case, tempo, idee. Un Presepe vivente fatto da persone vere, che hanno saputo rappresentare la nascita di Gesù nel piccolo e suggestivo borgo, mostrando arti e mestieri antichi, luoghi incontaminati dal tempo che hanno creato una piacevolissima atmosfera natalizia. Sono stati davvero in tanti a complimentarsi per l’ottima riuscita e ad esser orgogliosi di aver contribuito in qualsiasi modo. Il Presepe ha riunito un intero paesino diviso in piccole frazioni per aiutarsi, collaborare e far comunità.

natale Lozio

Lozio ha dimostrato che, seppur con poche risorse umane ed economiche, può organizzare eventi che raccolgono grande successo di pubblico. È stato il trionfo di un’intera comunità che si è sentita partecipe di un evento del proprio paese: il presepe non ha colori, ha il potere di riunire tutte le persone che vivono in una piccola valle e mostrare con orgoglio le bellezze del proprio territorio e le proprie capacità rimanendo però sempre umili, come Gesù che nacque in una semplice capanna.

Questo presepe per Lozio non è stato un semplice evento, non è stata una semplice cosa da organizzare, è stato anche difficile mettere insieme le varie idee e opinioni ma tutto questo ha contribuito a farci sentire una comunità, ad allontanare il periodo buio del Covid e a farci guardare con speranza e serenità al futuro riscoprendo valori che contraddistinguono il nostro paese da sempre. Speriamo di poter replicare queste emozioni e voglia di fare magari con altri eventi, chissà!

Il Presidente dell’Associazione
"I Musicanti"

Dalle comunità - LOZIO

L'ombrello della Vita

ombrello vita lozio

È ormai in fase di ultimazione L'ombrello della Vita che è stato collocato prima dell'abitato di Sucinva.
Un progetto voluto e studiato in Sabatando (attività del Sabato sera, presso il Centro a Laveno). Bimbi e adulti hanno riportato su pannelli, alcuni luoghi che caratterizzano le quattro frazioni di Lozio.
I pannelli sono stati colorati, disegnati e abbelliti negli ultimi mesi.

Tanti hanno collaborato nelle varie fasi di allestimento per far sì che questo lavoro si concretizzasse.
Un grazie quindi alle diverse associazioni e al Comune per i contributi economici, ma soprattutto un grazie di cuore agli artigiani di Lozio che con tanto impegno hanno realizzato il progetto e che, per renderlo ancora più bello, lo hanno illuminato.
Lo step successivo è di abbinare ad ogni luogo menzionato sui pannelli, una fotografia con una breve descrizione e relativo QR CODE, così che turisti, villeggianti e visitatori possano conoscere al meglio il nostro paese e i suoi splendidi luoghi.

ombrello vita lozio ombrello vita lozio

Dalle comunità - LOZIO

CARNEVALANDO... a Lozio

Momenti di allegria e spensieratezza in un pomeriggio d'inverno... Il carnevale mette sempre d'accordo tutti. Tra giochi e scherzi e una piacevole merenda, anche quest'anno il carnevale ha fatto centro e la lotteria abbinata ha regalato tante sorprese!

Carnevale a Lozio Carnevale a Lozio Carnevale a Lozio Carnevale a Lozio Carnevale a Lozio

Parola del parroco

Carissimi,

cristo morto

che “tutto passa” sicuramente non è una grande novità. Già i filosofi dell’antica Grecia lo avevano affermato e sempre lo si è sperimentato.
La sensazione, oggi, è che in una società cosiddetta "dei consumi", questo processo sia diventato ancora più veloce.
Anche il modo di vivere sembra legato più a emozioni e sensazioni del momento piuttosto che a riflessioni e approfondimenti.
Sembra che le cose che passano quasi ci stravolgano, lasciando ben poco.
Potreste chiedervi: questo cosa c’entra con la Fede e la Pasqua ormai vicina?
Anche la fede, o meglio, il modo di vivere la fede e le feste consacrate, sembra essere entrato in questo vortice.
La Pasqua è una data scritta in rosso sul calendario a cui segue subito il Lunedì dello stesso colore, con qualche opportunità di fare un po' di vacanza.
Che c’è di male? Nulla! Ci aiuta a toglierci dal vortice delle cose che passano per dedicare più tempo alle persone care, a coltivare relazioni, ai viaggi e allo svago.
Anche le nostre comunità dell’Altopiano accolgono villeggianti che approfittano del tempo della vacanza anche per frequentare la chiesa, per vivere la confessione, per rinsaldare il rapporto con quel Dio che non passa.
Certo per noi cristiani, come ci insegna la Chiesa, la Pasqua deve diventare sempre più la fonte e il culmine di tutto l’anno liturgico con il Sacro Triduo della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Nostro Signore.
Non a caso, quaranta giorni di Quaresima e poi il tempo pasquale fino a Pentecoste, stanno attorno alla festa e ancora la Chiesa ci invita a vivere ogni Domenica come “la Pasqua della settimana”.
Non voglio però fare un trattato sulla Pasqua, condivido solo una riflessione su quanto Dio tocchi la vita dell’uomo, forza di eternità in mezzo alle cose che passano.
Ho trovato il tempo della Quaresima descritto come cammino dalla cenere al fuoco.
In natura prima c’è il fuoco, e la cenere è soltanto il residuo che rimane dalla combustione di una materia infiammabile.
Per la fede si parte, invece, dalla Cenere di inizio Quaresima, segno della nostra fragilità umana, per arrivare al Fuoco nuovo della Veglia Pasquale che ci ricorda che Dio è la forza d’amore capace di dare vita anche a ciò che sembra essere ormai privo di ogni possibilità.
Carissimi, nel tempo che passa diamo tempo a Colui che non passa.
Lasciamo distruggere dal fuoco dell’Amore di Dio le nostre infedeltà e miserie per lasciarci da Lui ricreare nel bene. Camminiamo nella luce della fede e il fuoco dello Spirito Santo faccia di noi testimoni autentici della Pasqua del Signore.

Buona e Santa Pasqua a tutti voi!

Vostro don Paolo

Con i Missionari

Anche nella disperazione sentiamoci TUTTI FRATELLI

Patrizia Zerla burkina faso
Patrizia Zerla burkina faso

Carissimi amici dell’Altopiano del sole, eccomi a voi con qualche notizia dal Burkina.

Noi e i nostri bambini stiamo bene. Nell’asilo di CASA SARA quest’anno ospitiamo 18 bambini gratis; vengono da famiglie sfollate da una località relativamente vicina a causa degli attacchi terroristici.

Quest’anno abbiamo avuto la gioia di ricevere la visita di un buon gruppo di amici di una associazione italiana che ci hanno fatto il regalo di una trivella perforatrice che ci era molto necessario per soddisfare i bisogni d’acqua. Accanto a queste gioie che diventano sempre più rare, viviamo invece un quotidiano fatto di insicurezza e paure. Avendo davanti agli occhi le immagini raccapriccianti che ci sono pervenute in questi tempi da Crotone, posso dire che anche noi abbiamo conosciuto la disperazione.

Sì, leggiamo la disperazione sui volti delle mamme che arrivano con i figli denutriti o malnutriti che rischiano la vita; conosciamo la disperazione di nonne o di parenti che portano dei neonati rimasti senza mamma al parto o qualche giorno dopo, anche un mese dopo, mamme morte a causa di complicazioni dopo il parto.

Le mamme se ne vanno e i bambini rimangono senza un seno da succhiare … e qui il latte in polvere costa tantissimo. La disperazione la si conosce, la si avverte: è un paese messo in ginocchio il nostro, a causa dello jihadismo, degli attentati, e si muore in continuazione per colpi sparati all’impazzata appunto da jihadisti in vari villaggi, in varie zone, che arrivano con le moto e sparano a tutto spiano, o di mine che mettono lungo i sentieri e la gente ci salta sopra. È questa la dura realtà di chi decide di partire.

Naturalmente nessuno caldeggia questo, però è la disperazione che ti porta a scelte estreme.

Patrizia Zerla burkina faso

Noi qui siamo in resistenza già da alcuni anni. Resistiamo a tutte le varie difficoltà di ogni giorno, cominciando dal clima sempre più duro, sempre più caldo, sempre più pesante.

Questo è il periodo dell’harmattan, il vento che viene dal deserto e soffia caldo caldo caldo, ti penetra fino al midollo e porta con sé polvere, sabbia che trovi ovunque insieme a malattie. La conseguenza è la mancanza di acqua: qui piove solo nei mesi di luglio, agosto e settembre.

Ecco siamo in resistenza perché i mercati sono impazziti, i prezzi sono triplicati ed è difficile arrivare a fine mese.

Anche per noi come Associazione è molto difficile arrivare a fine mese, perché le emergenze sono tantissime. Ogni tanto lanciamo dei messaggi nella chat della nostra associazione; lanciamo SOS per l’una o per l’altra cosa perché davvero sono tante tante le difficoltà… ma non molliamo, non molliamo. Cosa vi chiedo?

Vi chiedo l’amicizia, l’affetto, vi chiedo la preghiera. Vi chiedo il cambio culturale: cercate di aiutarci a diffondere un pensiero che è quello positivo, che è quello di essere tutti fratelli, che è quello di essere tutti uniti in un’unica cordata. E poi, certo, sosteneteci nei nostri progetti perché possiamo continuare a seminare speranza tra queste strade, tra questa gente, tra questa mia gente. E grazie di tutto!

Un abbraccio forte forte da parte di tutti noi e arrivederci presto.

Vostra Patrizia


Chi desiderasse sostenere l'opera missionaria di Patrizia Zerla può farlo mediante:
c/c postale 61399754
oppure IBAN: IT 29 K 07601 03400 000061399754
intestato a: Tante Mani per… uno sviluppo solidale-Onlus
Causale: Progetto CASA SARA Burkina Faso

Con i Missionari

PADRE GIACOMO Un anno dalla morte

Questa è una delle testimonianze e notizie che i Padri Saveriani hanno raccolto in una pubblicazione in memoria di P. Giacomo.

p. Giacomo Rigali

Negli ultimi anni ‘80 sono stato coinvolto nella parrocchia, nell’oratorio e nel gruppo missionario. Spesso durante l’estate, fra Grest e altre proposte estive per ragazzi e adolescenti, capitava che un missionario originario del nostro paese tornasse per un breve periodo di riposo. È stato così che ho avuto la fortuna di conoscerti e poter godere della tua amicizia, carissimo Padre Giacomo.

Nelle tue riflessioni durante le Messe, negli incontri con lo stesso gruppo missionario in cui con passione ci raccontavi del tuo Bangladesh e poi di Manila e delle tue Filippine, ma anche intorno ad un tavolo per condividere in gioiosa fraternità un pranzo o una pizza insieme ad altri amici, ci facevi respirare davvero una visione aperta al mondo. Non omettevi certo problemi, miserie e difficoltà, ma nutrivi e trasmettevi una grande speranza negli uomini e in quel regno di Dio che, nonostante tutto dicevi, continua a crescere, a diffondersi, ad incarnarsi.

Così scrivevi in una breve presentazione della tua povera persona, come ti definivi, per la Quaresima Missionaria 2006: “Dovunque ho girato nel mondo ho visto che il bene e la speranza sono fioriti là dove qualcuno ha lavorato e sudato insieme a Dio e Dio con lui… Dio si fa uomo e si fa vicino a chi è nel bisogno ogni giorno per mezzo nostro. Se noi, per paura di perderci, ci tiriamo indietro... Dio non può che aspettare pazientemente fino a che qualcun altro si farà avanti e gli dirà: «Eccomi, ci sto a rischiare con Te»”.

Conservo sempre nella mente e nel cuore gli esempi semplici, concreti e spesso sorprendenti con i quali sapevi farci cogliere aspetti profondi, mutamenti sociali, bisogni e aspirazioni delle persone.

Paragonavi, ad esempio, le baraccopoli di Manila ad un organismo vivo in cui le cellule, anche in situazioni di estrema povertà, continuano a rinascere, a rigenerarsi. Raccontavi, infatti, che quando per costruire una strada le autorità decidevano con le ruspe di distruggere centinaia di baracche, dopo poco tempo queste, a qualche decina di metri di distanza, venivano di nuovo ricostruita e la vita delle famiglie che le abitavano, nonostante tutto, andava avanti.

Ma una delle immagini che più è rimasta dentro di me è stata quella del carretto con il motore della Ferrari. Dicevi che in certi paesi la vita delle persone poteva essere paragonata a quella dei nostri nonni che caricavano il fieno su carretti di legno sgangherati ma che andavano più che bene per il ritmo lento e la vita di quei tempi. Mentre però i nostri nonni potevano vedere e sperimentare solo il loro mondo, affermavi che in quei paesi – dove la televisione e poi il telefonino sono presenti ormai anche nelle abitazioni più disumane e disperate, o dove a qualche centinaia di metri delle baraccopoli si trovano quartieri super moderni e super ricchi – alla gente viene sbattuta in faccia un altra realtà di vita comoda, lussuosa, attraente. Proprio come un carretto spinto dalla potenza mostruosa di un motore della Ferrari sarebbe destinato a saltare e dilaniarsi in mille pezzi, così questo enorme contrasto tra povertà e ricchezza, tra miseria e reali o apparenti promesse di vita facile e felice stava provocando (e provocherà) sempre più esplosioni e conflitti nelle famiglie e nella società.

Sono passati molti anni da quando ci facevi ragionare su questa immagine. Pensando a ciò che abbiamo visto e vissuto nella storia recente – migrazioni, atti di terrorismo, realtà sempre più vorticose e frastornanti – sembra che tu sia stato purtroppo profetico. A volte seguendo gli avvenimenti, ma anche i cambiamenti sociali delle nostre famiglie e comunità, abbiamo l’impressione di non riuscire più nemmeno a raccogliere i pezzi più grossi di quel carretto che è la nostra vita.

Eppure, nonostante queste tue analisi profonde e disincantate della realtà, per quel poco che ho potuto conoscerti ed apprezzarti, riuscivi sempre a mantenere una grande fiducia nell’uomo e una grande speranza nella pazienza di Dio. Dicevi che Lui non si stanca di aspettarci. Non smettevi mai di credere che i tuoi studenti internazionali – ai quali ricordavi che la vera strada da percorrere è quella verso il basso, verso la scelta degli ultimi – avrebbero potuto davvero lavorare affinché il regno di Dio penetrasse nell’immensa Asia.

Con l’iniziativa delle Messe e delle confessioni nei grandi centri commerciali di Manila, come scrivevi nelle tue email di questi ultimi anni, ribadivi un’esigenza di cui mi parlavi al termine di un pranzo con due nostri cari amici (che ci ospitavano e ci facevano incontrare nella loro bella famiglia) e che condivido con tutto il cuore: in mezzo al frastuono e alla confusione in cui siamo immersi costantemente, abbiamo più che mai bisogno di momenti di silenzio, di ascolto interiore per riprendere fiato.

Nell’intervista, sempre via email, che ti ho scroccato un paio d’anni fa, dicevi infatti che “Il cristianesimo per sopravvivere dovrà essere vissuto ad un’altra dimensione, più profonda, personale e qualcuno dice più “mistica”… Tanti stanno già rendendosi conto e cominciano a pensare di più. Dio ci sta già prendendo da dentro e ce la farà a renderci più profondi, più in comunione, più mistici. La spiritualità non è solo per monaci nel convento, ma ancor di più per i vagabondi nel mondo connessi al Dio del loro cuore”.

Caro Padre Giacomo ci dicevi che Dio chiama tutti, cristiani, musulmani, buddisti, a questa profondità, alla danza della vita, quella vita in cui tu hai creduto profondamente, quella vita che hai amato e servito in diversi luoghi del mondo. Ora che tu vivi questa danza senza fine, aiutaci sempre a rimanere aperti… al mondo.

Franco

Di tutto un po'

Consultorio Familiare “G. Tovini”
Non solo problemi di coppia

consultorio breno

Era il lontano 2014 quando la dottoressa Elena Salvetti ci ha contattato per conto del Consultorio Familiare G. Tovini di Breno, per proporci questa attività, un percorso di Stimolazione Cognitiva.
Fin da subito ad alcuni di noi è sembrato interessante, sicuramente un’opportunità da non sprecare.
Abbiamo iniziato con incontri individuali per poi passare a incontri di gruppo, e da qui ci si è aperto un mondo.
L’esperienza di gruppo ci arricchisce a 360°, non solo centra l’obiettivo della Stimolazione Cognitiva, ma diventa confronto, relazione, coinvolgimento e soprattutto divertimento.
Scontrarsi con i propri limiti, confrontarli con quelli degli altri, lavorare per superarli, sono tutti passaggi affrontati con serenità ed allegria, e quando si arriva al risultato il divertimento assume anche l’aspetto dell’orgoglio di avercela fatta e ancor di più di averlo fatto insieme.
Per noi è diventato un appuntamento imperdibile!.

Sira Appolonia e le partecipanti

Associazione familiare G. Tovini Onlus
Via SS.M.Guadalupe 10 - Breno
Tel. 0364/ 327990
Email: info@consultovini.it

Nomi e Volti

Battesimi

Borno _____

battesimo Borno
Beatrice Maria Bigoni
di Roberto e Nadia Magnolini
Borno 14 gennaio 2023

battesimo Borno
Emma Gheza
di Francesco e Cristina Pedersoli
Borno 5 febbraio 2023

battesimo Borno
Anna Gheza
di Gregorio e Francesca Rivadossi
Borno 5 marzo 2023

Nomi e Volti

Matrimoni...

Matrimonio
Nadia Piana e Massimo Sciola
Rodengo 4 agosto 2022

Matrimonio
Nadia Magnolini e Roberto Bigoni
Borno 14 gennaio 2023

50° Matrimonio
50°
Felicitazioni a
Vittoria Sarna e Angelo Venturelli
30 dicembre 2022 - Borno

Nomi e Volti

Chiamati alla vita eterna

Borno _____

defuntoMargherita Malazzi
10 feb 1927
31 dic 2022

defuntoMaddalena Franzoni
7 giu 1929
1 gen 2023

defuntoNatalina Ferrari
20 gen 1938
5 gen 2023

defuntoMarco Odelli
16 giu 1936
27 gen 2023

defuntoBortolo Arici
26 giu 1944
1 feb 2023

defuntoGiacomina Rivadossi
11 lug 1945
2 feb 2023

defuntoGiovanni Re
9 apr 1933
5 feb 2023

defuntoGiacomo Fiora
27 nov 1947
9 feb 2023

defuntoBortolo Fiora
5 giu 1935
23 mar 2023

... perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Dal salmo 16

Ossimo Inf. ___

defuntoMaria Bertoni
18 nov 1939
30 dic 2022

defuntoFermo Antonio Zendra
31 ago 1966
27 gen 2023

defuntoBruno Celeste Isonni
21 mar 1962
23 feb 2023

Ossimo Sup. ___

defuntoRenato Odelli
16 giu 1926
21 dic 2022

defuntoBortolina Calzoni
8 mar 1966
8 gen 2023

defuntoGiacinto Silvio Zerla
14 lug 1933
20 gen 2023

defuntoPietro Isonni
27 feb 1947
29 gen 2023

defuntoGiovanni Tedeschi
31 ott 1932
2 feb 2023

Lozio ___

defuntoLuigi Vanoli
11 feb 1933
11 dic 2022

defuntoMaria Elena Canossi
17 set 1936
12 dic 2022

defuntoCristina Molinari
7 ago 1939
25 dic 2022

defuntoCipriano Montrasi
27 lug 1953
30 dic 2022
(a Pero MI)

defuntoPietro Piccinelli
3 gen 1931
17 gen 2023

Per riflettere

Possiamo dirci cristiani?

Card.
Giovanni Battista Re

diogene lampada

Ci teniamo a dirci cristiani e ci offendiamo se qualcuno osa dire che non lo siamo.

Essere cristiani non è cosa da poco: vuol dire seguire Cristo e vivere in fedeltà al Vangelo, vuol dire essere inseriti nel cammino verso la salvezza; vuol dire avere un’alta concezione della nostra esistenza e del mondo, vuol dire credere, sperare, amare e operare.

Che tipo di cristiani siamo noi? A quale della seguente categoria apparteniamo?

Cristiani “zero” cioè “cristiani di etichetta”, come dice Papa Francesco: cristiani con uno stile di vita che è in contraddizione col Vangelo e con lo spirito di chi è figlio di Dio e membro della Chiesa.

Cristiani “canne al vento”, che si piegano ad ogni soffiar di vento. Cristiani pronti a curvarsi all’opinione dominante, alla moda del momento e all’interesse. Ogni tanto c’è qualche lampo di bontà e di religiosità, ma poi ci si intruppa con chi conduce il gioco e crea la moda. Si diventa dei gregari.

Cristiani autentici, cioè cristiani veri. Sono persone, donne e uomini, che credono che, oltre le stelle, c’è un Dio che ci ama, e vivono con coerenza i principi ed i valori umani e cristiani che danno senso alla vita; sono convinti che solo in Dio trova pieno senso l’esistenza e pieno compimento la dignità di ogni essere umano. Nella vita quotidiana danno testimonianza della loro fede e la considerano un valore da trasmettere anche agli altri.

Per il buon cristiano partecipare alla Messa la domenica è cosa seria e importante, a cui cerca di essere sempre fedele. Sa anche che Dio lo attende per donargli nella confessione il pendono dei peccati, e dal Vangelo ha appreso che Dio non solo perdona sempre quando siamo pentiti, ma gioisce nel perdonare, come il padre della parabola che esulta per il ritorno del figliuol prodigo, lo abbraccia affettuosamente e invita a fare festa per quel ritorno.

Il buon cristiano apre e chiude la giornata con la chiave di una breve preghiera.

Il vero cristiano, riconoscendo Dio come Padre, considera gli altri come fratelli e cerca di far crescere nel mondo la solidarietà e la fratellanza. Ugualmente si impegna a dare il suo contributo per promuovere una società più giusta, più onesta, più umana e più buona.

La Pasqua è un invito ad una vigorosa ripresa del nostro impegno religioso; è occasione per una revisione della nostra adesione alla fede cristiana ed ai doveri del buon cristiano. Viviamo in una società che non favorisce, che non aiuta, che non facilità il vivere in coerenza col Vangelo e ci porta ad assorbire l’atmosfera del nostro tempo, per cui ci sembra che non ci sia bisogno di cercare cose invisibili che superano la scena di questo mondo.

Dobbiamo invece avere una bussola che ci orienti verso quel porto che si chiama Dio. Il dono incomparabile della fede non si esaurisce in una adesione puramente esteriore e passiva, ma richiede un continuo sforzo per una vita buona e religiosa, che non perde l’orientamento verso il cielo. Il cristiano infatti vive in questo mondo, ma non deve dimenticare che – come dice San Paolo – “la nostra patria è nei cieli”, dove potremo dare la mano a Dio nell’immensità del suo amore.

Si narra che, alcuni secoli prima di Cristo, gli Ateniesi con grande meraviglia videro il vecchio e celebre maestro Diògene aggirarsi in pieno giorno per le strade affollate della città con in mano una lucerna accesa. Un suo discepolo gli si avvicinò e gli chiese: “Maestro, che cosa cerchi?”. Diogene rispose: “Cerco un uomo retto”.

Diogene, alla luce della lanterna dell’onestà naturale, non riusciva a trovare un uomo retto.

Alla luce della lanterna della fede e del messaggio del Vangelo, noi che viviamo nel terzo millennio, possiamo dirci “cristiani autentici”? Pasqua attende la nostra personale risposta.

Per riflettere

RISURREZIONE E VITA ETERNA: ci crediamo davvero?

Don
Raffaele

resurrezione
Resurrezione della carne
(Beato Angelico 1447 - Luca Signorelli 1499-1502)

La Pasqua, come sappiamo, rappresenta il centro dell’Anno Liturgico e il succo della nostra fede.

La Pasqua dà senso e spessore a tutto il nostro impegno di vita cristiana, rappresenta il significato e il traguardo del nostro essere cristiani. Se non raggiungiamo il dono della Pasqua siamo degli illusi, persone che faticano nella fede senza sapere dove vanno.

La nostra professione di fede, il Credo, che noi in chiesa recitiamo ogni domenica, termina con due affermazioni: “aspetto la resurrezione della carne e la vita eterna. Amen!” Ritengo che la parte più importante di un discorso, di un libro, di una preghiera sia la parte finale, non l’inizio. La fine ti rivela il senso di quanto hai letto e meditato.

Per esempio il Manzoni, autore di quel romanzo intramontabile che sono “I Promessi Sposi”, termina con i protagonisti radunati in famiglia che ripensano alle avventure vissute. Renzo dice di aver imparato tante cose, Lucia saggiamente dice che non è stata lei ad andare a cercare i guai, ma loro hanno cercato lei.

Discutono e poi la conclusione: i guai vengono sempre e quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce e li rende utili per una vita migliore. “Questa conclusione – scrive il Manzoni – benché trovata da povera gente, ci è parsa così giusta che abbiamo pensato di metterla qui come il sugo di tutta la storia”. È la chiave di lettura di questo romanzo piuttosto corposo, che è incentrato sulle vicende di Renzo e Lucia, ma che coinvolge il mondo che li circonda, il potere politico, la guerra, le disgrazie, la peste, una vita fatta di difficoltà e sofferenze. Nel romanzo la Provvidenza è la linea guida di tutte le vicende e Dio è vicino alla vita dei poveri e perseguitati.

Quindi anche per la nostra professione di fede, il Credo, la parte più importante è la fine: “aspetto la resurrezione della carne e la vita eterna. Amen!” Queste due frasi danno senso e spessore a quanto proclamiamo nel Credo dove diciamo di credere in Dio che è Padre Onnipotente, nel Figlio Gesù Cristo il Salvatore, nello Spirito Santo che è amore, nella Chiesa, nel Battesimo, nella remissione dei peccati…

Tutto questo, la mia fede mi porta alla meta, al traguardo che è la resurrezione della carne e la vita eterna. Amen!!! Senza questa conclusione la nostra fede sarebbe un'illusione.

Ma è facile avere fede in Gesù? Facile è la fede che è credere nelle verità: non ti costa niente. Ma sappiamo che avere fede vuol dire fidarsi di una persona, porre in tale persona la speranza e il senso della nostra vita. Questa fede che è fidarsi a volte è difficile.

Vi racconto una piccola storia.

albero

Negli anni passati in un paesino dell’alta Valle c’era un uomo già attempato che sentenziava che Dio non esiste, che il Parroco raccontava nelle prediche solo delle storielle, che le nonne che andavano a messa ogni giorno in fondo erano un po’ rimbambite.... E questo lo predicava e sosteneva con forza.
Un giorno andò a fare una passeggiata in montagna. Camminava su un sentiero che guardava uno strapiombo di 200 metri. A un certo punto, fatalità o distrazione, scivola e precipita nel burrone. Per fortuna dalla roccia usciva, dopo un salto di 10 metri, un bosco di rami robusti e lui andò a planare proprio sopra il bosco e si abbrancò con tutte le forze a un ramo.
Passata la paura cominciò a chiedersi: “E adesso che faccio? Chiamerò aiuto...” e cominciò a gridare con tutta la voce: “Aiuto, salvatemi!” Non una voce, non un suono: nessuno quel giorno era in montagna. Allora disse tra sé: “Proverò a chiamare Dio che mi aiuti”. E a voce altissima iniziò a gridare: “Dio, Dio aiutami, salvami!”... non una voce, non un suono. “Ho proprio ragione io – disse tra sé – Dio non esiste Lo chiamo ma non si fa sentire”.
“Cosa vuoi?”, sente dire alle spalle da una voce poderosa.
“Chi sei?”, chiede tutto impaurito.
“Sono Dio. Mi hai chiamato e sono venuto. Scusa il ritardo ma avevo da fare. Ma adesso sono qui tutto per te. Dimmi cosa vuoi, cosa ti occorre”.
“Come cosa mi occorre – dice l’uomo – sei cieco? Vedi come sono accomodato. Aiutami… salvami…”
“Ma tu non credi in me. Continui a dire che io non esisto e allora perché dovrei aiutarti?”
“No, no, mi sono sbagliato. Tu esisti, esisti. Ma adesso dammi una mano altrimenti morirò”.
“Va bene, ti darò un aiuto. Tu adesso credi che io esisto ma ti fidi di me, farai quello che ti dico di fare?”
“Sì, farò tutto quello che mi dici, ma aiutami…”
“Bene, allora se ti vuoi salvare, lascia andare il ramo”.
“Come scusa, lasciare il ramo? E poi che fine faccio? Invece di salvarmi io muoio, non lascerò mai andare il ramo!”
“Vedi che non ti fidi di me – disse Dio cominciando a ridere – e allora ti saluto e ti lascio. Ciao!”
Ridendo ancora Dio si allontanò mentre l’altro continuava a gridare. Forse ancora oggi è appeso al ramo in attesa che qualcuno lo venga a salvare.

Dalla storiella – spero vi sia piaciuta – cerchiamo qualche applicazione un po’ più seria per noi.

Il dono della Pasqua qual è?

È vedere come Dio, se hai fede in Lui, ti dà la vita nuova. Pasqua, passaggio da una vita normale non a una vita migliore, ma totalmente diversa... “Aspetto la Resurrezione della carne e la vita eterna...”

Ma occorre la fede:

- credere non tanto a delle formule (abbiamo detto che non costa molto) ma fidarsi della Persona che ti parla;

- fidarsi perché mi fido del suo Amore, perché la Pasqua è la manifestazione dell’Amore di Dio che dona a quanti si fidano di Lui, la vita eterna;

- fidarsi di Lui ciecamente, con tutto noi stessi, come il bambino che dorme fiducioso in braccio alla mamma e non ha paura, ha tutto quanto occorre perciò dorme tranquillo.

Questo – la Resurrezione della carne e la Vita eterna – è il traguardo della nostra vita cristiana.

Essere cristiani vuol dire sentirsi sempre amati da Dio, talmente amati che Lui non ci abbandona mai e ci dona la vita della Pasqua. Viviamo con impegno e speranza la Quaresima per gustare nella Pasqua l’Amore di Dio. Diciamo ogni giorno: “Signore, io credo, ma aumenta la mia fede!!!”

Per riflettere

TESTAMENTO SPIRITUALE: un'occasione per ringraziare

Testamento di papa Benedetto XVI
29 agosto 2006

papa Benedetto

Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene.
Ringrazio i miei genitori, che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce, illumina tutti i miei giorni fino a oggi. La lucida fede di mio padre ha insegnato a noi figli a credere, e come segnavia è stata sempre salda in mezzo a tutte le mie acquisizioni scientifiche; la profonda devozione e la grande bontà di mia madre rappresentano un’eredità per la quale non potrò mai ringraziare abbastanza. Mia sorella mi ha assistito per decenni disinteressatamente e con affettuosa premura; mio fratello, con la lucidità dei suoi giudizi, la sua vigorosa risolutezza e la serenità del cuore, mi ha sempre spianato il cammino; senza questo suo continuo precedermi e accompagnarmi non avrei potuto trovare la via giusta.
Di cuore ringrazio Dio per i tanti amici, uomini e donne, che Egli mi ha sempre posto a fianco; per i collaboratori in tutte le tappe del mio cammino; per i maestri e gli allievi che Egli mi ha dato. Tutti li affido grato alla Sua bontà. E voglio ringraziare il Signore per la mia bella patria nelle Prealpi bavaresi, nella quale sempre ho visto trasparire lo splendore del Creatore stesso. Ringrazio la gente della mia patria perché in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede. Prego affinché la nostra terra resti una terra di fede e vi prego, cari compatrioti: non lasciatevi distogliere dalla fede. E finalmente ringrazio Dio per tutto il bello che ho potuto sperimentare in tutte le tappe del mio cammino, specialmente però a Roma e in Italia che è diventata la mia seconda patria.
A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto, chiedo di cuore perdono.
Quello che prima ho detto ai miei compatrioti, lo dico ora a tutti quelli che nella Chiesa sono stati affidati al mio servizio: rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Spesso sembra che la scienza — le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l’esegesi della Sacra Scrittura) dall’altro — siano in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica.
Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza; così come, d’altronde, è nel dialogo con le scienze naturali che anche la fede ha imparato a comprendere meglio il limite della portata delle sue affermazioni, e dunque la sua specificità.
Sono ormai sessant’anni che accompagno il cammino della Teologia, in particolare delle Scienze bibliche, e con il susseguirsi delle diverse generazioni ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili, dimostrandosi essere semplici ipotesi: la generazione liberale (Harnack, Jülicher ecc.), la generazione esistenzialista (Bultmann ecc.), la generazione marxista. Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo.
Infine, chiedo umilmente: pregate per me, così che il Signore, nonostante tutti i miei peccati e insufficienze, mi accolga nelle dimore eterne. A tutti quelli che mi sono affidati, giorno per giorno va di cuore la mia preghiera.

Benedictus PP XVI

Don
Cesare

Queste semplici righe non vogliono essere un commento al testamento di Papa Benedetto, scritto nel 2006, un anno dopo l’elezione al soglio pontificio, ma una semplice riflessione personale su questa bellissima testimonianza di un grande uomo di fede e di scienza.

Lo stesso schema dello scritto rivela una lucida scala di valori. Il grazie a Dio che lo ha guidato anche nei momenti bui verso la sua salvezza.

In secondo luogo gli affetti, i genitori: il padre per la “lucida fede”, la madre per “profonda devozione e grande bontà”, la sorella che lo ha assistito per decenni disinteressatamente ed il fratello “con la lucidità dei suoi giudizi… mi ha spianato il cammino…”

A seguire gli amici, i collaboratori, i maestri e gli allievi.

Da ultimo un affettuoso ringraziamento alla sua terra e alla sua gente “...in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede”.

A conclusione di questa prima parte di ringraziamenti troviamo una preghiera “... rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Spesso sembra che la scienza sia in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica”.

Questa preghiera introduce il pensiero finale sulla certezza della fede.

Nella parte conclusiva infatti ritroviamo l’uomo di cultura che testimonia: “Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin dai tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede…”.

“Sono ormai sessant’anni che accompagno il cammino della teologia… ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili…”.

“Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita”.

Un breve testo da leggere e rileggere come gran bella testimonianza di fede.

Per riflettere

La TRADIZIONE o cresce o muore!

Emilia
Pennacchio

teologia

Leggevo, qualche giorno fa, un articolo del teologo don Armando Matteo in ordine alla crisi profonda dei riferimenti religiosi, delle chiese sempre più vuote e l’invito alla Chiesa ad “immaginare oggi i cristiani di domani”.

Le persone della mia generazione e, ancor di più, quelli delle generazioni precedenti, non smettono di interrogarsi su questa, oramai conclamata, “crisi del cristianesimo”.

Una crisi innegabile a cui la Chiesa sta cercando di dare risposte e possibili soluzioni. Tutti sono d’accordo, però, nel dire che alla sua base c’è quella rottura presente in maniera inequivocabile nella trasmissione generazionale della fede, dalla quale probabilmente è necessario ripartire.

Quando io ero una bambina, tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70, la vita sociale era permeata dei valori della fede. Il segno della croce sin dall’asilo, le “feste comandate” - san Giuseppe, l’Ascensione, il Corpus Domini, i santi Pietro e Paolo - per cui si stava a casa da scuola e la messa era “di precetto” come quella della domenica. La parrocchia – come la scuola - allora avevano un ruolo educativo fondamentale. Non c’erano grandi progetti educativi studiati a tavolino, ma le suore per le bambine e il curato per i maschietti che insegnavano principalmente i valori dell’amicizia, del rispetto, della condivisone attraverso il gioco e i lavori manuali. Il catechismo a Borno era la domenica per tutti e a carnevale il paese era coinvolto con spiegamento di forze e fantasia davvero incredibili, per la realizzazione dei carri in vista della tradizionale sfilata. E poi la festa del papà a marzo e quella della mamma a maggio: qui le suore davano il meglio di loro stesse!

Erano questi i capisaldi del “fare insieme per la gioia di tutti”: ci si ritrovava al cinema per applaudire i bambini che recitavano, cantavano e ballavano e per ascoltare il coro. Cose semplici che avevano però un gran potere legante e di appartenenza.

Il cambiamento d’epoca ha scardinato questo ordine delle cose. E per certi versi è stato un bene, meno per altri. Eh sì, perché se da un lato è venuta alla luce una certa incongruità di alcuni precetti che non venivano spiegati ma ordinati, imposti dalla tradizione del “si è sempre fatto così”, dall’altro si è andato sempre più perdendo quel senso di appartenenza, di aiuto reciproco, di attenzione per l’altro. E così, coll’andare del tempo, le antiche pratiche di avvicinamento alla fede e della fede stessa sono divenute inefficaci. Sempre più inefficaci. La frattura tra chiesa e società è divenuta sempre più grande e allo stesso tempo, all’interno delle comunità, si è aperta una voragine piena di egoismi, di orticelli ben curati che poco condividono con i vicini. Anzi, in realtà noi oggi condividiamo moltissimo, ma attraverso uno schermo e senza fare un briciolo di fatica, illudendoci di riempire così vuoti sempre più profondi. Col risultato, invece, di sentirci sempre più svuotati e alla perenne ricerca di qualcosa con cui “colmarci”. E intanto gli algoritmi sui social sciorinano metodi infallibili per ritrovare l’equilibrio interiore, per non soffrire, per essere sempre felici. Aumentano le pratiche legate al benessere, alla ricerca della pace interiore nei modi più svariati. Che in sé non sono certo un male! Ma, ci smuovono davvero nel profondo? Ci interrogano davvero sui nostri disagi, sulla nostra continua ricerca di pace? E, soprattutto, rispondono davvero alle nostre domande, alle nostre inquietudini?

Se le vendite di psicofarmaci sono in costante, drammatico aumento (anche fra i più giovani), forse le risposte stanno altrove?

Fortunatamente, la necessità atavica di cercare risposte ai bisogni spirituali dell’esistenza non è mai venuta meno nell’uomo, nemmeno in questa società permeata di edonismo e di ricchezza fine a sé stessa. Forse questa ricerca è scritta nel suo DNA… Allora forse è da qui che si potrebbe ripartire, sia come Chiesa che come società.

Come Chiesa, oramai da tanti ambiti, viene rilevata la necessità di un cambiamento radicale della mentalità pastorale e ancor di più, una nuova immaginazione del cristianesimo del futuro.

E chi, se non i credenti possono essere portatori di questo nuovo slancio?

Già, noi credenti, che però soffriamo di alcune “patologie religiose”. Una fra queste, è quella che papa Francesco ha definito “indietrismo”. Troppo bello questo neologismo!

La sindrome dell’indietrismo colpisce moltissimo quelli della mia generazione e naturalmente quelli più attempati. Consiste nel ritenere che la soluzione a questa crisi dei riferimenti religiosi sia quella di restare tenacemente legati alla tradizione che ha funzionato per tanto tempo, perseverando in quello stesso sistema di trasmissione, auspicando che prima o poi…. Ma le chiese vuote, i seminari vuoti, i monasteri vuoti, i sacramenti che sono divenuti più un’occasione di festa familiare che non di reale crescita cristiana, non sono forse lì a rammentarci che guardare indietro non è la sola strada percorribile?

“La tradizione o cresce o muore!” scrive don Armando.

Abbiamo dunque il dovere di provarci!

La Chiesa per prima! Che deve essere guida, deve fornirci una nuova chiave di lettura, interpretare quel che la tradizione ci ha consegnato, non più come un mero atto tenacemente moralistico che oggi non funziona più, ma come qualcosa di più profondo. Ma come?

Durante la Quaresima mi è capitato di ascoltare un contributo di don Luigi Epicoco sulla pratica religiosa relativamente alle opere quaresimali. Condivido brevemente alcuni passaggi dell’intervento, (il video è disponibile su You tube), perché forse questa chiave di lettura potrebbe rappresentare una sorta di matrice applicabile in modo più generale anche agli altri temi della spiritualità, nel trovare una possibile via d’uscita alla crisi.

Don Luigi afferma che tutti abbiamo un problema molto serio quando pensiamo alla pratica religiosa così come la tradizione ce l’ha consegnata. In effetti, la lettura che solitamente ne diamo è fondamentalmente moralistica. Abbiamo cioè sempre ritenuto che elemosina, digiuno e penitenza, (per fare un esempio) siano dei gesti che riguardano la nostra morale, per cui basta fare qualcosa per ottenere un risultato. Quindi, banalmente, metto una busta di denaro nella cassetta delle offerte e sono a posto con la mia coscienza; non mangio la carne come prescritto così ho fatto il mio dovere di bravo cristiano e sono a posto. E via dicendo.

Queste credenze, cioè pensare che la vita cristiana si possa ridurre ad una tecnica con le sue regole e chi più le segue più è bravo, hanno contribuito nel tempo a far ammalare il cristianesimo. In realtà, i gesti che noi compiamo nella nostra vita cristiana, cioè la nostra pratica religiosa, sono sempre simbolici, cioè indicano qualcosa di più profondo. Se, ad esempio, proviamo un sentimento nei confronti di qualcuno, lo simbolizziamo con un gesto, magari un abbraccio. Ma questo abbraccio non è solo un gesto fisico, esso trasmette evidentemente qualcosa di più profondo: affetto, amore, riconoscenza, gioia … Dunque, tutta la pratica cristiana, o indica qualcosa di profondo o è semplicemente moralismo. È quello che costantemente Gesù cerca di affermare nel Vangelo quando corregge la mentalità degli scribi e dei farisei e, alcune volte, anche dei discepoli di Giovanni.

Dunque è evidente che la pratica cristiana ha senso unicamente dentro una relazione. Se rimangono solo il precetto, la regola, la tecnica come accaduto nel passato, il cristianesimo diventa una gara in cui dobbiamo dimostrare qualcosa entrando in competizione con noi stessi. La vita spirituale invece non è mai una gara con noi stessi: è sempre l’incontro con qualcuno che rende significativi i nostri gesti e quindi la nostra vita.

E che cosa è la relazione se non avere uno sguardo di misericordia, di attenzione che ci metta in contatto gli uni con gli altri?

Vivere la nostra vita cristiana senza moralismi, senza sovrastrutture, senza diktat ci può portare, dice Epicoco “ad un tempo in cui capiremo che la parte più interessante di noi non è in noi, ma nell’altro. Che il volto dell’altro è ciò che più ci fa capire noi stessi. Scopriremo la relazione come il luogo teologico più interessante della nostra vita.

L’esperienza della Pasqua è l’esperienza di questo passaggio, di questo cambiamento, che segna in maniera indelebile la nostra esistenza”.

È bello immaginare se noi cristiani, cominciando dai piccoli gesti quotidiani, potessimo essere i fautori della fine di questa crisi. In fondo non servono grandi rivoluzioni, ma una Chiesa rinnovata, guarita dalla sindrome dell’indietrismo che guidi il popolo di Dio a tornare ad avere uno sguardo attento e misericordioso verso l’uomo e verso il creato.

Per riflettere

Ma voi chi dite che io sia?

Franco
Peci

Caro Gesù,
come ci raccontano i Vangeli ad un certo punto del cammino anche tu hai voluto fare un sondaggio. Prima hai chiesto ai tuoi discepoli cosa pensasse la gente di te, e, come spesso accade nei sondaggi, sono saltati fuori i soliti luoghi comuni, quelli che tutti sentiamo e sovente ripetiamo senza chiederci se siano veri o abbiano perlomeno un minimo di buon senso. Poi ti sei rivolto a loro con una domanda diretta: “Ma voi chi dite che io sia?”. E qui il solito Pietro ha dato la risposta che farebbe entusiasmare i teologi e le brave catechiste. Tu, invece, pur riconoscendo che tale risposta veniva dallo Spirito, poco dopo, quando lo stesso Pietro ti ha rimproverato perché spiegavi ai discepoli che la tua missione avrebbe comportato anche la sofferenza e la croce, lo hai ripreso dandogli del satana.

voi chi dite

Ho provato anch’io a pormi questa domanda e devo confessarti che l’idea (scusami per questa brutta parola) che avevo su di te e su tuo e nostro Padre è continuamente cambiata nel corso della mia vita. Da piccolo, come penso sia capitato a molti, ho assorbito la fede, robusta e a suo modo genuina, delle nostre mamme, zie e nonne; una fede che forse si esprimeva più in termini di morale (spesso degradata a moralismo) che come amore e fiducia in Te e nel prossimo.

che guevara

Negli anni ‘80, quando io sono stato giovane, anche se in declino era ancora in voga la figura di Ernesto “Che” Guevara: il rivoluzionario dell’America Latina, miticizzato come difensore dei poveri e della giustizia sociale forse più per quel profilo nero del suo volto stampato su sfondo rosso che per le sue reali imprese e azioni politiche. E anch’io ho fatto un po’ mia quest’idea (ancora questa parola) di giustizia sociale a cui anche tu eri associato. Fabrizio De André, un cantautore che ho sempre ascoltato molto volentieri, in varie interviste Ti definiva il più grande rivoluzionario.

Nei miei ardori giovanili l’idea di giustizia tendeva spesso a sconfinare nella vendetta. Spesso tuttora ho l’impressione che quando noi uomini pensiamo alla giustizia anche in astratto, purtroppo, tendiamo più a voler punire il colpevole (presunto o reale) che a risollevare la vittima. Solo leggendo le beatitudini che hai proclamato su quel monte, un brano del Vangelo che mi è rimasto nella mente e nel cuore, capivo che tu non potevi essere un giustiziere della notte, un rivoluzionario intento a far fuori ricchi e prepotenti più che ad aiutare e servire poveri e bisognosi.

Dopo tanti anni passati in compagnia di amici e famigliari, in compagnia dei preti che sono passati nella nostra comunità aiutandoci a camminare nel Tuo nome, in compagnia della Bibbia, continuo anche adesso a pensare che sei stato e sempre sarai l’unico ed autentico rivoluzionario.

Lo so che Tu probabilmente non ami questa definizione. Nel Vangelo affermi che non sei venuto ad abolire… ma a dare compimento, non sei venuto a rivoluzionare la società, ma a convertire i cuori. Eppure quel “avete inteso… ma io vi dico”, l’ascolto appunto di quei libri che parlano di noi, di Te e del tuo e nostro Padre, hanno rivoluzionato l’immagine che avevo di Dio, della religione, della fede.

Forse sarò anch’io un satana, uno che vuol dividere, ma mi sembra che il Dio giudice in base a poche, chiare ed immutabili leggi, in fondo era ed è un Dio più comodo e funzionale. Perdonami le grossolane semplificazioni, ma forse è più facile immaginare un Dio che se fai il bravo vai in paradiso e se sgarri fili giù all’inferno. Era ed è più semplice, più comodo considerare tutta l’economia umana, ed anche quella divina, come un dare per avere in cambio una contropartita. Mi sembra che la stessa Chiesa che vogliamo far risalire a Te e ai tuoi apostoli, per molto tempo abbia annunciato e fondato il suo potere – ops scusa, volevo dire il suo servizio – più sul Dio dei precetti e delle punizioni, che non sul volto del Padre buono che Tu ci hai fatto conoscere.

È vero che già nell’Antico Testamento si parlava di misericordia, di Dio lento all’ira e grande nell’amore, di Dio che si pente e perdona. Ma, sempre con grossolane semplificazioni, ho l’impressione che in certe nostre mentalità tradizionali, la generosità di Dio corrispondeva un po’ alla filantropia di chi è talmente ricco che non gli costa poi molto dare qualche spicciolo ai poveri per pietismo più che per autentica pietà. Seguendo questa prospettiva, questa mentalità, si ritiene giusto, ad esempio, dare una mano agli infermi perché non possono partecipare alla vita vera, quella in cui ognuno si procura quanto occorre con le proprie mani. I disabili mentali, perciò, sempre secondo un certo modo di pensare, possono anche arrangiarsi da soli.

Poi sei arrivato Tu e ci hai detto e testimoniato che il dare per avere non basta, che osservare i comandamenti solo per sentirci a posto non basta, che amare solo coloro che ci contraccambiano non basta. Ci hai rivelato che la vita vera contempla la gratuità, l’amore incondizionato, il perdono che per sua natura è quasi sempre... immeritato. Ci hai rivelato che Dio ci ama non tanto perché facciamo i bravi, perché siamo ligi ai suoi precetti, ma allungandoci sottobanco il suo aiuto, la sua provvidenza, il suo amore appunto, ci attende continuamente sulla soglia della nostra libertà affinché, pur con i nostri peccati e i nostri egoismi, possiamo incamminarci nella logica del Suo regno.

Sai, prima ho accennato agli infermi, ai disabili, perché anch’io faccio parte della categoria. Per compiere gli atti quotidiani della vita ho sempre avuto e continuo a poter contare sull’aiuto gratuito degli altri. Forse per le persone che non vivono particolari limitazioni, è più facile pensare l’esistenza come dicevamo prima, ripiegata principalmente sul contraccambio: io ti do, tu poi mi dai e così, in qualche modo, siamo pari; preferiscono ritenere che ciò che sono, ciò che hanno se lo sono guadagnati. Non è bello indugiare troppo su se stessi, ma ti confesso che anch’io, non di rado e a volte con rabbia, ho vissuto come un peso il dover sempre dipendere dagli altri.

Tuttavia probabilmente anche tale peso mi ha aiutato non ad offrire a Dio dolori e sofferenze in sconto dei peccati (questa mi sembra di nuovo uno scambio troppo commerciale, una logica più pagana che cristiana), bensì ad accogliere la Tua rivoluzione, mi ha aiutato davvero a sperimentare che senza il Tuo amore (che si manifesta e coincide di solito con quello del prossimo) non posso fare nulla. Tu hai detto ai tuoi discepoli che non li chiamavi più servi, ma amici. Se è palese che la convivenza umana non può andare avanti senza norme, leggi e punizioni, l’amore e l’amicizia vanno oltre, profumano sempre di gratuità, grazia, per-dono.

Anch’io faccio molta fatica a guardare, a vivere tutto in termini di gratuità. Quelle poche volte che vado a confessarmi, provo sempre un certo pudore pronunciando quel “… perché ti amo sopra ogni cosa!”. Se rifletto sulla mia quotidianità, questa dichiarazione traballa molto. Ma so che Tu non sei un’idea, so che Tu ci sei davvero, mi ami e hai donato la Tua vita… anche per me.

Grazie!

La Voce del Convento

UMILTÀ MISERICORDIA E PREGHIERA
La ricetta del Beato Innocenzo da Berzo

fiaccolata b. Innocenzo
Dall'omelia di p. Giuseppe Panetta, guardiano del convento della Ss. Annunciata.
Sabato 25 febbraio 2023

In questi giorni mi sono chiesto quale poteva essere lo spunto da offrire ai fedeli pellegrini riuniti davanti all'Eucarestia, prima della fiaccolata in onore del Beato Innocenzo da Berzo.

In un tempo così difficile, con una guerra alle porte, con le tensioni che spesso ci accompagnano nelle nostre giornate, con le difficoltà che tante famiglie si trovano a dover affrontare, abbiamo certamente bisogno dello Spirito Santo che invita a guardarci con purezza dentro noi stessi. Per porci nel migliore dei modi ad accogliere i Suoi benefici, dobbiamo in questo tempo di Quaresima provare a fare un po’ di pulizia dentro noi stessi facendoci aiutare dal Beato.

fiaccolata b. Innocenzo fiaccolata b. Innocenzo

Uno degli aspetti più belli della sua spiritualità che può aiutarci in questo cammino e che dobbiamo provare a ricercare, è senza dubbio l'umiltà.

Il Beato ne era come vestito, possiamo dire che l’umiltà trasudava dal suo essere, era davvero un tutt’uno con lui.

Ma quanta fatica facciamo oggi a praticare l’umiltà! Il mondo ci invita senza soluzione di continuità a mettere i nostri bisogni al centro della vita, ci chiede, in modo subdolo, di essere egoisti per esempio facendoci associare l’umiltà alla mediocrità dei falliti, dei poveri cristi. Guardando al Beato possiamo provare ad uscire da questa visione distorta e sperimentare la bellezza che potremmo vivere allorché, pulendo i nostri occhi e la nostra anima con il sapone dell’umiltà, impariamo a vedere Cristo nei nostri fratelli.

Spostando lo sguardo da noi verso l’altro non solo scopriamo ma sperimentiamo la pace dell’anima e l’incontro vero con il Signore.

Il cammino della Quaresima che inizia con le Ceneri e culmina nel Giovedì Santo - che è l'esperienza per eccellenza dell'umiltà perché lì Cristo si fa servo chinandosi su di noi e sanando le nostre ferite – è un’occasione proficua dove praticare l’umiltà è meno complicato.

È nel contempo questa un'occasione per riconoscerci peccatori e da lì ripartire con le idee più chiare.

Umiltà non vuole dire infatti “io non valgo niente”, ma vuol dire “Dio mi guarda, Dio mi custodisce, Dio non mi abbandona”. Cosa c'è di più confortante di questa certezza per affrontare il bello e il brutto dell'esistenza?

fiaccolata b. Innocenzo fiaccolata b. Innocenzo

Papa Paolo VI, quando era ancora cardinale, definì il Beato Innocenzo “umile seguace di San Francesco, dalla vita semplicissima, senza avventure, senza cose grandi, senza vicende rumorose”.

Non a caso l’iconografia classica lo ritrae tutto chinato su se stesso: un'immagine che rimanda alla sua consapevolezza di essere tutto nelle mani del Signore, dove il suo essere, la sua persona contano davvero poco. Ciò che conta è Lui, il Cristo. Egli, in effetti, ha fatto dell’adorazione il centro della sua quotidianità, certo com’era che questo suo mettersi umilmente in ginocchio non fosse tempo sprecato e che da quel tabernacolo davvero usciva tutta la grazia di cui aveva bisogno per affrontare le sfide che anche nella sua epoca non mancavano.

Qui nel santuario dove lui ha vissuto a lungo, si isolava spesso anche dai confratelli per pregare in perfetta solitudine e in condizioni di profonda essenzialità: è tutt'oggi visitabile una piccola nicchia ricavata nel muro dove lui, esile e minuto di costituzione, si inginocchiava di notte per pregare mettendo davanti a Cristo i dolori e le difficoltà di tutti coloro che incontrava e che gli portavano le loro pene.

Umiltà che ha tante sfaccettature nel Beato. Ad esempio si fa dottrina. Vi è traccia di una sua predicazione del 1878 tenuta a Malegno, dove egli recupera dai Vangeli l'umiltà di Gesù Cristo, invitando i fedeli ad esserlo parimenti. Lo fa raccontando del Figlio di Dio che nell’umiltà è nato, nell’umiltà è cresciuto all’ombra del padre terreno Giuseppe, nell’umiltà si è incamminato verso il Padre celeste subendo la passione e nel portare la croce. È molto toccante e profonda la descrizione dell'umiltà di Cristo che condivide con i fedeli, quando afferma che “nelle mani del sacerdote Egli si fa pane per l’uomo permettendogli così l’incontro con Dio e con il prossimo”. Davvero bellissima!

Vi è un'altra immagine a me molto cara ed è quella di lui che accoglie i peccatori in confessionale dove egli si mostra davvero uomo di umiltà e uomo di misericordia. Per questo in ogni confessionale del santuario abbiamo posto un'immagine di lui con la stola sacerdotale nell’atto di confessare.

Come riusciva ad unire umiltà e misericordia? Con la preghiera. Qui nel santuario è conservato un piccolo Gesù Bambino di terracotta, tutto fasciato come si usava fare coi neonati nel passato, proveniente dalla Terra Santa. Si narra che il Beato Innocenzo lo tenesse tra le mani e pregasse contemplandolo: una preghiera che si faceva sguardo!

Allora l'invito che faccio a tutti oggi è di porci sotto lo sguardo umile e misericordioso del Beato, per vestirci di quegli stessi abiti di cui lui si è vestito e, con l’aiuto della preghiera, vivere questo tempo di grazia che ci viene offerto dalla Chiesa, per uscire dalla nostra ordinarietà e andare con gioia e il cuore rinnovato verso il Signore Risorto.

La nostra fede

Le virtù teologali: la SPERANZA

Don
Stefano

La predisposizione a sperare in un mondo migliore fa parte del dinamismo della vita di ogni uomo, la speranza appartiene al vivere quotidiano di uomini e donne, capaci di interagire con il mondo presente e futuro. Per questo ogni anno, il 31 dicembre con lo scoccare della mezzanotte, tutti si scambiano gli auguri, sperando in un anno migliore rispetto al precedente, oppure uno studente al termine di una prova di verifica, spera che quest’ultima ottenga il risultato sperato.

La speranza cristiana si suggella con lo stile di vita di Cristo; Lui che per primo ha sperato, mettendosi nelle mani del Padre che è nei cieli e che porta speranza a chi si fida di Lui e delle sue Parole. I cristiani sono un popolo che per fede e tradizione spera nella vita eterna, quella che verrà nel giorno ultimo del giudizio divino, nella quale tutti saremo chiamati a consegnare la nostra speranza vissuta con assiduità o con tentennamenti. Ogni figlio di Dio è certo: “La speranza è l’ultima a morire”.

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La Speranza dipinto a olio su tavola (167x88 cm) di Piero del Pollaiolo, databile al 1470.

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La Speranza (Spes) un affresco (120x60 cm) di Giotto, databile al 1306 circa.

La vita dei Maria è stata una attenta azione di speranza verso il suo figlio Gesù, Lei che ha partecipato alla vita di colui che ha sperato più di tutti sulla croce, insieme alla sofferenza e alla gloria della resurrezione; Maria ci è di esempio.

Come ci sono di esempio i numerosi santi che interagiscono con quella speranza che appartiene al premio della corona del martirio e della santità raggiunta al termine di una vita tutta dedita all’attività di apostolato intenso e curato per i propri fratelli. È significativo riconoscere in questi uomini e donne, un amore autentico e distinto per le “cose eterne” che, in altro termine, si riferiscono alle cose di Dio e perciò hanno imparato a vivere nell’attesa.

Papa Francesco sottolinea esemplificando cosa significa sperare: “Una donna si accorge di essere incinta, impara a vivere ogni giorno nell’attesa di vedere quello sguardo del bambino che verrà e anche noi dobbiamo imparare da queste attese umane e vivere nell’attesa di guardare il Signore. Questo non è facile, ma si impara”.

La speranza della salvezza è una speranza che è “come un elmo”, soprattutto nelle prove e nei momenti più difficili della nostra vita. In questi momenti l’uomo è chiamato a viverne in abbondanza, ma anche nei momenti che richiamano la gioia dell’incontro con Dio e con il prossimo. È questo stile di gioia che si realizza nella speranza cristiana.

Il termine speranza deriva da elpis che fa riferimento alla ricerca e all’attesa “buona” rivolta a Gesù Cristo. Per questo diventa una delle caratteristiche principali e fondamentali della vita cristiana. San Paolo nelle sue lettere sottolinea questo termine come accezione di uno stile di vita del cristiano; sperare e continuare a sperare significa all’indomani nella Pasqua aspettare il ritorno imminente del figlio risorto e assiso alla destra del Padre. La Pasqua si configura come attesa fedele e vigilante.

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L'àncora - particolare della "Machina del Tridio" di Borno

La speranza in questa accezione è collegata alla fede. In molte chiese questa particolare virtù è rappresentata con una donna che sorregge un àncora. Si tratta di un simbolo nautico e marittimo, legata a doppio filo al mare, dove esprime la sua compiuta funzione: l’àncora rappresenta ciò che lega e fissa; è il mezzo con il quale la nave ottiene stabilità e fermezza, sia in un porto sicuro, così nel mare tempestoso; è solo essa, fallita la buona navigazione, oscurato il cielo di nubi e tra i marosi, l’ultima speranza del marinaio sull’imbarcazione in balia dei flutti capricciosi e crudeli. Per sintetizzare l’àncora simboleggia, la fermezza, la sicurezza e la fedeltà proprie di Cristo e della sua Chiesa.

Giustino (sec II) aveva affermato: “La nostra speranza è appesa a Cristo Crocifisso”. A esprimere questa consolante certezza ecco, perciò, l’iscrizione con l’ancora e i due pesci nella Catacomba di Domitilla: i cristiani stanno appesi alla speranza della croce di Cristo.

Accanto alla figura allegorica del Buon pastore che porta sulle spalle un agnello, l’àncora esprime l’augurio che lo spirito del defunto sia annoverato tra le schiere degli eletti. Questo sino al sec. IV-V, quando l’immagine dell’ancora scompare dall’epigrafia cristiana per lasciare il posto alla rappresentazione della raffigurazione del Cristo crocifisso e risorto.

La simbologia paleocristiana ci suggerisce la fede di un popolo che ha camminato in quella speranza viva che chiediamo, come cristiani, ogni giorno a Dio per essere conformi alla sua immagine di uomini e donne nuovi, che sappiano di Vangelo e di vita evangelica, quella di Gesù Cristo.

Per concludere proponiamo la definizione di speranza presentata dal catechismo della Chiesa Cattolica: “la speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il regno dei cieli e la vita eterna come notte felicità, riponendo la nostra fiducia nella promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo”.

Impariamo a sperare nella salvezza. È questo che chiediamo in questo tempo storico, a volte scioccante, ma anche fecondo e ricco di nuove idee e testimonianza che arricchiscono il nostro vivere da figli nel Figlio amato. Possiamo dunque sperare sempre anche quando le forze vacillano, anche quando la giornata non è positiva o in cui la volontà spinge verso azioni e sentimenti che avvertiamo non provenienti dal nostro cuore di carne che chiede di essere curato e custodito. Perseveriamo fino alla fine per ottenere gioia del cielo, quale eterna ricompensa di Dio per le buone opere che possiamo con la grazia di Cristo.

“Spera anima mia, spera.
Tu non conosci il giorno ne l’ora.
Veglia premurosamente,
tutto passa in un soffio,
sebbene la tua impazienza
possa rendere incerto ciò che è certo,
e lungo un tempo molto breve”

(Santa Teresa di Gesù Bambino)

Parola del Parroco

Carissimi tutti,

grest 2023

riporto qui di seguito il testo che fa da introduzione al tema del Grest preparato quest’anno dagli uffici per gli oratori dalle diocesi Lombarde dal titolo “tu x tutti. E chi è il mio prossimo?

Prendersi cura è un’azione concreta: lo stile del servizio – fatto di diverse attenzioni – è da scegliere ogni giorno ed è a questo che il progetto Cre-Grest 2023 desidera allenare. Tutti gli ambiti e i contesti di vita sono coinvolti: non importa che siano legati alla sfera privata oppure pubblica, a quella personale o istituzionale. E in ogni singolo atto, è sempre chiamato in causa il “tutto” di noi stessi: occhi, braccia, mani, gambe e cuore.
Ecco perché le relazioni e le esperienze diventeranno il terreno più fertile nel quale poterci sperimentare. Accompagniamo bambini, preadolescenti e adolescenti a comprendere che diventare grandi comporta diventare prossimi, prendere posizione e assumersi la responsabilità di un pezzo di mondo. Accettando che in questa scelta ne va di sé, del proprio modo di pensare, della propria libertà, della propria vita!
Detto in altre parole: avventuriamoci nella sperimentazione dell’«I CARE» che don Lorenzo Milani insegnava ai ragazzi di Barbiana, con coraggio e fiducia: se tutto riguarda tutti e ciascuno, allora potremo costruire un mondo più umano ed esperienze di comunità nelle quali ci si prende cura, gratuitamente, gli uni degli altri.
E allora, che questa estate ci alleni ad essere TuxTutti e ad interrogarci costantemente su chi sia nostro prossimo!!!

Perché condividere questo testo?

Credo sia un bellissimo messaggio non solo per i ragazzi ma per tutta la comunità in questo tempo d’estate, che sicuramente è di relax, di svago e di divertimento ma anche e sempre di crescita.

Spesso facciamo esperienza di prossimità e di attenzione agli altri nelle nostre comunità. Ce lo testimoniano i tanti volontari che mettono a disposizione tempo e risorse per gli altri sia in forme organizzate che per episodi specifici. Di fronte a momenti critici sembra scattare una solidarietà bella e genuina, dettata da una autentica compassione: patire insieme a chi soffre. Di fronte alle fatiche del periodo del Covid tante associazioni e singole persone si sono attivati con generosità. Così anche lo scorso anno durante l’alluvione a Niardo o questa primavera verso i paesi della Romagna colpiti dalle inondazioni o recentemente nei nostri paesi, in cui i danni della grandine hanno fatto scattare tanta solidarietà.

Dobbiamo davvero accorgerci che siamo legati gli uni agli altri, che non possiamo chiuderci in un “io” troppo autonomo ed egoistico: ne va della nostra felicità! La solidarietà poi amplifica il bene come quel “x” che sembra non essere soltanto preposizione, ma segno di moltiplicazione. E ancora quel “tutti”: cioè non soltanto i "nostri", quelli che fanno parte della nostra cerchia o ci sono simili e simpatici.

Le nostre comunità diventano belle quando si aprono alla solidarietà semplice, nascosta e generosa.

Il Grest è sicuramente stata una esperienza di allenamento nella solidarietà, in cui diversi ragazzi adolescenti e giovani si sono messi in gioco per i più piccoli, molti adulti hanno fatto esperienza di volontariato, le famiglie si sono fidate di un progetto educativo. Come in ogni allenamento non manca la fatica, la difficoltà a volte nello stare insieme, mettere le esigenze degli altri prima delle proprie, avere pazienza che non è sicuramente sempre facile. È stata però anche una esperienza divertente e gioiosa. Dà gioia quando stare insieme significa arricchirsi gli uni gli altri.

Ad ognuno allora auguro di vivere una grande estate perché illuminati da Dio, allenando anima e cuore, ciascuno possa trasformarsi in un "Tu X tutti"!

vostro don Paolo

Oratori dell'Altopiano

PELLEGRINAGGIO A ROMA
dei ragazzi e ragazze di II e III media

pellegrinaggio roma

Matteo
Nicola
Riccardo

Nei giorni 10, 11 e 12 aprile 2023 insieme ad altre parrocchie della Valle Camonica, siamo stati a Roma e in vaticano in pellegrinaggio.

Siamo partiti la mattina del 10 aprile, accolti dal nostro curato don Stefano e dalle catechiste. Insieme a noi sull'autobus c'erano anche i ragazzi della parrocchia di Piamborno, accompagnati da don Cristian, suor Daniela e le loro catechiste.

Il viaggio è durato circa 8 ore e durante il tragitto ci siamo fermati all’autogrill per fare colazione e per pranzare.

Arrivati a Roma abbiamo iniziato a visitare la città e le sue più importanti basiliche, enormi chiese magnificamente affrescate e decorate.

Finita la visita, verso l’ora di cena, ci siamo diretti all’albergo dove alloggiavamo, che distava circa un'ora dal centro di Roma; ci siamo divisi nelle camere, abbiamo cenato, giocato insieme e infine siamo andati a riposare.

Il giorno seguente ci siamo svegliati presto attorno alle 7:00, dopo colazione siamo partiti per il centro storico di Roma. È stato meraviglioso vedere opere d’arte, palazzi, chiese e piazze incantevoli.

Nel pomeriggio ci siamo diretti in Vaticano, dove siamo stati accolti dal Cardinale Giovanni Battista Re, nativo di Borno, che ci ha condotto in basilica, dove insieme al nostro curato ed altri preti abbiamo celebrato la santa Messa. Successivamente abbiamo visitato l’interno della basilica.

Come la sera precedente, siamo tornati in hotel, abbiamo cenato e infine siamo andati a dormire.

L'ultima giornata è iniziava presto, alle 6:30, perché alle 9 sarebbe iniziata l'udienza con Papa Francesco e quindi intorno alle 7:30 siamo dovuti partire dall'hotel.

Purtroppo, a causa del traffico non abbiamo potuto partecipare all'udienza, ma, nonostante ciò, non ci siamo demoralizzati e abbiamo continuato la mattinata tra alcuni acquisti dell’ultimo minuto e uno spuntino.

Infine siamo partiti da Roma per rientrare a Borno. Purtroppo al ritorno siamo rimasti bloccati in autostrada per molto tempo, ma per fortuna siamo riusciti a raggiungere l'autogrill in tempo per la cena. Alle 11 circa siamo arrivati a Borno.

È stata un'esperienza davvero divertente, bella, spirituale e educativa. Ci è piaciuto molto visitare Roma e scoprire monumenti che non conoscevamo e che non avevamo mai visitato. Durante la gita abbiamo anche fatto amicizia con i ragazzi delle altre parrocchie e ci siamo divertiti insieme a loro.

In conclusione, è stata una gita speciale e ricca di emozioni e per questa esperienza dobbiamo ringraziare il nostro don Stefano e tutti gli accompagnatori catechisti.

Dalle comunità - BORNO

Festa patronale in onore di SAN GIOVANNI BATTISTA

patrono borno

Don Angelo
Corti
Curato a Borno
dal 1994 al 2002

Cari amici,
vogliamo guardare a San Giovanni Battista Patrono della nostra comunità di Borno, vogliamo guardare a lui per poter accendere nel cielo nebuloso dei nostri tempi quattro stelle che hanno il potere di orientare il nostro cammino di vita cristiana in un mondo scristianizzato.

La prima stella che si accende è la stella dell’umiltà… infatti Giovanni Battista afferma: «Lui deve crescere; io, invece diminuire».

Nella sua logica di pensiero e di azione pone davanti a se la grandezza e la superiorità di Gesù, il Messia tanto atteso e che lui ha indicato presente in mezzo al popolo. Giovanni Battista a Gesù, si rapporta con umiltà e vive il rapporto corretto e di vita tra il Creatore e la creatura. Giovanni Battista non si sostituisce al Messia, anzi si trova in fastidio di fronte a ciò che nelle acque del Giordano Gesù stesso gli chiede di fare. «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Se questa prospettiva la applichiamo al nostro pensiero e alla nostra azione, l’altro viene sempre prima del nostro io. Solo in questa prospettiva di vita possiamo farci prossimo e vivere per gli altri. Allora il nostro prossimo non sarà mai un avversario o un concorrente da sfidare, ma un fratello da servire e amare nella dimensione del dono e della gioia.

L’umiltà genera il vero amore, genera il vero servizio, genera il vero umanesimo nel quale la finalità del fare non sarà mai il proprio interesse e il proprio prestigio, ma la crescita e il benessere che porta gioia e serenità nel cuore delle persone.

La provvidenza, tempo fa, ci ha regalato un Papa che è stato proclamato Beato: Papa Giovanni Paolo I che per soli 33 giorni ci ha sorriso dal Soglio di Pietro. Il Beato Giovanni Paolo I ha fatto dell’umiltà la stella della sua vita vivendo ogni incarico nello spirito del servizio e della dedizione a Dio, alla Chiesa e all’uomo. Ha dato corpo alle parole di sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti: «Tutto per la maggior gloria di Dio e degli uomini».

patrono borno
Un sincero grazie a coloro che in onore del nostro patrono ogni anno "infiorettano" fontana e piazza.

La seconda stella che si accende è la stella della ricerca… si legge nel Vangelo che Giovanni Battista è perplesso per quanto sente dire di Gesù, il suo modo di parlare e di fare non rispecchia il Messia che lui aveva preannunciato e indicato presente in mezzo a loro. Giovanni, dal carcere manda a dire a Gesù:«Sei Tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».

Giovanni Battista ci insegna a non chiuderci nei nostri schemi e nelle nostre pseudo certezze, ma ad avere il coraggio di metterci in discussione attraverso il dialogo e il confronto. Ciò che genera in lui dei dubbi non lo porta a chiudersi, ma va alla ricerca della vera identità e a questa identità – diversa dai suoi pensieri – aderisce con tutto se stesso.

Nel piccolo e nel grande, tante divisioni e rotture sono causate dalla chiusura in se stessi e dalla poca volontà a mettersi in cammino di ricerca per incontrare la diversità di pensiero e di azione. L’amore alla verità si trasforma in cammino di ricerca e di incontro di ciò che è vero, puro e bello. Giovanni il Battista ha saputo fare questo. È uscito da se stesso, è andato verso la diversità e una volta riconosciuta vera, l’ha abbracciata fino a consumare tutto se stesso per questo amore. Il gusto e la bellezza della ricerca: mai fermarsi a ciò che si vede, a ciò che si sente e a ciò che ci dà comoda sicurezza, ma sempre siamo chiamati a camminare verso la fonte e il culmine di ogni ricerca che è Gesù Cristo.

La terza stella che si accende è la stella della morale… il Vangelo ci narra uno dei momenti nei quali Giovanni Battista accende questa stella, proprio quando si trova faccia a faccia con Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello». In questo coraggioso richiamo Giovanni Battista ci insegna ad applicare alla vita la morale e non il moralismo.

Alla situazione di Erode, Giovanni Battista pone in evidenza la posizione morale nella quale si trova Erode e non aggiunge altro. Pone la sua coscienza di fronte a se stesso e a quello che sta facendo. Gesù stesso nel Vangelo, nel suo rapporto con i peccatori, non ha parole di condanna, ma di comprensione e di fiducia, portando le persone a riconoscere la propria povertà e fragilità.

La morale ci ricorda che al termine della nostra vita ci presenteremo davanti a Dio con tutto il nostro vissuto frutto di piena e totale libertà. La Chiesa, proponendo la via della morale, ci ricorda che davanti a Dio saremo da soli e a Lui spiegheremo il perché delle nostre scelte e decisioni. Il moralismo è quando le troppe parole, regole e prescrizioni si sostituiscono alla decisione personale di scegliere a preferire il bene al male.

A causa delle troppe parole e delle troppe prescrizioni, in tanti casi abbiamo trasformato la morale in moralismo e questo a scapito della serenità e del libero arbitrio. La morale si trasforma in moralismo quando mi sostituisco alla coscienza erronea e impedisco alla persona seppur nell’errore di poter agire assumendosi tutte le sue responsabilità. La via della morale trasmette serenità e senso di responsabilità, diversamente il moralismo umilia, mortifica e spegne la fiammella fioca che ci può essere ancora accesa in ogni coscienza.

La quarta stella che si accende è la stella della missione e dedizione… La missione di Giovanni Battista si sintetizza nel preparare il cuore della gente ad accogliere il Messia e al momento opportuno indicarne la presenza in mezzo a loro: «Ecco l’Agnello di Dio». Indicare con la propria vita l’importanza della luce della fede, del sapore della carità e la bellezza della speranza nel vivere il tempo come dono di Dio.

Indicare la strada giusta ai propri figli e a quanti vivono e abitano il nostro tempo. Indicare al mondo la cultura della vita che si identifica nell’accoglienza dell’Agnello di Dio nelle proprie scelte. Indicare il senso del nascere, del vivere e del morire nel rapportarsi alla propria vita non da padroni ma amministratori e collaboratori di Dio nel mondo.

La missione di Giovanni Battista diventa la missione di ogni cristiano ad essere luce che illumina il senso pieno della vita, sale che da sapore al tempo evitando il pericolo del logorio e dell’abituarsi a tutto senza più stupirci di ciò che ci circonda; infine indicare al mondo che al termine del nostro cammino terreno non ci sta la fine di tutto, ma l’incontro con il Dio della vita che ci ha preparato un posto tra le sue braccia paterne e misericordiose.

Chiediamo a Giovanni Battista che ci aiuti a far brillare nel cielo della nostra quotidianità queste quattro meravigliose stelle che hanno il potere di trasformare il cuore e la mente.

Dalle comunità - BORNO

IL PAPA A BORNO - L’attesa

visita papa a Borno

Don Giuseppe
Maffi
Parroco a Borno
dal 1990 al 2009

Quando don Paolo mi ha telefonato per chiedermi se potevo essere presente insieme a don Angelo per una serata in cui ricordare la visita di Giovanni Paolo II a Borno avvenuta venticinque anni fa, sono stato molto contento di accettare l’invito. Sempre in quella telefonata don Paolo mi ha detto che dovevo anch’io fare un intervento nel corso della serata. “Cosa devo dire… Non saprei… Dammi un tema, uno spunto.”, ho ribattuto. E don Paolo mi ha suggerito di parlare dell’attesa di questo grande evento.

Nella vita tutti abbiamo sempre fretta! Ormai non sappiamo più contare i giorni, non sappiamo più attendere, aspettare. Ma senza l’attesa rischiamo di sprecare tante energie, di sbagliare tante cose, di non gustare più con gradualità tutto quello che la vita ci propone.

visita papa a Borno

Quanta fretta anche quando non serve! Quanto fastidio ci dà l’attesa. Ma l’attesa è sempre un’esperienza preziosa. Il tempo non riguarda solo il presente, non è solo “ora e subito”; il tempo è profondità, è memoria del passato, senza la quale non può esserci apertura, slancio verso il futuro. Ci vuole tempo, bisogna saper attendere per sognare, per immaginare cose grandi e incamminarci verso di esse.

Il tempo, anche quando è inteso come occasione propizia e non solo come uno scorrere cronologico, ha comunque un prima, un durante e un dopo. Un grande avvenimento come la visita del papa a Borno, non poteva riuscire bene, non poteva maturare ed evolvere nella giusta direzione senza il necessario tempo dell’attesa.

Ovviamente questa, come tutte le attese, portava con sé il batticuore, l’incertezza, la paura che le cose non andassero bene, anche solo la banale preoccupazione di fare una brutta figura…

Se è vero che ci sono attese di cose materiali e attese che vanno oltre le strette esigenze quotidiane, attese umane e attese divine, con la visita di San Giovanni Paolo II le due tipologie si sono fuse e con-fuse molto bene. Il papa, ci insegnavano a catechismo, è il vicario di Cristo in terra, ci fa sentire la presenza di Dio qui sulla terra! A parte certe visioni forse troppo misticheggianti, di solito è nell’incontro con la realtà, nell’incontro con le persone che possiamo sentire, che possiamo scorgere quel di più che ci fa alzare gli occhi al cielo.

visita papa a Borno

La vita, per chi crede, è una attesa di Dio. La stessa Bibbia ci parla di questo con varie e diverse espressioni. La famosa parabole delle vergine ci offre due diversi modelli di attesa, due diversi comportamenti: da una parte le vergini sagge, quelle previdenti, consapevoli, responsabili, che sanno rimanere sveglie nell’attesa dello sposo; dall’altra parte quelle stolte, simbolo delle persone che prendono tutto un po’ così come viene, senza crearsi troppi problemi, ma anche senza vivere grandi passioni, grandi entusiasmi, senza appunto avere grandi attese.

Tornando al tempo nelle Confessioni sant’Agostino scriveva: “Un fatto è ora limpido e chiaro: né futuro, né passato esistono. È sbagliato dire che i tempi sono tre: passato, presente e futuro. Sarebbe più esatto dire che i tempi sono tre: presente del passato, presente del presente e presente del futuro. Il presente del passato è la memoria, il presente del presente è la visione, il presente del futuro è l’attesa…”.

Rendiamo dunque presente il passato!

Borno ha atteso il Papa nella preghiera e nel lavoro, tanto lavoro. Ricordo che alcuni mi dissero: “Se dovesse venire ancora il Papa, tre mesi prima la mandiamo in ferie alle Maldive…” Prendendo spunto da un altro brano del Vangelo in quelle settimane di attesa ci siamo sentiti tutti indaffarati e presi da molte preoccupazioni come Marta, per accogliere l’ospite che doveva arrivare. Ma quando papa Giovanni Paolo II finalmente fu fra noi, in quella domenica 19 luglio 1998 tutti ci siamo sentiti come Maria. Chi seduto, chi in piedi, in piazza o sul sagrato, tutti abbiamo vissuto con gioia quell’incontro e ascoltato lieti quelle parole: “Cari bornesi, amate la vostra fede… non sprecate la vita. Ricordate che si vive una volta sola!”.

Se dopo venticinque anni ci siamo ritrovati a farne memoria, vuol dire che l’attesa, i preparativi e la visita del Papa sono andate bene e hanno lasciato indelebili ricordi in ognuno di noi.

Con un doveroso grazie a chi ha pensato e promosso questo straordinario incontro.

Dalle comunità - BORNO

SANT’ANNA tra ricordi ed emozioni

S. Anna a Paline

Fabio
Fedrighi

Quando penso alla piccola comunità di Paline, dove sono cresciuto e ho vissuto parte della mia vita, uno dei ricordi più cari che porto con me è il suono delle campane della chiesetta di Sant’Anna. In particolare, ricordo, quando da bambino, la domenica mattina alle sette e trenta in punto, nonno Fiorino le suonava per la messa delle 8.30. La porta della mia camera si apriva e mamma ci svegliava per la colazione e per prepararci alla messa. Ricordo la gran fatica e le lamentele da parte nostra.

Da bambino abbandonare il lettuccio caldo non era mai facile.

Questo “rito” mi ha accompagnato per anni: la camminata tutti insieme per raggiungere la chiesa; la sosta sul sagrato in attesa del prete; le chiacchiere tra compaesani; la preghiera a Sant’Anna una volta entrati; la mia curiosità nel guardare la statua di Sant’Anna con accanto la piccola Maria e capire se nel libro, tenuto tra le mani quest’ultima, ci fosse scritto qualcosa. Tutto questo definiva i ritmi domenicali delle famiglie della mia piccola comunità e nel contempo creava quel senso di identità e di appartenenza fondamentali per noi esseri umani.

Il giorno che però attendevo con più trepidazione era quello della festa di Sant’Anna a luglio. Per chi nasce e cresce a Paline questa è la giornata di Festa con la f maiuscola, la più importante. Aspettavo con ansia l’arrivo dei cugini e degli amici che rientravano al paesello per la festa, come molti altri nati e cresciuti qui ma costretti ad emigrare per lavoro. Il ricordo va subito alla piazzetta e al sagrato pieni di gente.

Da chierichetto vivevo la messa da una posizione “privilegiata”; osservavo le diverse persone e vedevo nei loro occhi la devozione per la Santa, il desiderio di chiedere protezione e di affidarle le preghiere personali. Tutti erano presenti, persino i più restii che, durante l’anno, vedevi poco a messa. Il senso di appartenenza era forte e lo si percepiva.

A distanza di anni, devo dire che, questo desiderio di comunità non è venuto meno. Tutti tornano in occasione delle celebrazioni. Sant’Anna richiama a sé vicini e lontani che si uniscono e si riconoscono in questa piccola comunità. Lei e la chiesetta ne sono il simbolo e la forza. Ogni volta che ritorno al paesello è piacevole sentire echeggiare le campane e pensare che infondo sono queste piccole cose che donano gioia.

Negli anni '50 ecco cosa annotava don Ernesto
su "La Voce di Borno".
s. Anna a Paline

Dalle comunità - OSSIMO INF.

ORGANI DA CHIESA
opere d'arte da conservare

Giulio
Pedretti

organi da chiesa

Quando si visita una chiesa si viene attratti dai dipinti (se di buona qualità), dalle opere lignee, dall’architettura interna. Quasi mai dall’organo che pure è presente in quasi tutti questi edifici, e questo nonostante spesso sia l’opera più notevole e (detto banalmente) più preziosa fra le presenti.

In realtà l’organo è una meravigliosa macchina per produrre musica, e la sua presenza non si limita alla facciata, ma si estende anche in profondità con centinaia, a volte migliaia di canne di ogni dimensione e forma che sono in grado di imitare gli strumenti di una orchestra.

Per accompagnare le funzioni basterebbero pochi registri e dimensioni assai contenute, dunque perché hanno dimensioni tre-quattro volte il necessario?

Dobbiamo tornare indietro di due o tre secoli. In quel periodo, specialmente nei paesi più piccoli, rappresentavano l’unico modo di ascoltare musica, e questo era talmente sentito che nell’ottocento durante le funzioni si eseguivano brani d’opera lirica. A Bienno durante la comunione si suonava “la donna è mobile”.

organi da chiesa

La Vallecamonica è ricca di strumenti, un centinaio malcontati, anche nei paesi più piccoli. Il paradosso è che sono generalmente ben tenuti o addirittura restaurati recentemente, ma restano muti per mancanza di organisti che li sappiano animare. Questi antichi strumenti richiedono una tecnica particolare in quanto totalmente meccanici e con marchingegni geniali che ne moltiplicano le possibilità e ne complicano l’uso. Trattandosi di vere e proprie opere d’arte vanno conservati, periodicamente manutenuti, beneficati di concerti che ne facciano conoscere le caratteristiche. Nessuno penserebbe di non intervenire se una chiesa avesse il tetto pericolante o se una tela dipinta mostrasse segni di decadenza, e questo deve valere anche per questi strumenti. Se siamo un po’ freddi in questa epoca confusa, è probabile che le prossime generazioni abbiano a ringraziarci d’aver conservato quanto a nostra volta abbiamo ricevuto in eredità dalle precedenti. Il territorio della valle di Lozio - Ossimo - Borno è ricco di strumenti di pregio, alcuni appena ripristinati (Ossimo Inferiore e Superiore) altri ancora in discrete condizioni ma che meriterebbero una manutenzione straordinaria (Borno) e purtroppo alcuni totalmente abbandonati (Villa di Lozio e San Nazaro) nonostante presentino un notevole interesse.

Per cercare di smuovere le acque si è costituita quest’anno l’Associazione Organistica Valle Camonica che ha già promosso molte iniziative, l’ultima delle quali è un tour di 4 concerti ad Angone - Ossimo Inferiore - Fraine - Pontedilegno. In ognuna delle tappe i docenti del conservatorio di Darfo Marco Ruggeri (organo) e Lina Uninskyte (violino) eseguono le 4 stagioni di Vivaldi, trascritte per violino solo ed organo.

Anche la tappa di Ossimo Inferiore (domenica 9 luglio 2023) si è svolta fra l’entusiasmo dei numerosi partecipanti. Come ogni concerto ha suonato anche un allievo di Conservatorio, in rappresentanza delle nuove leve.

Tutte le notizie su questa associazione ed anche i video li trovate visitando www.aovc.it

Dalle comunità - OSSIMO SUP.

“La festa granda de San Gervas”
TRADIZIONI ANCORA SENTITE

Sara
Saviori

patrono Ossimo Sup

Domenica 18 giugno la comunità di Ossimo Superiore ha festeggiato l’annuale ricorrenza dei Santi Gervasio e Protasio, i patroni della parrocchia.

Sono ormai lontani gli anni in cui la festa era davvero sentita. Era “la festa granda de San Gervas” e non importava quando cadeva, se di domenica o durante un giorno feriale, qualsiasi giorno fosse e nonostante fosse probabilmente il periodo dell’anno più laborioso per la nostra comunità rurale perché erano tutti impegnati nella fienagione, tutto il paese si fermava perché si doveva “fare festa”. Era una festa senza troppe pretese, semplice e sobria come si confaceva alla gente contadina di allora. Non c’erano banchetti per le vie del paese, addobbi o pranzi…

Semplicemente tutta la comunità si fermava, il lavoro dei campi era sospeso e gli animali per qualche ora potevano aspettare. Si toglieva dall’armadio il vestito della festa e si andava a Messa, a onorare il ricordo dei SS. Patroni ai quali la Chiesa Parrocchiale è dedicata.

Finita la S. Messa ognuno tornava alle proprie faccende, ai campi, ai prati e agli animali, felice per aver onorato la memoria dei due santi che proteggono da secoli la nostra comunità.

Durante i decenni scorsi questa tradizione purtroppo si è un po’ spenta e la festa non è più stata celebrata con lo stesso fervore di allora. Certamente i tempi sono cambiati, la vita frenetica di oggi ci porta ad avere tempi diversi e priorità differenti che distolgono l’attenzione da queste piccole grandi tradizioni.

Negli ultimi anni si è cercato però di riportare alla memoria la festa dei nostri patroni, cercando di ricreare il clima di comunità che negli anni passati caratterizzava la parrocchia.

Ed è così che ormai da alcuni anni la domenica più vicina al 19 giugno, assieme alla S. Messa, viene organizzato il pranzo comunitario presso il Centro Anziani di Ossimo Superiore e la festa diviene un’occasione perché la comunità possa ritrovarsi tutta insieme.

Ogni anno si cerca di arricchire la festa con qualcosa in più: nello specifico quest’anno la strada che porta alla chiesa parrocchiale è stata addobbata con fiori di carta di diversi colori e il sagrato con fiori rossi, colore simbolo dei martiri.

patrono Ossimo Sup

Un bel contributo quest’anno è stato portato dai bambini della scuola Materna Parrocchiale Sacro Cuore che, dopo aver conosciuto le due figure dei martiri Gervasio e Protasio attraverso il racconto di don Stefano e dalla maestra Daniela, hanno colorato le immagini dei due protagonisti e le hanno appese in chiesa dove tutti hanno potuto ammirarle.

Dopo la S. Messa presieduta da don Lino Zani, la festa è proseguita con un concerto di campane e con l’ormai consueto pranzo comunitario.

A seguire, nel cortile parrocchiale, i bambini hanno potuto divertirsi con alcuni giochi organizzati per loro, altra novità molto apprezzata della festa di quest’anno.

Ecco allora che, seppur con uno stallo di alcuni anni, la festa è stata ripristinata e il bilancio non può che essere positivo.

Ogni anno la partecipazione della comunità è sempre maggiore, sintomo che le tradizioni sono ancora sentite e il desiderio di viverle è ancora vivo in tutti noi.

Con i Missionari

C’è più gioia nel dare… anche in Brasile

sr Ester in Brasile

Contagem, 22 luglio 2023

Suor Ester
Zerla

Carissimi don Paolo
e amici tutti di Borno,
nel giorno dedicato alla memoria di santa Maria Maddalena eccomi a voi con questo scritto. Come state? Spero bene.

Vi penso già in vacanza o preparandovi al meritato riposo annuale. A questo proposito mi ricordo delle parole di Gesù: “imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete riposo!” Quando il cuore è in pace perché è umile e mite, in buona armonia con tutti, anche il corpo riposa sereno e recupera tutte le forze spese nel lavoro.

sr Ester in Brasile

La parrocchia, invece, la immagino in piena attività con il Grest e tutte le iniziative estive che rallegrano la comunità rendendola più viva, fraterna e accogliente.

Che santa Maria Maddalena interceda per tutti noi in questo tempo estivo, affinché nel riposo il nostro cuore si converta e si purifichi sempre di più, permettendo all’amore di Gesù di crescere in noi e di aprire i nostri occhi alle meraviglie che Egli compie nella nostra vita, per gioirne e ringraziarlo e anche per vedere le necessità dei nostri fratelli e sorelle vicini e lontani e fare tutto quello che possiamo per aiutare.

Io sto bene, sono sempre in Contagem di Belo Horizonte nello stato di Minas Gerais (Brasile). Noi qui siamo in inverno e il freddo, anche se non è come quello italiano, mette a dura prova chi è povero e senza tetto. Sono molti i “moradores de rua”: quelli che vivono per strada e molte le famiglie povere che vanno nelle diverse parrocchie a chiedere aiuto alimentare e coperte.

sr Ester in Brasile

Grazie a Dio la Chiesa locale, soprattutto attraverso l‘Associazione San Vincenzo de Paoli (i Vincenziani) molto diffusa e attiva qui in Brasile, si dà molto da fare con varie iniziative come i centri di accoglienza per dormire e lavarsi, le mense, l'assistenza sanitaria, le visite e l'assistenza alle famiglie, la distribuzione di alimenti, vestiario e medicine.

Anche qui nella parrocchia dove lavoro ci sono i Vincenziani che prestano servizio e tante famiglie sensibili che offrono la “cesta bàsica”: un pacco con gli alimenti base (riso, fagioli, olio, farina di manioca, sale, zucchero e caffè) sufficienti per un mese, per aiutare i poveri, e anche vestiti usati.

Così anche noi riusciamo a soccorrere i molti che bussano alla nostra porta ogni giorno e a partecipare di quella gioia di cui parlano gli Atti degli apostoli: “C'è più gioia nel dare che nel ricevere”.

Questa gioia noi qui la sperimentiamo ogni giorno nel-l’incontro con i poveri che ci arricchiscono della loro presenza, del loro affetto, della loro fede e del loro volto luminoso che ci rivela quello di Gesù. Sono certa che anche in Italia come qui ci sono tanti poveri, penso soprattutto ai migranti e non solo. Che il nostro cuore si apra a tutti nella certezza che stiamo accogliendo Gesù, il nostro più grande tesoro!!!

Se Dio vuole ci vedremo l’anno prossimo. Uniti nella preghiera e con cuore riconoscente vi abbraccio con affetto

Di tutto un po'

Eppure il vento soffia ancora

Franco
Peci

Pierangelo Bertoli

Provando a digitare in rete le due parole, canzoni e ecologia, i motori di ricerca propongono elenchi di canzoni abbastanza recenti che io non conoscevo.

Fra queste ho ascoltato le molto melodiche Sorella terra – in cui Laura Pausini cita oceano, deserti e ghiacciai… “terra ferita a morte dall’inciviltà. Le tue foreste sono il mio respiro, sai, e non è più terrestre l'emozione che mi dai” – e Madre terra di Francesco Renga (cantata con i Tazenda), un’invocazione-preghiera forse più bella nella musica che nel testo.

Anche Piero Pelù con Picnic all’inferno si è confrontato con il tema ecologico, ma il brano risulta più uno spot verso Greta Thumberg, l’attivista svedese definita “piccola guerriera scesa dalla luna”.

Più interessanti a livello di denuncia sociale mi sono sembrati i brani Mal di terra e La vita vale: nella prima, con un motivo ben ritmato e un po’ arabeggiante nella melodia, l’inconfondibile voce di Giorgia canta: “Benvenuti in questa età, dove tutto è lecito, e la terra supplica pietà al nostro sguardo gelido… Benvenuti in questa età, qui si vende l'anima e anche l'acqua supplica pietà al nostro cuore sterile.

Nella seconda, con il suo solito rap giocoso, Jovanotti ricorda che “la conoscenza e la tecnologia a molte strade hanno aperto la via. Il commercio è uno strumento di libertà, ma nel rispetto dei diritti e della dignità, della diversità e dell'ambiente”, e nel ritornello insiste nell’affermare che “Noi dobbiamo convincerli che la vita vale, una vita soltanto più di una multinazionale. Noi dobbiamo convincerli che la strada buona, è il rispetto totale dei diritti di una persona.”

Specialmente in questa, ma anche in quella cantata da Giorgia, a me sembra che possiamo scorgere quell’idea di ecologia integrale cara a papa Francesco. Nelle sue encicliche, infatti, sottolinea come la sete di potere e di profitto economico provoca non solo gravi danni all’ambiente, ma anche pesanti disarmonie e disuguaglianze fra le persone, fra le élite sempre più ricche e ristrette, e i poveri sempre più tanti e sempre più poveri.

Già intorno al 1990, se non ricordo male, il curato di allora, don Giovanni, mi aveva fatto leggere un libro, sintesi o premessa, sempre se non ricordo male, ad un incontro ecclesiale a Basilea che aveva come tema “Pace, giustizia e salvaguardia del creato”. Non solo negli ultimi anni, quindi, nella Chiesa è maturata una certa sensibilità ecologica che evidenzia come ambiente naturale, animali, rapporti umani, tutto è in relazione, tutto è connesso come si usa dire oggi. Il rispetto del creato è anche rispetto degli uomini (magari partendo dai più poveri) e viceversa.

In questa prospettiva mi è piaciuta molto Il gigante, un buon pezzo rock in cui i Rio insieme alla voce grintosa di Fiorella Mannoia constatano che “Passa il gigante calpesta l'erba di tutto il mondo. Passa il gigante sulle città si porta via lo sfondo.” e chiedono ad ognuno di noi “Tu come stai, quale mondo vuoi? Io voglio un posto migliore. Tu dove stai, di che pianeta sei? Questo ha bisogno d'amore!”.

Tornando ai risultati sfornati da Google, fra gli elenchi proposti nei primi siti troviamo anche canzoni vecchie e, perciò, a me più famigliari.

La prima incontrata è Il ragazzo della via Gluck dove A. Celentano contrappone la corsa a piedi nudi nei campi alla vita del centro dove lui respira il cemento, inneggiando ad una presunta quanto retorica vita naturale. A questa preferisco la tipica e intelligente ironia di Giorgio Gaber che, più o meno negli stessi anni, pure lui per contrappunto, cantava “Com'è bella la città, com'è grande la città, com'è viva la città, com'è allegra la città”.

Scorrendo ancora gli elenchi incontriamo forse la più nota, purtroppo, canzone di Sergio Endrigo che, fra diverse sue belle canzoni, ha musicato una filastrocca di Gianni Rodari, ricordandoci che “per fare tutto ci vuole un fiore”.

E finalmente è saltata fuori quella che io considero la canzone italiana ecologica per eccellenza. Pierangelo Bertoli è uno dei cantautori che mi hanno sempre fatto compagnia. Con i suoi pezzi folk-rock esprimeva chiaramente, “A muso duro”, ciò che pensava; non risparmiava niente a nessuno, partendo da chi ha pretese di padrone ai bigotti di ogni sorta, ma rimaneva sempre aperto alla speranza non in un mondo fatato, ma in un mondo migliore. Anche in Eppure soffia afferma con tristezza che “La chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi… Il falso progresso ha voluto provare una bomba… Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale. Ha dato il suo putrido segno all'istinto bestiale. Ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario, e tutta la terra si è avvolta di un nero sudario”. Ma nel ritornello non rinuncia ad osservare che “Eppure il vento soffia ancora. Spruzza l'acqua alle navi sulla prora. E sussurra canzoni tra le foglie, bacia i fiori, li bacia e non li coglie”.

Un’altra canzone che mi è sempre piaciuta è Ricordati di Chico dedicata dai Nomadi a Chico Mendes, politico e ambientalista brasiliano ucciso nel 1988, che lottava per gli indios e contro la deforestazione selvaggia dell’Amazzonia. Anch’essa propone l’intreccio fra ambiente naturale e diritti dell’uomo: “Ma salvare le foreste vuol dire salvare l'uomo, perché l'uomo non può vivere tra acciaio e cemento. Non ci sarà mai pace, mai vero amore, finché l'uomo non imparerà a rispettare la vita”.

Negli elenchi di canzoni a tema ecologico non ho trovato un brano a me molto caro e proposto all’epoca dagli stessi Nomadi che nei primi anni della loro lunga carriera hanno interpretato molte canzoni di Francesco Guccini. Già in due suoi pezzi – Noi non ci saremo e L’atomica cinese – il cantautore modenese aveva affrontato la terribile prospettiva di una ipotetica catastrofe nucleare; prospettiva purtroppo ritornata d’attualità in questi mesi.

Ma “la polvere rossa che si alzava lontano e il sole brillava di luce non vera” suggeriscono come la catastrofe ambientale (in questo caso già avvenuta) faccia da sfondo anche a quel vecchio che... diceva guardando lontano: "Immagina questo coperto di grano. Immagina i frutti, immagina i fiori e pensa alle voci e pensa ai colori”. In particolare de Il vecchio e il bambino mi ha sempre commosso il finale: “Mi piaccion le fiabe, raccontane altre…”.

Penso che sommersi ogni giorno da cattive notizie, da polemiche sterili e spesso rancorose, rivolte a scovare il colpevole da lapidare o l’eroe da innalzare, abbiamo più che mai bisogno di immaginare, di sognare e raccontarci cose belle, cose buone. Non per far finta che il male non esista o ripeterci scioccamente che tutto andrà bene, ma per sentire e credere davvero che comunque quel vento soffia ancora… lo Spirito narrato nelle prime battute della Genesi (ovviamente la versione biblica, non quella goliardica cantata dallo stesso Guccini).

Citando anche Tu sei, una recente e bella canzone liturgica che don Stefano e Annalisa ci propongono al termine della messa, è quel vento forte della vita che soffierà sulle nostre vele rendendoci capaci di amore, capaci di godere della creazione e di prenderci cura delle creature.

Nomi e Volti

Battesimi

Borno ___

battesimo
Gabriel Nathan Franzoni
di Filippo e Delia Sanzogni
Borno 26 dicembre 2022

battesimo
Davide Zorzi
di Gianluca e Laura Richini
Borno 16 aprile 2023

battesimo
Elias Bresciani Luise
di Luca e Roberta Luise
Borno 14 maggio 2023

battesimo
Rachele Santi
di Roberto e Valentina Laratro
Borno 4 giugno 2023

battesimo
Christopher Re
di Stefano e Maristella Rognoni
Borno 4 giugno 2023

battesimo
Francesco Simoni Spada
di Eugenio ed Elisa Spada
Borno 11 giugno 2023

battesimo
Ambra Morandini
di Alberto e Paola Bettineschi
Borno 25 giugno 2023

battesimo
Jasmine Helèna Politi
di Pietro e Anastasia Rizzo
Borno 2 luglio 2023

battesimo
Melissa Martinelli
di Marco e Simona Gheza
Borno 9 luglio 2023

Lozio ___

battesimo
Lucrezia Micaela Brandini
di Alessandro e Sonia Sozzi
Villa di Lozio 23 aprile 2023

Nomi e Volti

Congratulazioni a...

laureata
Veronica Giacomelli
per la laurea in Tecniche di Laboratorio Biomediche (6-4-2023)

laureata
Elisa Bonetti
per la laurea in Scienze dei beni culturali (25-7-2023)


101 anni !!!

101 anni
Quest'anno ha oltrepassato un secolo.
Tanti auguri a
Maria Franzoni
di Ossimo Inferiore
che con figli, nipoti e pronipoti il 21 maggio ha festeggiato i suoi 101 anni.

100 anni !!!

100 anni
Tanti auguri a
Bortolina Venturelli
di Borno
21 aprile

Per riflettere

Due Papi e due date indimenticabili

due papi

Card.
Giovanni Battista Re

Tra gli anniversari che ricorrono quest’anno vi sono il 60° anniversario della morte di San Giovanni XXIII (3 giugno 1963) e il 60° dell’elezione a Pontefice di San Paolo VI (21 giugno 1963).

Due Papi che hanno le loro radici in Lombardia: il primo in terra bergamasca e l’altro in terra bresciana. Due Papi molto differenti per temperamento, per formazione, per esperienze e per le famiglie di origine, ma due Papi grandi che hanno lasciato un segno nella storia. L’uno ha aperto il Concilio Vaticano II e l’altro lo ha guidato e chiuso come esperto timoniere.

Papa Giovanni XXIII suscitò nel mondo intero un’incontenibile simpatia per la sua bontà. Nativo di Sotto il Monte ha affascinato grandi e piccoli con la sua straordinaria bontà d’animo, manifestata anche compiendo gesti toccanti di affetto spontaneo, come quando la sera dell’apertura del Concilio disse alla gente in Piazza San Pietro di fare una carezza ai propri bambini, ritornando a casa, e di dire loro che era la “carezza del Papa”. L’umanità ha sete di bontà, di amore, di calore umano e quando trova questi valori vissuti con l’intensità che fu propria di Papa Roncalli, l’ammirazione e la simpatia erompono spontanee.

Con la sua calda umanità Angelo Roncalli – da Nunzio, da Patriarca di Venezia e poi da Papa – riuscì a risolvere molti problemi, perché il suo cuore buono apriva le porte al dialogo, al mutuo rispetto, alla sincerità e di conseguenza aiutava a trovare le giuste soluzioni. Puntava sulla componente di umanità e soleva dire: “In ogni uomo e in ogni donna vi è qualche cosa di buono”. Aveva fiducia non solo in Dio, ma anche negli uomini. Non era uomo che lanciava condanne, ma preferiva ricorrere alla “medicina della misericordia” e dell’incoraggiamento.

La bontà di Papa Roncalli ha avuto grande successo, anche perché era accompagnata da saggezza e da grande buon senso: era una bontà illuminata da una intelligenza che seppe sempre guardare lontano. In lui c’era grandezza di cuore, ma anche grandezza di idee. Egli cercò di avere rapporti di cordiale amicizia anche con persone lontane dalla Chiesa e dalla fede cristiana. Nella sua vita fu certamente un costruttore di ponti e di dialoghi.

La felice iniziativa del Concilio Vaticano II può essere considerata un grande ponte da lui gettato verso il mondo del nostro tempo per facilitare l’accoglienza del Vangelo ed avviare un processo di rinnovamento che fosse una crescita della fede in Dio e della vita cristiana.

Le radici della sua solida fede e della sua grande religiosità affondano nell’educazione in famiglia, nell’ambiente berga- masco del suo tempo e nel seminario della diocesi di Bergamo.

La grandezza della sua spiritualità è documentata dal Giornale dell’Anima, una specie di diario che egli iniziò a scrivere nel 1895, quando aveva 14 anni e che continuò a redigere per tutta la vita. Leggendolo si rimane impressionati di quanto intensa fosse la sua vita di preghiera e di unione con Dio, nonostante l’assorbente attività e gli impegni senza fine. Colpisce anche la sua fiducia in Dio, il suo abbandono alla Divina Provvidenza, nella convinzione che la storia ed i destini umani sono nelle mani di Dio e, quindi, in buone mani.

Papa Montini è stato un grande maestro di profonda dottrina e un vero testimone che ha cercato di indicare a tutti, con la parola e con l’esempio, la strada che porta al cielo. Operò con instancabile sollecitudine per rendere la società più giusta, più fraterna, più solidale.

Uomo di profonda fede, aveva il senso di Dio che ama tutti e per tutti ha un posto nel suo cuore. La verità della paternità di Dio aveva fortemente acceso il suo pensiero e il suo cuore. Era convinto che nessun uomo e nessuna donna sono al mondo per caso o per errore: ognuno esiste perché Dio lo ha voluto e lo ha amato. Per ognuno Dio ha un disegno, e quello che conta nella vita è realizzare tale disegno.

Nel pensiero di Paolo VI, la centralità di Cristo, unico Maestro, doveva costituire il riferimento fondante della vita cristiana e il fulcro direttivo secondo cui attuare nella Chiesa il rinnovamento voluto dal Concilio. Ne era espressione anche il motto In nomine Domini, scelto quando fu ordinato Arcivescovo di Milano. A Cristo dedicò i suoi pensieri più appassionati.

Il grande amore per Cristo portò Paolo VI anche ad un tenero amore per la Beata Vergine Maria: un amore appreso e coltivato fin da fanciullo, quando frequentava il Santuario della Madonna delle Grazie di Brescia.

Fu un papa geniale. Nel pontificato di Paolo VI spiccano alcune iniziative e taluni gesti che rimarranno nella storia e che possono in qualche senso essere collocati nella categoria dei primati, perché furono compiuti per la prima volta da un Pontefice.

È vero che alcuni furono possibili grazie al progresso di quegli anni, ma ciò non annulla il merito di chi li ha compiuti per primo.

Egli fu il primo Papa a volare in aereo e il primo Papa a “tornare” in Palestina, da dove San Pietro era venuto. È un viaggio che è nato nel cuore del Papa. Nessuno lo aveva chiesto o suggerito. Fu un viaggio di alto valore simbolico, che esprimeva il suo mondo interiore, la sua spiritualità e la sua teologia.

Compiendolo appena sei mesi dopo l’elezione al pontificato e mentre era in corso il Concilio, egli volle indicare alla Chiesa la strada per ritrovare pienamente sé stessa ed orientarsi nella grande transizione in atto nella convivenza umana. La Chiesa, infatti, può essere autentica e compiere la sua missione soltanto se ricalca le orme di Cristo.

Quel viaggio fu il primo di una serie che i suoi Successori hanno reso lunga e feconda.

Fu il primo Papa che, con gesto significativo, volle rinunciare alla tiara, togliendosela pubblicamente dal capo il 13 novembre 1964 e donandola ai poveri. Voleva, con questo gesto, far intendere che l’autorità del Papa non va confusa con un potere di tipo politico-sociale.

Fu il primo Papa a recarsi all’ONU, dove si presentò come un pellegrino che da 2000 anni aveva un messaggio da consegnare a tutti i popoli: il Vangelo dell’amore, della giustizia e della pace, e finalmente, incontrando per la prima volta i rappresentanti di tutte le Nazioni, poteva procedere a tale consegna.

Paolo VI è anche il Papa che ha abolito la corte pontificia e ha voluto che il Vaticano e la Curia Romana avessero uno stile di vita più semplice e una impostazione più pastorale e più internazionale. A quanti presta- vano servizio nella Curia Romana chiese soprattutto esemplarità di vita e generosa dedizione al servizio della Chiesa e del mondo.

Compì inoltre gesti simbolici in favore della promozione della donna. Dichiarò Dottore della Chiesa per la prima volta due donne: Santa Caterina da Siena e Santa Teresa d’Avila. Nominò una donna australiana, la Prof.ssa Rosemary Goldie, Sotto Segretario dell’allora Segretariato per i Laici. Volle che nell’Aula dell’Assemblea del Concilio Vaticano II fossero presenti anche alcune donne come uditrici.

In un mondo povero di amore e solcato da ingiustizie e violenze di ogni genere, Paolo VI lavorò per instaurare una civiltà ispirata dall’amore, in cui la solidarietà e la collaborazione giungessero là dove la sola giustizia sociale, pur tanto importante, non poteva arrivare.

La civiltà dell’amore fu una sua luminosa intuizione, che in qualche senso riassumeva il cuore dei suoi insegnamenti e il vertice del suo magistero sociale, che vede nell’amore il principio ispiratore di una nuova socialità.

Se questa esortazione all’amore e alla fraternità fosse realmente attuata, cambierebbe il mondo, cambierebbe la storia; la vita diventerebbe più bella e serena per tutti: realizzerebbe il sogno di Dio.

L’impegno per la “civiltà del-l’amore”, da costruire nei cuori e nelle coscienze, è il messaggio che Papa Montini lancia anche a noi, invitandoci a far crescete la fraternità, la solidarietà e l’amore al prossimo, nella logica che Cristo ci ha insegnato col comandamento: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. E “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22,37-39).

Nomi e Volti

Matrimoni...

matrimonio
Laura Maria Odelli e Andrea Ramazzini
Borno 20 maggio 2023


matrimonio
Valentina Pezzotti e Luca Re
Borno 27 maggio 2023

Nomi e Volti

Chiamati alla vita eterna

Borno ___

defuntoLiliana Ceselin
15 nov 1939
31 mar 2023

defuntoAlcide Baisotti
1 gen 1953
6 apr 2023

defuntoGiacomina Sarna
30 nov 1938
18 apr 2023

defuntoElia Rivadossi
13 dic 1943
24 apr 2023

defuntoFiorino Avanzini
6 mar 1941
27 apr 2023

defuntoLiliana Miorini
23 feb 1955
1 mag 2023
(a Bienno)

defuntoFranca Fiora
5 dic 1963
5 mag 2023

defuntoEmilio Fiora
1 mag 1951
20 mag 2023

defuntoGiovanni Rivadossi
28 apr 1944
1 giu 2023

defuntoFausto Franzoni
8 set 1970
5 giu 2023

defuntoMatilde Timi
29 mag 1926
23 giu 2023

defuntoGuglielmina Franzoni
16 mar 1948
9 lug 2023

defuntoCaterina Fedrighi
14 set 1957
16 lug 2023

defuntoAngelo Venturelli
23 set 1938
16 lug 2023

defuntoAttilio Richini
19 set 1932
27 lug 2023


Ossimo Inf. ___

defuntoLuigi Franzoni
18 ago 1935
2 apr 2023

defuntoDomenica Franzoni
14 ott 1935
12 apr 2023

defuntoGiovanni Isonni
12 nov 1948
16 apr 2023

defuntoPina Siciliano
31 mag 1953
23 apr 2023

defuntoBeniamino Maggiori
27 giu 1939
10 mag 2023

defuntoBianca Maggiori
30 mar 1950
18 mag 2023

defuntoLivio Maurizio Pina
26 set 1960
29 lug 2023


Ossimo Sup. ___

defuntoAnna Zerla
11 mag 1950
28 apr 2023

defuntoMauro Sebastiano Tore
26 mar 1954
29 apr 2023

defuntoFrancesca Zerla
1 mag 1949
8 lug 2023


Lozio ___

defuntoLuigina Ballarini
1 mar 1940
17 apr 2023

defuntoMauro Gnaccarini
27 gen 1937
22 mag 2023

defuntoAlfonso Canossi
28 dic 1962
2 giu 2023

defuntoCarmelina Ballarini
21 nov 1937
10 lug 2023

Per riflettere

CONCILIO VATICANO II Primavera della Chiesa

Concilio Vaticano II

Don
Raffaele

La prima volta che ho sentito la parola “concilio ecumenico” ero alunno alle medie nel Seminario di Brescia negli anni '60. Il vicerettore e i prefetti ci accennarono di questo Concilio che la Chiesa voleva celebrare su invito di Papa Giovanni XXIII. Poi il Concilio si celebrò e alla televisione in seminario abbiamo potuto assistere all'apertura con le immagini di quella processione infinita di cardinali e vescovi da tutto il mondo, vestiti in tutte le fogge, e di quella assemblea in S. Pietro così vasta che nessuno poteva immaginare.

Negli anni della teologia abbiamo avuto occasione di leggere i documenti del Concilio. A parte la s. Messa non più in latino ma in lingua italiana e con il celebrante rivolto verso il popolo, quanta fatica abbiamo fatto per capire le grandi novità che il Concilio aveva introdotto e che dovevano orientare il cammino della Chiesa!

A ruota libera vi propongo alcune riflessioni su questa realtà che la Chiesa ha vissuto e che ha ancora frutti abbondanti da portare.

Anzitutto sottolineo che il protagonista assoluto e principale del Concilio, come della vita della Chiesa, è stato ed è lo Spirito Santo, la terza persona della santa Trinità, poco conosciuto: se ne parlava e se ne parla poco. Succede un po' come in un film importante dove il personaggio in primo piano non è l'attore o l'attrice celebre, ma il regista. Non compare ma è colui che realizza il capolavoro: se manca il regista difficilmente si potrà realizzare un buon film.

Nel 1959 questo benedetto Spirito Santo ha risvegliato la Chiesa che dormiva un buon sonno, persuasa che tutto andasse bene. E lo ha fatto servendosi di un Papa piuttosto anziano, scelto dai cardinali come Papa di passaggio in attesa di trovare quello giusto. Ritenuto un Papa robusto, sempre sorridente, un buon uomo, un bonaccione, un sempliciotto da mettere lì in attesa che morisse e che nel frattempo, come si è soliti dire, pensasse all'ordinaria amministrazione, Papa Giovanni, al secolo Angelo Roncalli. ha spalancato le porte (e anche le finestre) della Chiesa, facendo uscire l'aria viziata per consentire l’entrata di quella fresca, nuova, aria di primavera.

Il 25 gennaio 1959 nella Messa a san Paolo fuori le mura Papa Giovanni, al momento della predica, annunciava ai cardinali presenti e al popolo che aveva intenzione di celebrare un Concilio Ecumenico a Roma per risvegliare un po' la Chiesa.

Papa Giovanni si aspettava almeno un applauso, un minimo di entusiasmo dopo l'annuncio. Invece un silenzio glaciale e imbarazzato scese sui convenuti. Qualche cardinale pensava che il Papa o fosse ubriaco di buon mattino o fosse diventato pazzo. Iniziò la programmazione e non fu facile l'organizzazione: ospitare a Roma 2500 vescovi da tutto il mondo per alcuni mesi, comporre le varie commissioni, scegliere i capi delle stesse e soprattutto trovare il TEMA del Concilio.

Papa Giovanni chiese a tutti i vescovi del mondo che facessero giungere in Vaticano gli argomenti e i problemi che volevano fossero discussi nelle sedute del Concilio. Giunsero centinaia di proposte. Alcuni chiedevano che si discutesse sulla quantità di farina che doveva essere usata per confezionare in modo giusto le ostie per la messa, altri quanti gradi doveva avere il vino per la messa perché fosse valida.… Per fortuna giunsero anche richieste più serie sulla Chiesa, la dottrina, i vescovi.

E qui entra in scena colui che avrebbe proseguito il Concilio e lo avrebbe concluso: il cardinale di Milano, mons Giovanbattista Montini che sarebbe succeduto a Papa Giovanni con il nome di Paolo VI. Un bergamasco e un bresciano, figlio di contadini uno, proveniente da una famiglia nobile l'altro, con doni e carismi diversi, hanno davvero spalancato le porte della Chiesa al mondo. Fu proprio il cardinale di Milano che suggerì come tema proprio la Chiesa:

la Chiesa che guarda a se stessa e si scopre Popolo di Dio, guidato dallo Spirito Santo;

la Chiesa nel rapporto con il mondo, non un mondo ideale ma il mondo reale con “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi” come troviamo scritto nella Gaudium et spes, uno dei principali documenti del Concilio.

Su questa scia furono accolte le proposte legate al tema principale.

Il Concilio fu una grande novità e, come sempre accade per le novità, portò a delle esagerazioni, addirittura a delle ribellioni contro la Chiesa. Come disse un teologo del tempo, qualcuno sulle ali dell'entusiasmo voleva celebrare già il Concilio Vaticano III, mentre altri volevano rimanere ben ancorati al Vaticano I, celebrato nel 1870. In questo confronto Papa Paolo VI si trovò quasi messo in croce, dovendo frenare chi correva troppo avanti e chi, ammalato di tradizionalismo, riteneva che il Concilio avesse rovinato la natura stessa della Chiesa.

Paolo VI guidò la Chiesa in questo frangente con mano sicura, non ascoltando le troppe critiche, pregando e confidando nello Spirito Santo. Definì il Concilio la nuova primavera della Chiesa ma si sa che la primavera può essere una stagione un po' capricciosa e instabile, che promette molti frutti con belle fioriture e poi possono capitare fenomeni imprevisti che ne distruggono i frutti… Primavera, stagione di grandi speranze ma anche di delusioni.

Cosa resta del Concilio? Quali frutti ha portato? Quali frutti dobbiamo aspettarci ancora?

Come sappiamo, la Chiesa va molto adagio, sembra non arrivi mai; ma la Chiesa, con la guida dello Spirito Santo, procede nella storia e nel tempo. Proviamo a farci questa semplice domanda: se la Chiesa non avesse celebrato il Concilio Ecumenico in che condizioni sarebbe oggi?

Non dimentichiamo che qualche anno dopo il Concilio, c'è stato lo tsunami del '68: una rivoluzione che ha spazzato il mondo intero e ha cambiato la storia, la nostra storia. È nato un mondo nuovo che ha prodotto alcune cose buone, ma ha distrutto l’idea di civiltà che c'era, ha costretto tutti a ripensare tante cose.

La Chiesa, un po' ammaccata e disorientata, si è messa in relazione con questo mondo nuovo che nasceva, ha saputo resistere e proporre qualcosa di nuovo. La Chiesa si è confrontata con questo mondo nuovo e ha capito che il Vangelo è sempre uguale ma doveva essere proposto in modo nuovo a un mondo che presentava altre esigenze e altre domande.

Anche adesso nella Chiesa e nelle nostre parrocchie non mancano i problemi. Pure noi sacerdoti siamo un po' delusi, un po' in difficoltà di fronte a questo mondo che sembra adorare perlopiù il dio denaro, la droga, il sesso, il successo, la politica come arrivismo....

I cristiani sembrano scomparsi, annegati nella zuppa del casale dove tutto fa brodo. Mi auguro che il Concilio sia riscoperto da tutti noi. Provate a chiedere ai nostri ragazzi o giovani cosa è un Concilio Ecumenico e quando è stato celebrato l'ultimo: morirete dalle risate di fronte alle risposte come sono rimasti inchiodati alle sedie i professori che hanno fatto l'ultimo esame di maturità...

Assodato che una delle riscoperte del Concilio Vaticano II è stata proprio la Chiesa non più vista come rigida gerarchia di potere, bensì come popolo di Dio, ci auguriamo che nelle nostre comunità si riscoprano sempre più i doni delle persone che credono, che si mettono al servizio degli altri e che guardano con fiducia e speranza al futuro. Sì, la Chiesa va adagio ma continua a vivere e a camminare verso quelle primavere che lo Spirito Santo non si stanca di far nascere.

La nostra fede

La BIBBIA: il Vangelo di Matteo

Vangelo di Matteo

Luca
Dalla Palma

Secondo la tradizione patristica, Matteo fu il primo a scrivere il Vangelo e lo compose in lingua ebraica; tuttavia gli studi biblici più recenti hanno dimostrato che in realtà il Vangelo di Marco è precedente e da esso Matteo ha attinto abbondantemente, servendosi anche di un’altra fonte ormai perduta, detta fonte Q, condivisa con Luca.

Si ritiene che l’Autore sia uno scriba giudeo che ha riconosciuto in Gesù il Messia che adempie le promesse antiche, l’Emmanuele, Dio con noi.

L’ambiente culturale in cui il Vangelo di Matteo è stato scritto sembra essere quello giudeo-ellenistico.

A differenza di Marco, Matteo non spiega i costumi ebraici, perché probabilmente i suoi lettori li conoscevano. Anche l’insistenza su discussioni e controversie riguardanti questioni legali tipicamente giudaiche fa pensare ad un ambiente vicino alla cultura giudaica. Tuttavia, poiché l’autore traduce in greco alcune parole ebraiche che inserisce nel testo, si può dedurre che i lettori a cui si rivolge ormai non abbiano più dimestichezza con l’ebraico.

Matteo descrive la storia di Gesù come compimento della promessa di Dio al suo popolo e a tutte le nazioni.

La chiesa di cui egli si fa portavoce sa di essere radicata nella tradizione biblica di Israele; tuttavia, seguendo Gesù Cristo, percorre un cammino che la distingue dal modo giudaico di vivere la religiosità ed ha chiara la missione di dover portare al mondo pagano l’annuncio evangelico, vivendo un’apertura universalistica, anche se l’ambiente culturale che la circonda è spesso ostile o indifferente.

In base a questi dati gli studiosi propongono la Siria come territorio in cui il Vangelo di Matteo sarebbe sorto, probabilmente nella città di Antiochia. Quanto al tempo, dato il forte contrasto con il giudaismo e il giudizio sulla caduta di Gerusalemme (cf. Mt 22,7), si ipotizza sia stato ultimato fra gli anni 70 e 80 d.C.

In sintesi, la Struttura del Vangelo è composta, oltre che dall’introduzione e conclusione, da cinque grandi parti in cui si possono individuare fatti e parole:
- Introduzione: la nascita del Messia (1-2)
- I Parte (3-7) fatti: inizio del ministero (3-4); parole: discorso della montagna (5-7).
- II Parte (8-10) fatti: i miracoli (8-9); parole: discorso missionario (10).
- III Parte (11-133) fatti: l’opposizione al Messia (11-12); parole: discorso parabolico (13).
- IV Parte (14-18):fatti: la fondazione della chiesa di Gesù (14-17); parole: discorso ecclesiale (18).
- V Parte (19-25) fatti: lo scontro diretto con Israele (19-23); parole: discorso escatologico (24-25).
- Compimento: morte-risurrezione del Messia (26-28).

Un’altra importante peculiarità di Matteo consiste nel fatto che il corpo del Vangelo è strutturato intorno a cinque grandi Discorsi e alcuni studiosi pensano a un voluto riferimento al Pentateuco, i cinque libri della Legge nell’Antico Testamento; così Matteo presenterebbe il suo Vangelo come la nuova Torah (Legge) e Gesù come l’unico e autorevole maestro a cui far riferimento per conoscere la volontà di Dio.

L’organica raccolta dei loghia (detti) che formano questi lunghi discorsi si riconosce perché alla fine di ciascuno si ripete per cinque volte una formula analoga: «Quando Gesù ebbe terminato tutti questi discorsi, disse ai suoi discepoli...» (26,1).

Seguendo questo indizio testuale si possono individuare:
1) discorso programmatico (5-7)
2) discorso missionario (10)
3) discorso parabolico (13)
4) discorso ecclesiale (18)
5) discorso escatologico (24-25).

Per esprimere la realtà del Regno Matteo, si serve delle parabole; è degno di nota il fatto che delle circa 40 parabole raccolte dalle labbra di Gesù nei Vangeli, egli ne racconta 20, delle quali 10 si ritrovano anche negli altri sinottici, mentre 10 gli sono proprie.

Parabola del seminatore di zizzania
Parabola del seminatore di zizzania, dipinto di Da Ponte Jacopo detto Jacopo Bassano (bottega), sec. XVI

Le parabole originali di Matteo sono:
- la zizzania e il buon grano (13,24-30);
- il tesoro nascosto in un campo (13,44);
- la perla preziosa trovata da un mercante esperto (13,45.46);
- la rete che raccoglie ogni genere di pesci (13,47-50);
- il servo spietato che non sa perdonare (18,23-35);
- il padrone generoso verso i suoi operai (20,1-16);
- i due figli diversi (21,28-32);
- l’ospite senza l’abito di nozze (22,11-13);
- le dieci ragazze invitate a nozze (25,1-13);
- il giudizio finale (25,31-46).

Ben quattro di queste dieci parabole originali si trovano nel capitolo 13, che è la raccolta più organica e più ricca di tutto il Vangelo; sette di esse sono appunto chiamate “parabole del Regno”, perché servono a illustrare in modo particolare il mistero del Regno dei cieli nel suo agire storico nel mondo.

L’idea chiave di tutto il Vangelo di Matteo è la certezza che nella persona di Gesù il Dio di Israele è con l’umanità. Gesù ricapitola l’Antico Testamento e in lui si realizzano le attese dei profeti. Gesù è chiaramente presentato da Matteo in un ruolo divino: è il Figlio del Dio vivente, il Messia.

La nostra fede

Le virtù teologali: la CARITÀ

caritas

Don
Stefano

Il primo riferimento che abitualmente una persona constata quando siete parlare di Carità è un gruppo che nelle parrocchie è conosciuto con il nome di CARITAS e si prende cura della persone che non hanno capacità economica soddisfacente come extracomunitari e famiglie in difficoltà che non riescono a sostenere le spese alimentari e di prima necessità. Di queste realtà il nostro territorio è molto ricco, basti pensare alle molteplici realtà presenti nelle nostre comunità dell’Altopiano, come il Progetto Cicogna, l’Ottavo giorno, le volontarie della casa di riposo. È bello ricordare queste realtà ogni qual volta si parli di Carità, per arrivare ad essa e per ricordarci che l’amore e l’amare sono il percorso comune dei battezzati che dovrebbero intraprendere per una vita più ricca, efficace e intessuta di valori cristiani autentici, quelli che provengono da Gesù stesso, dalla sua Parola di vita.

Ed è proprio dalla Parola che possiamo cercare di proporre una riflessione che ci aiuti a ricordare sempre di più la carità come virtù fondante e principale della vita cristiana.

La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.
Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!
(1Cor 13).

carità
"La Carità": di William-Adolphe Bouguereau (1859)

Le parole di san Paolo nella lettera alla comunità di Corinto permettono di contemplare la grandezza e l’importanza della parola carità. In essa è racchiuso non solo l’amore per gli altri, ma in particolare l’amore di Dio per l’umanità.

Nell’Antico Testamento il concetto di carità si avvale di un altro termine che ne è sinonimo: Rahum che significa “misericordioso” riservato quasi esclusivamente a Dio. L’amore di Dio per il suo popolo è sancito dall’alleanza promessa ad Abramo, padre della fede, e con la fuga dall’Egitto per la terra che Lui ha indicato, una terra dove scorre latte e miele e dove sarà messa in pratica la carità reciproca. Essere pronti a perdonare, nonostante le difficoltà e le incertezze, è il messaggio che nell’Antico Testamento si riscontra, perché Dio è misericordioso, pieno di compassione, lento all’ira e di grande benignità.

È sempre presente un amore profondo di Dio verso l’uomo che si fida di lui, e viceversa troviamo anche tracce dell’amore dell’uomo verso Dio che si esprime nell’osservare i suoi comandamenti. È un amore messo sempre alla prova per sapere se chi ama l’Eterno, lo ama sopra ogni cosa, perché ha salvato il suo popolo.

L’amare il prossimo da parte dell’uomo è definito dal precetto dell’amore: esplicitamente nell’Antico Testamento si conoscono tutte le sfumature dell’amore verso i poveri e i bisognosi, gli ammalati e i sofferenti. L’amore per il prossimo viene esaltato dal Cantico dei Cantici il quale, allegoricamente, esprime anche l’amore di Dio per il suo popolo.

Nel Nuovo Testamento il concetto di amore è ripreso in tre significati:
- philéin, in riferimento ad un amore disinteressato che prende a cuore l’uomo amico.
- Eran che deriva dal sostantivo “Eros” e indicava essenzialmente l’amore passionale, l’amore-desiderio per tutto quello che poteva essere posseduto.
- Agapan usato con significati piuttosto vaghi fra i quali, il più caratteristico, è quello di prediligere, preferire, tenere qualcuno in maggiore considerazione di un altro cioè “mostrare affetto”.

È in quest’ultima accezione che il Nuovo Testamento prende in considerazione l’amore particolare di Dio che si irradia sull’uomo umile per innalzarlo al di sopra degli altri.

La Carità nella terminologia biblica si presenta come un’opportunità per chi vuole seguire la strada indicata da Gesù. Agapé (amore) è indicato accanto alla persona alla quale lo si riferisce, come nel Vangelo di Gv 5,42 “amore verso Dio” o “l’amore di Dio Padre verso il Figlio” (Gv 17,26). Charitas, nella maggior parte dei casi, viene utilizzato quando agapé non ha un oggetto determinato e acquista, in qualche modo, un senso tecnico cristiano: “Dio è amore” (1Gv 4,16).

Se volessimo esprimere in una sola idea quello che distingue la carità cristiana dalla filantropia dell’umanesimo e dalla religioni non cristiane, potremmo dire che la caratteristica distintiva è Cristo stesso. Egli ne è la fonte, il centro ed il fine ultimo. È grazie a Lui che il cristiano può amare di questo amore disinteressato ogni uomo, ogni donna e... “amarli sino alla fine” Gv 13,1-11.

Il carattere universale della carità è un messaggio aperto a tutti, perché essa è la realtà fondamentale per la vita pienamente umana e cristiana e crede ogni cosa! La carità è per sua natura universale in quanto Dio ama tutti e, nel suo amore paterno, ci fa uno in Lui. Si distingue dall’amore umanamente inteso perché esso è per sua natura limitato e possessivo, mentre la carità ha per sua caratteristica l’universalità. Con autorità Gesù ci ha rivelato e mostrato che Dio Padre ama tutti, partendo dagli ultimi e dai bisognosi.

Essendo la strada privilegiata per la vita eterna, la carità è la via che viene da Dio e va a Lui, è il cammino della vera conoscenza; se conosciamo l’amore per Dio, non potremo sbagliare il vero amore per i fratelli.

Per concludere la carità è l’atteggiamento modello da seguire per ogni vita spirituale. In principio ci permette di dissociarci da ogni tipo di egoismo e ci spinge ad amare il mondo, inteso come famiglia umana, al di sopra di ogni altro bene, perché l’amore è da Dio e non può realizzarsi se non in Lui. Per questo diventa azione efficace, concreta di carità verso il prossimo. Pensiamo a tutte quelle opere di carità che si trovano nel mondo e che ci permettono di toccare con mano l’aiuto verso i poveri, i bisognosi, gli emarginati, ma anche a chi non ha lavoro ed è nello sconforto.

La carità non può vivere senza le opere, occorre ricordarsi che la vita evangelica ha per primo obiettivo quello di rimboccarsi le maniche per Dio e per gli altri nella concretezza della vita, lì dove vivo e dove scorre la storia che Dio ha riservato per me.

L’invito che possiamo cogliere da questa riflessione è quello di farci anche noi prossimi perché Dio ama chi dona con gioia il suo tempo, le sue forze e le sue energie per costruire il Regno dei cieli. Se il cristiano si prende a cuore questa modalità di vita concreta, la carità diviene la modalità credibile del messaggio cristiano, altrimenti il rischio è quello dell’impoverimento di azioni, gesti e preghiera che tolgono spazio alla crescita della carità operosa.

Pregare è la modalità primaria per imbastire un percorso all’insegna della carità di Dio, ricordandosi che pregare è parlare con Dio. Essere capaci di amara come vuole Dio è la più grande di tutte le virtù insieme alla speranza e alla fede ricevuta nel Battesimo.

La nostra fede

Egli fa scaturire sorgenti... in mezzo alle montagne

LA PAGINA DEL SALMO

Tratto ancora da "I canti nuovi", volume dedicato ai salmi con le traduzioni e le preghiere di D. M. Turoldo e i commenti di G. Ravasi, questo inno alla creazione pensiamo sia particolarmente significativo in questo periodo estivo. In molti, abitanti e turisti, abbiamo forse più occasioni per immergerci nei prati e nelle pinete che ci circondano, ed essere grati per tutto ciò che possiamo respirare e contemplare.

Altissimo, onnipotente, bon Signore,
tue so le laude, la gloria e l'onore
e onne benedizione.
A te solo, Altissimo, se confano
e nullo omo è digno te mentovare,
Laudate sie, mi Signore,
cun tutte le tue creature...

(dal «Cantico delle creature» di S. Francesco

Salmo 104

1 Anima mia, da’ lode al Signore:
quanto sei grande, Signore mio Dio,
tue vesti sono magnificenza e splendore.
2 Egli come di un manto si avvolge di luce,
egli come una tenda dispiega i cieli.
3 Egli sulle acque innalza le sue dimore,
egli fa delle nubi il suo cocchio regale,
egli sulle ali del vento avanza.
4 Egli i venti scatena come suoi messaggeri,
suoi ministri il fuoco e la fiamma.
5 Egli ha fissato le basi alla terra,
perché non vacilli in eterno, per sempre.
6 L’avevi avvolta come di un manto
dentro le acque dell’abisso:
fin sopra le montagne
si levavano le acque.
7 Le mise in fuga la sua minaccia,
al fragore del tuono si trassero atterrite.
8 Salivano sui monti scendevano le valli,
lungo gli alvei da te fissati.
9 Un confine hai posto a tutte le acque
che mai più varcheranno,
e mai torneranno a sommerger la terra.
10 Egli fa scaturire sorgenti
e scorrere fiumi giù per le valli
e in mezzo alle montagne.
11 Ivi a bere vanno gli animali dei campi
e la zebra vi spezza la sete.
12 Sopra le lor sponde fan nido gli uccelli
e tra le fronde compongono canti.
13 Egli irriga i monti dalle alte sue stanze:
dal frutto delle opere tue tu pasci la terra.
14 L’erba fai crescere per tutti gli armenti
e vegetali per la vita di ogni mortale;
perché raccolga pane da tutta la terra.
15 E vino che allieta il cuore dell’uomo,
e olio che fa brillare il suo volto,
e pane ancora a irrobustirne il vigore.
16 E alberi di Dio sazi e robusti,
i cedri del Libano piantati da lui!
17 Là i volatili fanno il lor nido
e in mezzo ai cipressi
ove la cicogna ha la sua casa.
18 Per i camosci ci son le montagne,
le rocce sono rifugio agli iraci.
19 Ha posto la luna a segnar le stagioni
e il sole che sa l’ora del suo tramonto.
20 Tu apri alle tenebre e sale la notte,
e già per le selve è tutto un vagare d’animali.
21 Escono leoni in cerca di preda
e chiedono cibo a Dio ruggendo.
22 Rispunta il sole ed essi scompaiono,
tutti ritornano nelle loro tane.
23 Allora esce l’uomo e si avvia al lavoro,
alla fatica che avrà fino a sera.
24 Quante le cose che hai fatto, Signore,
e con quale sapienza le hai fatte:
di tue creature è piena la terra!
25 Ecco il gran mare spazioso e profondo:
è un agitarsi laggiù senza fine
d’infiniti e svariati viventi:
26 lo solcano navi e il grande Leviatan
che tu per gioco hai plasmato.
27 Tutti aspettano da te alimento,
che tu li nutra a tempo opportuno.
28 Tu lo provvedi ed essi lo accolgono:
tu apri la mano
e ciascuno di loro si sazia di beni.
29 Ma se appena tu distogli il tuo volto
subito il panico li piglia:
se togli loro il tuo spirito
subito periscono e tornano polvere.
30 Il tuo spirito mandi e sono creati
e rinnovi la faccia alla terra.
31 Sia eterna la gloria del Signore,
egli goda in eterno della sua creazione.
32 Egli la guarda e la terra trema,
tocca i monti e prendono fuoco.
33 Fin che vita mi duri,
a Dio voglio cantare;
inni comporre al mio Dio
finché avrò vita.
34 Salga il mio carme fino al suo cuore
e questa sia la mia gioia in Dio.
35 Sia mondata la terra
da tutti i profanatori:
dissolti tutti gli empi!
Anima mia, al Signore da lode.

Secondo alcuni studiosi questo splendido cantico del Creatore e delle creature rivelerebbe qualche punto di contatto con l’Inno ad Aton del famoso faraone Akhnaton (XIV sec. a.C.), che aveva riformato la religione egizia sulla base di un certo monoteismo solare (Aton era appunto il disco solare). Certo è che la prosa del nostro poeta è diversa perché il sole non è divino ma è solo uno dei tanti segni dello splendore di Dio nel cosmo. Affascinato dalle meraviglie disseminate nel creato, il poeta parte dal cielo nel quale si accende una grandiosa teofania (vv. 1-4), contempla la terra e le acque in tensione (vv. 5-9), passa alle innumerevoli manifestazioni della vita, generata dall’acqua sulla terra, germogliata in forme animali e vegetali, esplosa nella sazietà delle creature (vv. 10-18). Si giunge, così, al mistero del tempo scandito dal sole e dalla luna, dalla vita notturna delle belve e da quella diurna dell’uomo (vv. 1 9-24). Il mare non è più il mostro caotico che tenta di demolire il creato, ma è un pullulare di navi e di pesci tra i quali danza anche il mostro Leviatan ridotto ora a una simpatica balena (vv. 25-26). Su tutto si stende lo spirito creatore di Dio che dà vita e sazietà e che, dall’alto del suo cielo, contempla pieno di gioia il suo capolavoro (vv. 27-34). E perché tutto canti la lode al Signore è necessario che il mondo sia purificato da tutti i profanatori e da tutti gli empi (v. 35).

Preghiera
Padre, che hai fatto tutte le cose
in numero, peso e misura,
e in ogni creatura hai infuso
un raggio della tua bellezza,
e hai affidato all'uomo
il dono dell’intelligenza,
e hai posto tuo Figlio per fine
di tutta la creazione,
manda sempre il tuo Spirito
che continui a ornare i cieli,
e a fare nuova la vita,
fino a quando ogni essere
potrà goderne la pienezza.
Amen

La Voce del Convento

Sequela di Gesù: ristoro dello spirito

“Venite a me, voi tutti
che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi
e imparate da me,
che sono mite e umile di cuore,
e troverete ristoro per la vostra vita.
Il mio giogo infatti è dolce
e il mio peso leggero”.

panorama

Padre
Piero

Qualcuno potrebbe pensare alla sequela di Gesù come un tempo di “vacanza” e in parte lo è, sebbene si abbia necessità anche di un tempo di riposo corporeo e mentale.

Affaticati dalle nostre abitudini sbagliate, dai nostri errori, dalla nostra poca capacità di amare, ci troviamo ad essere oggetto di amore da parte di Gesù, di Dio. Egli sa quanto ci pesi la nostra povertà nell’amore e desidera aiutarci e sostenerci. Non ci rimprovera per questa inadempienza, ma ci offre il modo di superarla: “Venite a me… che sono mite e umile di cuore.”

Papa Francesco ha fatto di questa mitezza e umiltà di cuore il fondamento dei suoi pronunciamenti ed ha voluto e vuole offrire a questa umanità ferita nell’amore la possibilità di una rinascita, di una guarigione che non deriva dal rimproverare, ma dall’offrire Gesù mite e umile di cuore come luogo di misericordia.

Forse il tempo estivo può essere un tempo opportuno per lasciarsi amare da Gesù, per avvicinarci un po’ di più alla Sua carità. ”Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Il meglio di ogni vacanza è proprio l’avvicinarsi a Lui, frequentare un po’ di più la sua Parola, il suo sguardo, la sua Presenza nell’Eucarestia o nello Spirito Santo che é già in noi.

Riposarsi fisicamente invocando lo Spirito Santo, respirando la Sua presenza. Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?

Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?

Giorni della comunità

Abbiamo vissuto e celebrato

Lunedì 10 aprile - Ossimo Superiore
S. Messa solenne in onore della Beata Vergine Maria a seguire processione con la Banda “S. Cecilia” e rinnovo del Voto al Cuore Immacolato di Maria in piazza Roma.

Domenica 16 aprile Prime Confessioni

Prime Confessioni

Elena Andreoli
Lucia Arici
Valentina Arici
Asia Belingheri
Andrea Bettineschi
Martina Bison
Eva Cominelli
Alessia Dabeni
Giovanni Farisè
Guglielmo Fiora
Letizia Fiora
Andrea Gheza

Lorenzo Gheza
Pietro Gheza
Andrea Marsigalia
Aurora Orosz
Nicola Rigali
Diego Santi
Martina Beltracchi
Leonardo Cherubini
Davide Miorini
Riccardo Cesare Villardi
Sebastian Zendra

Domenica 30 aprile Prime Confessioni a Lozio

Prime Confessioni a Lozio

Federico Baffelli
Sofia Bonadei
Cristian Garattini
Martina Toninelli

Santo Rosario del mese di maggio
la sera presso le Santelle o le famiglie in tutto l’Altopiano.

Sabato 6 maggio Ossimo Inferiore
Santa Messa presieduta da don Lino Zani, per celebrare il suo ritorno dalla Missione in Brasile.

don Lino Zani

Domenica 21 maggio Prime Comunioni e Cresime

Prime Comunioni e Cresime

Diana Andreoli
Matilde Bertola
Sofia Bianchi
Aron Bonfadini
Mattia Cottarelli
Greta Crosani
Ottavio Dorigon Puccini
Benedetta Fedrighi
Davide Gheza
Amneris Marsigalia
Davide Re
Lucas Rivadossi
Emma Romellini
Michele Salvati

Filippo Tilola
Achille Andreoli
Leone Castellini
Riccardo Fiora
Mattia Franzoni
Eva Isonni
Alex Latikaynen
Stefano Miorini
Eleonora Mora
Luca Sarna
Linda Sorlini
Rebecca Vielmi
Francesco Zani
Federica Zerla

22 - 26 maggio
Santa Messa e Rogazioni a Borno
Lunedì 22 maggio, chiesetta alla Dassa Benedizione alle Acque.
Martedì 23 maggio, chiesa di Santa Barbara Benedizione al Paese.
Mercoledì 24 maggio, chiesa di San Fiorino Benedizione alla Campagna.
Giovedì 25 maggio, chiesa di Paline Benedizione ai Prati e ai Pascoli.
Venerdì 26 maggio, alla Santella della Rocca Benedizione alle Famiglie.

Domenica 28 maggio
Pellegrinaggio ad Ardesio
I pellegrini del nostro altopiano hanno raggiunto a piedi il santuario celebrando il S. Rosario e la S. Messa, hanno affidato tutte le nostre comunità alla protezione della Madonna.

Pellegrinaggio ad Ardesio

Mercoledì 31 maggio
Visitazione della Beata Vergine Maria - Ritrovo presso la Santella al ponte della Rocca, cammino verso l’Annunciata recitando il s. Rosario. A seguire s. Messa al santuario per concludere il mese di maggio con tutte le parrocchie dell’Unità Pastorale e con le comunità di Cogno e Piamborno.

Domenica 11 giugno a Borno
Processione del “Corpus Domini” - dopo la s. messa delle ore 17, abbiamo portato Gesù Eucarestia per le vie del paese in mezzo alla gente, aiutati dagli Alpini e dalla Banda “S. Cecilia”.

2 - 3 - 4 giugno Festa dell'Oratorio

Festa dell'Oratorio

Giovedì 15 giugno
Anniversario di ordinazione di don Raffaele, don Lino e dei loro compagni (1974)

don Raffaele, don Lino

Domenica 18 giugno a Ossimo Superiore
Festa Patronale dei Ss. Gervasio e Protasio - ore 11.00 s. Messa solenne presieduta da don Lino Zani, al termine Concerto di Campane.

Sabato 24 giugno a Borno
Festa Patronale “Natività di San Giovanni Battista” - ore 17.00 s. Messa solenne presieduta da don Angelo Corti.

Domenica 25 giugno a Sommaprada di Lozio

ore 9.45 s. Messa e processione con la statua di san Giovanni Battista

Sommaprada di Lozio Sommaprada di Lozio

Sabato 1 luglio
Pellegrinaggio alla Madonnina di Colere
ore 19.00 ritrovo a Paline per un momento di preghiera e partenza a piedi per il santuario, incontro al Dezzo con la comunità di Colere.
ore 21.30 celebrazione Mariana presso il santuario.

Domenica 2 luglio a Villa di Lozio
Festa Patronale dei Ss. Pietro e Paolo “San Piro” - ore 11.00 s. Messa Solenne, a seguire processione per le vie di Villa con la statua di s. Pietro.

festa san Piro lozio festa san Piro lozio

Domenica 16 luglio a Borno
Palio “S. Martino” - ore 9.15 s. Messa in lingua latina sul sagrato presieduta da S.E. Giovanni Battista Re.

Mercoledì 19 luglioa Borno
Serata di ricordi e testimonianze nel 25° della visita di Papa Giovanni Paolo II alla presenza di S.E. Giovanni Battista Re.

21 - 26 luglio
Festa di Sant’Anna a Paline di Borno
venerdì 21 luglio ore 20 s. Messa in suffragio di tutti i defunti, presieduta da don Mattia Magoni
Sabato 22 luglio ore 20 s. Messa presieduta da S. E. Giovanni Battista Re, a seguire processione con la statua di Sant’Anna.
domenica 23 luglio ore 9 s. Messa presieduta da mons. Tino Clementi.
mercoledì 26 luglio “Sant’Anna e Gioacchino” ore 20 s. Messa presieduta da mons. Carlo Mazza, vescovo emerito di Fidenza.

Domenica 23 luglio a Lozio
Festa di S. Cristina - ore 10.00 s. Messa

Giovedì 27 luglio a Ossimo Superiore
Santa Messa per gli Alpini che sono "andati avanti" alla chiesetta di San Carlo. Momento musicale a cura del coro “Amici del Canto”.

Domenica 30 luglio a Lozio
Festa Patronale dei Ss. Nazaro e Celso e Festa dell’Anziano - ore 11.00 s. Messa animata dal coro “I Musicanti”

Festa Patronale dei Ss. Nazaro e Celso Festa Patronale dei Ss. Nazaro e Celso

31 luglio 2 agosto
Perdono d’Assisi e Festa del Beato Innocenzo presso il Santuario dell’Annunciata
Lunedì 31 luglio ore 20.30 s. Messa presieduta dal nostro arciprete don Paolo Gregorini.
Mercoledì 2 agosto - ore 16 s. Messa presieduta da S.E. Giovanni Battista Re.

Oratori dell'Altopiano

PELLEGRINAGGIO AD ASSISI
“Andiamo, andiamo 24 piedi siamo”

pellegrinaggio assisi

Alessandro G.
Francesco A.

… in realtà i nostri piedi erano più numerosi!

Nelle giornate dal 23 al 25 aprile noi ragazzi di prima media, che l'anno scorso abbiamo ricevuto la Santa Cresima e la Santa Comunione, siamo andati in pellegrinaggio ad Assisi, dove ci siamo ritrovati con molti nostri coetanei della Valle Camonica. È stata un'esperienza che ci ha inebriato gli occhi e il cuore: la città ha un assetto medievale, ci sono i resti delle mura difensive e diverse porte che anticamente consentivano l’ingresso alla città, vicoli stretti, bellissimi panorami.

Abbiamo visitato diverse chiese romaniche come la cattedrale di San Ruffino, le basiliche di San Francesco, Santa Chiara e Santa Maria degli Angeli dove abbiamo ammirato la Porziuncola, anticamente una piccola chiesina, restaurata dallo stesso S. Francesco che vi fondò l’Ordine dei Frati Minori.

Andare ad Assisi con i nostri compagni di classe, accompagnati dal nostro don Stefano, dalle catechiste Ivana, Franca, Anna e dalla maestra Antonella (che è venuta a dare una mano visto che siamo un po’ “vivaci”) è stata un'esperienza unica, basata sulla spiritualità, ma anche sull’amicizia e la condivisione. Abbiamo fatto il pieno di emozioni e sentimenti che ci hanno fatto sentire più “gruppo”.

Siamo stati insieme per tre giorni e abbiamo condiviso la quotidianità e dei bei momenti, alcuni spensierati e giocosi, altri seri e di riflessione, il tutto guidato dalla preghiera.

Ci siamo divertiti e avvicinati, ci siamo conosciuti meglio, comprendendo che non è semplice andare tutti d’accordo ma che è possibile se ci si rispetta l’un l’altro e si dà ascolto a chi ci guida.

Abbiamo imparato molto, e uno dei messaggi più belli che rimane nel nostro cuore è che Gesù è l’amico che non ci abbandona mai… È’ l’amico di cui non si può fare a meno una volta che lo si è incontrato.

Questa esperienza si è rivelata unica, meravigliosa, fantastica…

Grazie a chi ci ha dato l’opportunità di viverla.


Cüntómela
Estate 2023

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"Machina" del Triduo dei Defunti

Frugando nel Sacco
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